Ritorno a casa

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Saper gestire la fama è qualcosa che ti insegnano fin da piccolo nelle gare internazionali dei kart e successivamente delle formule minori.

Quando ricevetti un messaggio dal mio manager avevo già un brutto presentimento.

Stavamo facendo colazione io e Lando, quando aprii il messaggio.

"Buongiorno Toni, scusa il poco preavviso ma abbiamo bisogno di parlare con te. Sta circolando una voce che vede tu e Norris coinvolti in un'aggressione in un bar a Monaco. Aspetto tue notizie."

Non potevo dire di esserne sorpresa, dato che attorno a noi c'erano molte persone. Speravo in un miserabile aiuto divino che la cosa rimanesse personale.

Gli risposi che potevamo incontrarci nel pomeriggio, e che sarebbe venuto anche Lando.

<Tra poco chiameranno anche te> gli dissi.

<Sicuramente> rispose passandosi una mano sul viso. Se fosse venuto a galla tutta la storia sarebbe stato un bel casino.

<Non posso dire di esserne sorpresa> dissi dopo qualche minuto di estenuante silenzio.

Lando alzò lo sguardo su di me e annuì.
<Nemmeno io, spero solo che non si sia sparsa la voce così tanto> aggiunse.

Controllai direttamente, entrando su twitter ed Instagram.
<No, si domandano cosa sia successo ma nessuno sa niente. Ci sono delle foto al bar ma mi vedo solo io, tu e Luca siete di spalle e non si capisce la situazione> dissi.

<Okay> rispose espirando.

Feci diverse chiamate per capire se Luca fosse stato fermato dalla polizia, e per chiedere di mantenere la privacy su tutto quello che era successo, partendo dal locale.

Luca era stato portato dal padre in Italia, che aveva pagato una multa per duplice aggressione. Mi avrebbero "risarcito i danni" testuali parole. E lui avrebbe continuato a fare ciò che voleva, ma almeno non a Monaco.
I soldi del paparino a quanto pareva facevano molto.

Quando io e Lando ci ritrovammo dal mio manager spiegammo in linea generale la situazione, senza scendere nei dettagli.

<Va bene, cercate di mantenere un profilo basso, niente storie eccessive sui social e niente conferme alle ipotesi che si stanno susseguendo in questo momento > ci avvisò.

<Lando ho già parlato io con Vincent, e concorda con me> vincent era il manager di Lando.

<Okay, siamo sicuri che non usciranno altre informazioni allo scoperto?> chiesi non sicura al cento per cento.

<Non posso promettere nulla, qualcuno potrebbe aver fatto dei video o delle foto che ancora non sono state postate. In ogni caso provvederemo a risolvere la situazione se dovesse degenerare. Fatemi sapere se avrete dei sospetti.> rispose

<va bene, teniamoci in contatto> aggiunsi e uscimmo dall'ufficio.

Avrei dovuto accompagnare Lando a casa, dato che era stato fin troppi giorni da me a sopportarmi.
Tornammo nel mio appartamento a prendere le sue cose, era strano vederlo andare via.
Mi ero quasi abituata a vivere con lui, come se fosse la normalità.

<Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami> subito mi avvisò quando ci trovammo di fronte casa sua.
Era veramente grande, e invidiavo molto il suo giardino. Cosa che il mio appartamento non aveva.

<Certo> gli diedi un bacio quando chiuse lo sportello dell'auto.

<Devo assolutamente tornare in palestra, o il mio trainer mi ammazzerà> dissi.

<Eh si, guarda stai già perdendo tutti i muscoli!> mi prese in giro tastandomi i bicipiti.

<Sarà più facile batterti> aggiunse e lo guardai offesa.

<Bada a quello che dici, ti si potrebbe torcere contro!> risposi puntandogli un dito contro.
Me lo afferrò per poi abbassarmi il braccio e darmi un altro bacio, che durò di più.
Avrei voluto che durasse per l'eternità, ma dovevamo pur respirare.

<Forse ora devo veramente andare> mi disse e sbuffai sonoramente.
<Va bene...Se proprio devi> mi guardò divertito per poi prendere il suo zaino in spalla cercando le chiavi di casa.

<Se non le trovi, torni da me> affermai speranzosa, per poi ricredermi quando fece tintinnare il mazzo tra le sue mani.

<Mi dispiace> e scoppiò a ridere.
<Non ridere! E vai prima che ti riporti con la forza in auto> lo incitai e alzò le braccia al cielo in segno di resa.
Sorrisi, era proprio un giullare.
<Ciao> gli ripetei, e lui mi mandò un bacio volante al suon di "ciao amore mio! Ci rivedremo presto te lo prometto!".

Con un sorriso stampato in viso tornai in macchina.
Ora dovevo solo rimettermi in sesto e combinare qualcosa di buono.
Partendo sul serio dall'allenamento finendo con il simulatore, per prepararmi a questa stagione che sarebbe stata certamente più impegnativa delle precedenti.

La Redbull mi aspettava a braccia aperte, e avrei dovuto iniziare a darmi da fare, il doppio.
E dimostrare che in fondo non ero una folle solo fuori dalla pista.




E dimostrare che in fondo non ero una folle solo fuori dalla pista

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