Pioggia

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Il volo di ritorno fu molto silenzioso, Lando per la maggior parte del tempo scuoteva la testa pensando chissà a che cosa, o dormiva.

Io continuavo il mio libro per bambini e non dormii quasi per niente. Ero preoccupata per lui, insomma perdere il primo posto agli ultimi due giri era qualcosa di inimmaginabile.

Non avevamo parlato molto della questione, e non credo che lo volesse.
Doveva solo andare avanti, nel modo migliore possibile. E non farsi abbattere per le prossime gare.

Perdere la fiducia in se stesso era la peggior cosa che poteva capitare. Ed era quello di cui avevo paura.

Sapevo che il team aveva parlato con lui per più di un ora.
Speravo non l'avessero incolpato troppo.

Poteva succedere a chiunque no? Ovviamente vuoi rimanere fuori se sei al comando della gara, cerchi di tenerti stretta una posizione che avresti inevitabilmente perso con un sette volte campione del mondo alle spalle.

Ma la fiducia con il tuo ingegnere è un mondo a parte.
Certe volte devi fidarti ciecamente di lui, e di tutti gli strateghi.
Ed altre invece sono le tue sensazioni su quella monoposto che possono svoltare una gara.

È un rapporto strano, che se combinato bene può portare alla perfezione.

Quando arrivammo andai dritta spedita verso la mia auto.
Lando mi seguiva passivamente.
Aveva accettato di stare dei giorni da me fino al gran premio di Turchia.

Erano quasi ora di pranzo quindi lasciammo le nostre cose a casa e poi uscimmo per pranzare in un ristorante.

<Tra pochi giorni è il compleanno di Annie> annunciai mentre prendevo una forchettata di spaghetti.

<Giusto, che ha intenzione di fare?> mi chiese.

<Credo una serata in un locale insieme alle sue amiche.>

<Ovviamente sei invitato anche tu e Pierre> aggiunsi.

<Posso fare il Dj?> mi chiese con gli occhi a cuoricino.

<Va bene dai> dissi ridendo. Ormai aveva questa passione ed ogni occasione era buona per provare.

Un brutto temporale interruppe la nostra conversazione.
Non ci eravamo accorti di quanto fosse peggiorato il tempo fuori.

<Hai un ombrello?> chiesi guardandolo divertita.

<Ovviamente no> mi rispose e risi di nuovo. Non ne combinavamo mai una giusta.

<Ci sarà un giorno in cui non prenderò la pioggia?> chiesi ironica.
C'era questa aneddoto divertente al paddock che tutti conoscevano, ovvero il mio problema con il brutto tempo.

Puntualmente uscivo sempre senza giubbotto o ombrello e pioveva. Era diventata ormai una malediazione.
Probabilmente anche da lassù mi mal sopportavano

<Non ci posso credere!> Lando iniziò a ridere a crepapelle.

Almeno ero riuscita a farlo divertire, inconsapevolmente.

<Ora che hai assistito di persona a questo evento nefasto, sarai maledetto insieme a me> promulgai mentre continuava a sganasciarsi dal ridere.

<Oh no> rispose tornando serio per un millesimo di secondo e poi ricominciare a sogghignare.

Ci alzammo perché difatti avevamo finito di pranzare da una ventina di minuti, e anche se non avevamo l'ombrello dovevamo uscire di lì.

Notai non sorpresa che il temporale era aumentato notevolmente.

<Te lo dico, appena una sola goccia ti toccherà dovrai convivere con questo fato> gli dissi mentre uscivamo dalla porta.

<Così sia!> annunciò gettandosi fuori e incominciando a correre verso l'auto.

Rimasi ferma all'inizio ma poi azzardai anche io.
La pioggia scendeva a capofitto ma stavolta non era fastidiosa.
Sentivo le risate di Lando da qui e quando si fermò di colpo quasi gli andai a sbattere.

<Non fermarti! Ci siamo quasi> gli urlai talmente era sovrastante il rumore della pioggia.

Lando si girò tutto divertito e mi sollevò all'improvviso.
Mi cinsi al suo busto con le gambe e poi unì le nostre labbra come fosse un bisogno necessario.

Anche se eravamo fradici dalla testa ai piedi non potevo smettere di sorridere.

<Tu sei completamente pazzo> gli dissi anche se non riuscivamo nemmeno a sentirci per i tuoni che imperversavano sopra di noi.

<Perché ti amo> per un attimo credetti di aver sentito male. Ma dal labiale sembrava giusto.

Aveva veramente detto ti amo?
Lo guardai sbalordita. Fino ad ora nessuno dei due aveva parlato approfonditamente di cosa fossimo, ci lasciavamo guidare dalle sensazioni.

Ma sentirglielo dire era diverso, confermava quello che avevamo solo il coraggio di pensare.
Confermava quello che gli altri avevano già proclamato.

Senza aggiungere altro Lando si avvicinò di nuovo e appoggiò la sua fronte alla mia.

Infinite gocce di pioggia perlustravano il suo viso ed il mio, gocce che sembravano lacrime.
Rendevano magico un momento che non aveva forse bisogno di parole.
Mi sentivo come se avessi corso un'intera maratona, ed averla vinta.

Come se avessi raggiunto ottenuto una medaglia d'oro.

E lui era lì che non smetteva di guardarmi negli occhi e respirare come me quest'atmosfera.

<Allora sono pazza anche io> risposi in ritardo.

<Perché mi ami?> mi chiese.

Non gli risposi, bensì unii di nuovo le nostre labbra. In un bacio pieno di tutte le sensazioni che avevo provato e continuavo a provare ogni singolo minuto passato con lui.

Era una canzone, una poesia, un podio, o forse tutte queste sensazioni insieme. Non saprei nemmeno descrivere come fosse stare insieme a lui, o cosa provassi emotivamente.

E credo che a volte l'amore non abbia bisogno per forza di conferme.
A volte deve essere così e basta.


A volte deve essere così e basta

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