Al Sicuro

431 20 0
                                    

Mi siedo al tavolo e osservo le persone attorno a me, c'è molta agitazione nella sala delle riunioni. Tutti parlano, muovono i fogli e bevono tazze piene di caffè scuro e bollente. Pure Darcy mi parla, purtroppo io sono da tutt'altra parte con la testa. Ipnotizzata dalla bevanda nera mi perdo in filo di pensieri infiniti, come ormai succede da qualche giorno.
<<Nymphe? >> la mia amica mi scuote <<Che hai? >>
Mi risveglio dalla mia ipnosi e mi volto a guardarla, le sorride e prima che io possa parlare il direttore si alza.
<<Buon giorno, sono Katelyn Patterson a capo del settore degli eventi di gallerie d'arte. Oggi siamo qui riuniti per le vicende riguardanti le sparizioni di alcune importanti opere>>
All'interno della stanza la gente inizia a borbottare e a bisbigliare, basta uno sguardo del direttore e il silenzio cala.
<<Nonostante il signor Kim, il nostro capo, abbia ripetuto più volte che noi non siamo coinvolti in tutto ciò. >> fa una pausa e il suo sguardo si posa su di me << Purtroppo la polizia ha ritenuto di dover fare indagini più approfondite e, ovviamente, il signor Kim ha deciso di collaborare. Quindi invita tutti a rispondere agli interrogatori senza tralasciare nessun particolare>>
Qualcuno sbuffa, sussurra che il capo non viene mai, altri roteano gli occhi al cielo, nessuno ha voglia di trovarsi la polizia sotto casa. In effetti, ripensandoci, Namjoon non ha mai partecipato ad una riunione con tutti noi, nonostante questo spesso si ferma a parlare con gli impiegati nella hall. Dopo aver discusso il da farsi, lasciamo la sala riunione un po' demotivati e preoccupati per il nostro futuro. Se qualcuno di noi è veramente coinvolto sarebbe un vero e proprio problema per l'intera compagnia. Accendo il mio computer e fisso la schermata iniziale. Min Yoon-gi non mi ha più chiamata, ormai sono passati quattro giorni. Mi ha detto di non chiamarlo, la tentazione è più forte di quello che penso. Mi concentro sul lavoro cercando di distrarmi con poco successo.
<<Usciamo a bere? >> chiede Darcy
Annuisco, ecco di cosa ho realmente bisogno.
Scende la sera, io e Darcy siamo sedute al nostro solito bar a gustarci i nostri drink.
<<Sei sempre tra le nuvole ultimamente >> dice improvvisamente << È perché il signor Kim non ti ha più contattata? >>
Faccio una smorfia, sento una stretta al cuore che mi fa salire la solita nausea abitudinaria.
<<Può darsi>> sorrido malinconica.
Mi fa tenerezza vederla che si prende cura di me.
Il suo telefono vibra.
<<Pronto? >>
<<..... >>
<<Arrivo>>
Si alza e prende la borsa.
<<Mia nonna sta male>> dice agitata mentre si passa una ciocca dietro l'orecchio.
<<Ti accompagno >> le rispondo alzando i anche io.
<<No, lo so che non ti piacciono gli ospedali>> mi blocca.
<<Aspetto fuori>> la prendo per mano e la guido verso il bancone per pagare <<Finché sono fuori mi va bene>>.

Mi stringo nella giacca in fustagno, l'aria sta iniziando a farsi fredda.
<<Signor Kim>> sorrido sbalordita.
<<Siete Nymphe? >> Kim Taehyung esce dall'ospedale e si avvicina cercando di capire chi fossi <<Cosa fate qui? >> si ferma e sorride.
<<La nonna della mia amica sta male >> dico con un velo di tristezza <<E voi? >>
<<Oh.... Anche un mio familiare sta poco bene>> si guarda attorno <<Non hai freddo? >> chiede poi vedendo le mie gambe nude.
Sento le guance scaldarsi.
<<È qualcosa che posso sopportare>>
Una notifica compare sullo schermo del mio cellulare:

Vai pure a casa, io rimango qua a fare compagnia a mia madre e a mia nonna. Perdonami, cercherò di rimediare il prima possibile.

Le rispondo e poi metto il telefono in tasca.
<<Io andrei a casa>> alzo la mano per salutarlo e muovo qualche passo.
<<Sei in macchina? >> mi segue verso il parcheggio.
<<No>> mi mordo il labbro, di bus non ce ne sono e dovrò per forza farla a piedi.
<<Posso darti un passaggio? >> mi indica una macchina blu notte.
Una folata di vento gelido mi convince a salire.
<<Ho saputo dello spiacevole incidente che hai avuto>> mette in moto l'auto << Ti chiedo profondamente scusa>>
Scioto la testa.
<<Non è stata colpa sua, chi lo poteva prevedere>>
Lui annuisce ed esce dal parcheggio dell'ospedale, gli dico la via e la inserisce nel navigatore.
<<La polizia ha scoperto qualcosa? >>
<<Mi sto rivolgendo ad un investigatore privato >>
Mi osserva confuso con la coda dell'occhio.
<<Non faccia domande>> dico imbarazzata.
<<Dammi del tu>> si volta a guardarmi mentre siamo fermi al semaforo rosso.
Cambiamo argomento e parliamo dei furti dei quadri e poco dopo raggiungo il mio appartamento.
<<Buona notte>>
<<Anche a te e soprattutto grazie del passaggio>> chiudo la portiera e apro il portone, appena entro lui parte e va via. Dopo diversi giorni, finalmente, sono riuscita a non pensare a Namjoon, al veleno e a tutto il resto. Sistemo la mia roba e mi infilo il pigiama pronta per andare a letto deciso di sdraiarmi. Scrivo un ultimo messaggio a Darcy per sapere qualche notizia e infine spengo il cellulare. Mi rigiro più volte nel letto e in qualche modo riesco ad addormentarmi.
Un rumore fastidioso e continuo mi infastidisce, cerco il cellulare per spegnere la sveglia. Guardo lo schermo nero, aggrotto la fronte. Il rumore acuto continua e mi rendo conto che a suonare è il campanello. Ancora intorpidita e assonnata mi dirigo verso la porta, guardo attraverso lo spioncino. Riconosco i lunghi capelli di Idaho e gli apro.
<<Pensavo foste morta>> senza nemmeno chiedermi il permesso entra nel mio appartamento.
Analizza il mio soggiorno e poi pure me.
<<Che succede? >> chiedo con le labbra ancora secche e la voce rocca.
<<Vi sentite in pericolo? >> non mi fissa e si concentra su altro.
<<Non saprei>> io invece guardo le sue grosse spalle.
<<Ieri sera siete uscita con quel Kim>> dice il cognome di quest'ultimo quasi nauseato.
<<Non sono affari vostri>> e nemmeno del vostro capo, aggiungo nella mia testa.
<<Avete ragione, compio solo il mio lavoro>> si infila le mani in tasca <<Uscite insieme? >>
Trattengo una risata e decido di avvicinarmi divertita da quella domanda.
<<E no, non me l'ha chiesto il capo di porle questa domanda >> sorride anche lui come un ebete <<Allora? >>
<<No, avevo solo bisogno di un passaggio visto che sono senza macchina >>
<<E quindi lo avete chiamato? >>
Rido, perché mai quest'uomo è entrato in casa mia a quest'ora della mattina per chiedermi della mia vita amorosa?
<<Che volete? >> chiedo scrutando il suo viso.
<<Sapere che siete e vi sentiate al sicuro>>
Annuisco e lui si avvia verso l'uscita, prima che io possa chiedergli altro scappa giù per le scale. Sospiro, ora il mio cervello avrà altro a cui pensare, altro dubbi e risposte introvabili. Mi massaggio la fronte, a questo punto non ha senso tornare a letto, magari questa volta arrivo in tempo al lavoro.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora