Ufficio

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Il Mercoledì mi ritrovai ad affrontare riunioni su riunioni, a firmare scartoffie per il mio contratto con la Redbull e a sopportare l'indifferenza di Pierre.

Ebbene da quando ero arrivata mi aveva completamente ignorata, non che mi aspettassi baci ed abbracci ma nemmeno di essere invisibile.

In ogni caso tutto il lavoro che c'era da fare mi distraeva abbastanza.

Mi era stato esplicitamente detto che siccome sarei passata ad un altro team, alcune informazioni sarebbero rimaste riservate, come di consuetudine.
Ma era comunque diverso l'atteggiamento dei colleghi nei miei confronti.

Anche questo faceva parte di questo sport e l'avevo accettato da tempo.

In pausa pranzo cercai Pierre, di solito mangiavamo sempre insieme al nostro tavolo ma non lo trovai lì.

Era seduto in disparte mangiando la sua pasta, e nel frattempo era al telefono.

Quasi senza pensarci mi diressi da lui, non poteva continuare a ignorarmi in questo modo.

Mi sedetti al suo tavolo e finalmente mi guardò in faccia, non seppi dire con precisione il suo stato d'animo ma sicuramente non sprizzava gioia da tutti i pori.

<Ciao> iniziai visto che nessuno dei due aveva intenzione di parlare.

<Ciao...> mi rispose per poi riprendere a guardare il telefono.

<Puoi anche salutarmi quando mi vedi, non sono invisibile> gli dissi alzando un po' il tono della voce, non volevo arrabbiarmi ma anche quando ero di fronte a lui continuava a fare finta che non ci fossi

<Cosa ti serve Toni?> mi chiese scocciato spegnendo il telefono e fissandomi con espressione dura.

<Cosa mi serve? Che tu mi parli! Perché continui ad ignorarmi? Non possiamo risolverla in modo civile?> esclamai non riuscendo a fermare le parole che mi vorticavano da giorni in testa.

<Non c'è nulla da risolvere> rispose semplicemente

<Nulla da risolvere? Sei serio? Questa situazione a te va bene?> domandai leggermente incredula, non riuscivo a riconoscerlo in quel momento.

<Tu hai preso le tue decisioni, forse avresti dovuto pensare leggermente prima alle conseguenze> rispose glaciale, il suo viso era imperturbabile

Rimasi a fissarlo interdetta, non sapevo cosa dire.
Credevo che gli fosse passata un po', ma forse stavo solo cercando di giustificarmi.

Eravamo veramente arrivati alla fine della nostra amicizia?

<Non puoi pensarlo seriamente...> quasi risi dallo sconcerto.

<Tu credi?> mi domandò retoricamente e fece per alzarsi.

Mi alzai anche io e lo fermai prendendogli il polso ma lui si scansò come si fosse scottato

<Pierre...ti prego> lo guardai dispiaciuta ma lui mi riservò uno sguardo che mi trafisse il cuore, per poi voltarsi e andarsene.

Ero senza parole, mi sembrava uno sconosciuto e non il Pierre con cui avevo passato i momenti più belli della mia vita.
Era sempre stato un fratello per me, ma anche per mia madre che lo considerava un figlio ormai.

Provai le stesse sensazioni di quando non trovai più nessun oggetto di mio padre in casa, in quello stesso momento capii che se ne era andato per sempre e ora capivo che anche Pierre mi stava lasciando.

Mi sedetti di nuovo al tavolo, ancora incredula.
Il mondo sembrava prendersi gioco di me.

Perché dovevo rinunciare per forza a qualcosa ogni volta?

When Legend RiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora