CI FERMIAMO ALL'EMPORIO DI NANETTI DA GIARDINO

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Persefone corrugò la fronte. "Parla di Medusa?" Chiese poi. Silena fissò Percy. "Non hai mai menzionato Medusa." "Non è solo venuto fuori." Charles corrugò la fronte. "Che ne avete fatto della testa? Era un trofeo di guerra, no?" Percy scrollò le spalle. Grover disse. "L'ha uccisa Percy quindi..." Silena fissò Percy. "Che ne hai fatto? Hai menzionato che tua madre lo ha usato e... Non l'hai spedito a Ade vero?" Percy scosse la testa, offeso. "Non avrei mai spedito la testa di Medusa allo zio!" Charles chiuse gli occhi. "Non lo hai spedito all'altro zio, vero?" "No, affatto." Zeus e gli dei lo fissarono increduli. "Lo hai fatto." Gli fece notare Hermes "PERCY!" Esclamò Charles e Percy alzò le mani. "L'ho spedita qui. Non solo a Zeus, ma a tutti loro." "PERCY!" Esclamò Silena. Michael rise. "Ho appena capito come ti sia passato di mente." "La filippica di Silena sulla mancanza di rispetto non avrebbe mai avuto fine." Annuì Travis e Connor disse. "Siamo grati che te ne sia scordato." "Molto grati." Insistette Michael.
"Guardai gli altri. -È bello sapere che là fuori esistono gli dei dell'antica Grecia, sapete?-"
Lo guardarono tutti. "Sei quasi morto perché Zeus e Ade cercavano di ucciderti." Gli disse Atena ed Ares sbuffò. "Dubito che sia serio, Atena. Vai avanti, Silena."
"Grover mi fissò cauto. -Perchè?-
-Perché hai qualcuno da incolpare quando le cose vanno storte. Per esempio, quando ti capita di fuggire da un autobus che è stato prima attaccato da mostruose  megere e poi fatto esplodere da un fulmine, e per giunta si mette a piovere. Molti penserebbero che si tratti solo di sfortuna ma quando sei un mezzosangue, invece, capisci che una forza divina sta cercando di rovinarti la giornata. Mi sento molto meglio da questa prospettiva."
Lo fissarono tutti di nuovo. "Che c'è? Non è solo rassicurante per tutti noi?" Charles sospirò. "Amo quel ragazzo, amo quel ragazzo, amo quel ragazzo..." "Che fai?" Gli chiese Jason. "Cerco di convincermi." Rispose. Leo sussultò. "Percy è incredibile! E ha ragione! È un'ottima prospettiva da avere!" "Tha, grazie Leo."
"Grover non mi rispose.
Annabeth, Grover e io ci ritrovammo a camminare fra i boschi del New Jersey, con il bagliore di New York che ingialliva il cielo notturno alle nostre spalle e il fetore del fiume Hudson che ci appestava le narici.
Grover rabbrividiva e ragliava, i grandi occhi caprini con le pupille assottigliate, colmi di terrore. — Tre Benevole. In una volta sola."
"Hai avuto di peggio con me." Gli fece notare Talia. Percy annuì. "Perché eri un splendido esempio di fine da fare." Talia lo fulminò con lo sguardo e Percy scrollò le spalle. "Sai che ho ragione." Talia lo fulminò e basta e poi si ritrovò bagnata dalla testa ai piedi di acqua gelida. "Ho freddo adesso!" "Questa è l'espressione che faccio quando non me ne frega niente di quello che dici." Le disse Percy indicandosi il viso. "È la tua solita faccia." Sospirò Charles. "Perché non mi interessa mai quello che dice." Silena sospirò, andando avanti a leggere.
"Continuavo a chiedermi perché mio zio fosse così determinato a uccidermi. Non poteva pensare davvero che sarei riuscito a prendere la folgore anche se ci avessi provato? Questo ipotizzando se lo zio l'avesse rubata in primo luogo, cosa che non aveva fatto. Chissà perchè i continui tentativi. Poseidone aveva ucciso uno dei suoi figli e voleva vendetta?"
Tutti lo guardarono e lui scrollò le spalle. "Adoravo lo zio. Perché avrei dovuto arrabbiarmi per qualcosa che aveva fatto lui?" "Ti voleva uccidere." Gli disse lentamente Talia, sentendosi leggermente preoccupata per il cugino. "E? Ho tipo detto a Grover che se mi avesse ucciso, lo avrei ringraziato. E poi avrei passato il resto del tempo a seguirlo in giro." Ade sospirò. "Sono cosi felice che nessuno ti abbia mai ucciso." "Carino da parte tua pensare che quello mi avrebbe impedito di inseguirti ovunque." Sorrise Percy, sentendo poi le braccia del padre stringerlo più forte.
"Invece Zeus sembrava un idiota. Voglio dire, se mi uccidi come diavolo dovrei riprenderti lo stupido giocattolo?"
Tutti lo guardarono. "Anche Zeus era tuo zio." "Non mi piaceva. Troppi affari e cose del genere." Era annuì e Anfitrite gli disse. "Anche tuo padre li aveva." "Già, beh... avevo un'adorazione per Ade, infatti." Le fece notare Percy, facendola ridere. "Sei nato da un affare." Gli fece notare Atena e lui scrollò le spalle. "E tu da una testa. Ora, mi domando chi abbia avuto la nascita peggiore." Talia, Jason, Nico e Hazel scoppiarono a ridere. Atena lo fissò storto e Silena continuò a leggere.
"L'esplosione dei finestrini dell'autobus mi risuonava ancora nelle orecchie. Odiavo i fulmini, lo avevo già detto?"
Jason ridacchiò quando Silena lo lesse. "Zitto, Grace." Gli disse Percy e lui sorrise. "Solo, non ti è passata, vero?" "Zitto e basta." Piper sbuffò divertita. "Me lo ricordo. 'Posso accettare Giganti e mostri, ma dovevano esserci anche i dannati fulmini? Non esco da qui! Nemmeno se va a fuoco!'" Percy distolse lo sguardo. Hazel la guardò. "Parli molto per qualcuno che usciva di testa al buio." "O per qualcuno che usciva di testa davanti a un enorme segugio infernale." Sorrise Nico. Percy sorrise loro e poi disse a Michael. "Vedi? E poi mi chiedi come posso ritenerli i miei preferiti!" "Non me lo chiedo più. Mi è bastato il 'Hai un problema con lui, hai un problema con me. Ma non per molto tempo perché ti trascino nel Tartaro.'" Percy sorrise
"Ma Annabeth continuava a trascinarci avanti, dicendo: — Coraggio! Più ci allontaniamo, meglio è."
"Avevate perso i soldi, cibo e vestiti." Disse Jason, guardando la bionda, che sospirò. "Era meglio che restare lì in attesa dell'arrivo di altri mostri. Visto che avevo visto cosa aveva fatto Lord Ade a Talia." Percy annuì. "Immagino di poter capire come quello fosse un pessimo modo di essere introdotti alla vita da semidio." Annabeth annuì. Vedere morire Talia e perdere Luke non aveva aiutato con il suo desiderio di avere qualcosa per sempre con sè. Percy probabilmente sarebbe stato la cosa più vicina, anche se non nel modo che aveva sempre pensato.
"— Laggiù c'erano i nostri soldi — le ricordai. — E anche il cibo e i vestiti. Tutto. "
I due si sorrisero e Nico alzò gli occhi al cielo. "Scommetto che incolpa Percy." "Non è una scommessa valida." Scosse la testa Leo.
"— Be', forse se tu non avessi deciso di buttarti nella mischia..."
"Shocker." Scosse la testa Hazel.
"— Che volevi che facessi? Dovevo lasciarvi ammazzare? "
"Avresti dovuto." Annuì Michael "Così poi potevo venire io con te!" Percy scosse la testa sorridendo, tenuto stretto dal padre preoccupato. "Sento l'amore." Disse seccamente Annabeth e Michael sorrise. "Non ho niente contro di te, davvero."
"— Non avevo bisogno della tua protezione, Percy. Me la sarei cavata."
"Sicuro, da morta." Disse Connor e Atena guardò la figlia. "Non avresti dovuto lasciare alla tua arroganza di avere la meglio su di te."
"— Sicuro. Ti avrebbero fatta a pezzi — intervenne Grover — ma te la saresti cavata."
"Anche Grover te lo aveva detto." Sospirò Talia, guardando delusa l'amica. Annabeth abbassò lo sguardo. A rileggere quello che era successo, si rendeva conto quanto torto avesse avuto. Dal suo punto di vista era sembrato tutto perfettamente ragionevole.
"— Piantala, ragazzo-capra — lo apostrofò Annabeth.
Grover ragliò mestamente. — Lattine... una busta intera di lattine.
-Io sarei felice di non aver fatto la fine di quelle lattine.- Gli dissi, facendolo sospirare deluso."
"Beh, Percy non ha tutti i torti." Disse Hermes ed Apollo annuì. "Siete vivi. Le lattine non sono davvero essenziali." Grover fece una smorfia. "Ma una busta intera di lattine."
"Sguazzavamo con i piedi su un terreno molliccio, fra brutti alberi contorti che odoravano di biancheria sporca.
Dopo qualche minuto, Annabeth mi si avvicinò. — Senti, io... — disse — apprezzo il fatto che sei tornato indietro per noi, okay? È stato molto coraggioso. "
"Bene. Un minimo miglioramento." Jason annuì, e Annabeth disse. "Ero più arrabbiata di aver avuto bisogno di aiuto che altro. Certo che lo consideravo coraggioso, nessuno sarebbe rimasto indietro per aiutare" Percy le sorrise. 
"— Siamo una squadra."
"Ed ecco Percy gentile!" Sorrise Katie, guardando poi dolcemente il ragazzo. Lui ricambiò con il suo sorriso da piantagrane che l'aveva sempre mezzo nei guai.
"Restò zitta per qualche altro passo. — Solo che se tu morissi, a parte il fatto che sarebbe una gran brutta cosa per te, significherebbe la fine dell'impresa. Questa potrebbe essere la mia unica occasione di vedere il mondo reale."
Tutti fissarono Annabeth. "Ti sembra una cosa da dire?" Le chiese Piper, delusa. Annabeth fece per difendersi, ma fu Percy a farlo. "Aveva i suoi motivi. Non prendertela con lei. Il suo difetto fatale?" Annabeth guardò grata il ragazzo e Atena chiese. "Perché la difendi? Quello che ha detto non è stato molto gentile" "Non sarà stato gentile, ma non aveva tutti i torti. Inoltre, Annabeth è orgogliosa. Ammettere di aver bisogno di aiuto o perdere l'occasione di mettersi alla prova non era facile per lei. Onestamente, non c'è nessun altro che vorrei a guardarmi le spalle." Annabeth sorrise a Percy e Michael fece una smorfia. "Nemmeno me?" "Sul serio, Michael?" Gli chiese divertito Percy, e Michael scrollò le spalle. "Sono solo molto simpatico da avere intorno, ecco tutto." "Lo sei."
"Il temporale finalmente era cessato. Il bagliore della città si era affievolito, lasciandoci quasi totalmente al buio. Non riuscivo a vedere quasi nulla di Annabeth, a parte un barlume dei suoi capelli biondi.
— Non sei mai uscita dal Campo Mezzosangue da quando avevi sette anni? — le chiesi."
"Beh, la maggior parte di noi preferisce stare nel Campo. O sono troppo potenti o i loro genitori non li vogliono in giro." Disse Michael, che poi guardò Percy. "Qualcuno non sembra aver capito che più potente sei, più mostri attiri." "Oh, no, l'ho capito. Solo che nessun mostro mi impedirà di stare con mia mamma." Ares sbuffò, ma non disse niente. Efesto annuì.
"— No, tranne per qualche gita. Mio padre...
— Il professore di storia.
— Già. A casa le cose non andavano. Cioè, casa mia è il Campo Mezzosangue. — Parlava in fretta, adesso, come se temesse che qualcuno potesse cercare di fermarla. — Al campo non fai altro che allenarti. Ed è fantastico, davvero, ma il posto in cui si trovano i mostri è il mondo reale. È qui che capisci davvero quanto vali."
"Beh, su questo aveva ragione." Disse Clarisse. "Puoi allenarti quanto vuoi, ma nella battaglia capisci quanto sei davvero." Charles annuì, dicendo, guardando male Chirone. "Altrimenti Percy non sarebbe durato molto, visto il suo allenamento." Chirone sospirò. Adesso si rendeva conto del vero pericolo che il ragazzo aveva corso, e in quanti modi avesse fallito verso di lui.
"Se non l'avessi conosciuta bene, avrei giurato di percepire un briciolo di dubbio nella sua voce."
"Lo avevo davvero." Disse Annabeth, sentendosi sollevata quando nessuno la guardò torvamente. "Comprensibile." Le concesse Charles e Silena annuì. "Ti eri allenata molto duramente, ma non avevi mai avuto occasione di metterti alla prova davvero."
"— Sei brava con quel coltello — le dissi."
"Guarda, arriva il protettivo Percy." Sorrise Travis e Leo esultò. "Adoro il protettivo Percy." "Arriva subito dopo il tosto Percy." Annuì Connor e Michael li fissò. "Io preferisco il sassy Percy." "Percy è sempre sassy." Gli fece notare Chris e Clarisse annuì. "E' il contorno che varia." Percy alzò vistosamente gli occhi al cielo.
"— Dici?
— Chiunque sia capace di montare a cavalluccio di una Furia è a posto, per me.
Non ci vedevo bene, ma immaginai che avesse sorriso nella penombra."
"Immagino che lo stesse facendo davvero." Disse Michael e Annabeth annuì. Percy scrollò le spalle. "Aveva avuto coraggio e avevo visto che non pianificava di usarmi come esca, anzi. Era disposta a rischiare. Coraggio di certo ne aveva." Annabeth gli sorrise e Percy agitò le sopracciglia verso di lei.
"— Sai — cominciò — forse dovrei dirtelo. Una cosa strana sull'autobus..."
"Di cosa si trattava?" Chiese Charles e Annabeth disse. "Le Benevole sembravano cercare un oggetto, non una persona." "Vero, anche lei ci stava arrivando." Annuì Percy. Grover concordò. "Solo che Ade era preferibile all'alternativa." "E sarebbe stato più facile." Disse Annabeth. "Ero coinvolto, ovviamente non era la soluzione facile." Disse Percy.
"Qualunque cosa volesse dire, fu interrotta da uno stridulo "Uuh-uuh", come il verso di un gufo torturato."
Grover sembrò offeso, ma non quanto Atena. "Perchè qualcuno dovrebbe farlo?" "Era solo come sembrava, Atena. Nessun gufo veniva torturato."
"— Ehi, il mio flauto funziona ancora! — esclamò Grover. — Se solo riuscissi a ricordarmi una canzone per ritrovare la strada, potremmo finalmente uscire da questo bosco!"
"Questa è una buona idea." Sorrise Hermes e Dioniso annuì. "Solo che allora le tue abilità musicali lasciavano piuttosto a desiderare." "Sono migliorato." Si difese Grover e Percy gli diede il pollice in su. Talia annuì. "Diavolo se sei migliorato! Non avremmo mai aiutato Artemide o Bessie senza di te." Annuì Percy. "Chi è Bessie?" Chiese Charles, confuso. Percy indicò la bolla nell'angolo, dove Bessie nuotava allegramente. "Hai chiamato Bessie l'Ofiotauro?" Chiese Tritone, stridulo. "Sembrava un bel nome." Scrollò le spalle Percy.
"Soffiò qualche nota, ma la melodia era ancora sospettosamente simile a Hilary Duff. Invece di ritrovare la strada, però, andai a sbattere contro un albero, procurandomi un discreto bernoccolo sulla testa. Da aggiungere alla lista dei superpoteri di cui ero privo: la vista a infrarossi."
Tutti risero. "Non me ne ero accorto!" Esclamò Grover e lui scrollò le spalle. "Beh, di certo non ho esclamato EHY, ho picchiato la testa! Evviva!" Gli disse Percy.
"Dopo aver inciampato, imprecato e in generale essermi depresso per un altro chilometro o giù di lì, finalmente vidi la luce: i colori di un'insegna al neon. Sentii profumo di cibo. Di ottimo cibo fritto e ipercalorico."
"Uno dam snack bar?" Chiese Talia e Percy fece una smorfia. "Purtroppo no."
"Mi resi conto che non mangiavo più schifezze da quando ero approdata alla Collina Mezzosangue, dove vigeva una sanissima dieta a base di frutta, pane, formaggio e carne magra grigliata dalle ninfe.
Chirone sbuffò. "È per tenere in forma i semidei. Cibi troppo pesanti vi renderebbero fiacchi in combattimento." Nico e Percy si guardarono. "Tipo, io e lui siamo andati avanti tre inverni a cheeseburger e patatine." Chirone li guardò. "Avete smesso, vero?" "A mia discolpa, mangio tutto." Disse Percy e Talia corrugò la fronte. "Non sono sicura che tu abbia capito il senso di quella frase." "No, l'ho capita." Talia guardò dubbiosa il ragazzo, ma Silena continuò a leggere. 
"Sentivo un urgente bisogno di un doppio cheeseburger."
Afrodite fece una smorfia e Travis rise. "Percy mangia come un satiro!" "EHY!" Esclamarono Percy e Grover.
"Continuammo a camminare finché tra gli alberi non sbucò una strada deserta. Sul ciglio della strada, di fronte a noi, c'erano un distributore di benzina in disuso, il cartellone pubblicitario di un film degli anni Novanta e un negozio aperto, che era l'origine della luce al neon e del profumo appetitoso.
Non era un fast food come avevo sperato. Era uno di quegli assurdi spacci che si incontrano ogni tanto ai lati delle strade e che vendono fenicotteri da giardino, indiani di legno, grizzly di cemento e chincaglieria simile. L'edificio principale era un magazzino lungo e basso, circondato da una marea di statue. L'insegna al neon sopra la porta era praticamente illeggibile per me, perché se c'è una cosa che i miei occhi leggono peggio del corsivo, è il corsivo rosso al neon."
"Dam corsivo rosso al neon." Disse Percy, facendo partire in una risata Talia e Grover.
"Decifravo una roba tipo: DAIZA ME, LEPMROIO DIE NNATTIE DA GRIADNIO."
"Suona davvero così per voi, la dislessia?" Percy annuì e disse. "Francamente orribile leggere o studiare." "Quaranta minuti che vanno solo per leggere." Annuì Nico, facendo una smorfia.
"— Che accidenti dice? — chiesi.
— Non lo so — rispose Annabeth.
Le piaceva così tanto leggere, che avevo dimenticato che anche lei era dislessica."
"Leggevo in greco." Gli disse Annabeth, scuotendo la testa, e Percy scrollò le spalle. "Stessa storia."
"Grover tradusse la scritta per noi: — Da zia Em, l'emporio dei nanetti da giardino."
"E voi siete entrati?" "No. C'era del cibo a pochi passi da noi, e siamo andati avanti senza avere idea di dove andare." Rispose Percy a Charles. Lui alzò gli occhi al cielo. "Non serve il sarcasmo, Percy." Gli disse Silena e lui scrollò le spalle. Poseidone lo strinse di nuovo.
"Accanto all'ingresso, come annunciato, c'erano due nanetti da giardino di cemento, dei brutti omuncoli barbuti che sorridevano e salutavano con la mano come se fossero in posa per una fotografia.
Attraversai la strada, seguendo il profumo degli hamburger."
"Crono avrebbe dovuto usarlo. Altro che potere, hamburger a volontà." Percy guardò Jason interessato, ma Talia sospirò. "Percy, non puoi accettare da Crono o Gea hamburger a volontà." "Ma..." "No." Nico intervenne. "Ci sarebbero anche Happy Meal, nella tua ipotesi?" "Aspetta, stai mettendo anche gli Happy Meal?" Chiese Percy, sgranando gli occhi. "Percy..." Hermes scosse la testa e Percy lo guardò. "Scusa, non ho idea di chi tu sia." Nico, Leo, Travis, Connor e Michael scoppiarono a ridere.
"— Ehi — fece Grover.
— Ci sono le luci accese — replicò Annabeth. — Forse è aperto.
— Snack-bar — dissi con voce sognante."
"Ecco, è andato." Scosse la testa Travis e Silena disse. "Doveva esserci qualche magia in gioco." "Magia?" Le chiese Annabeth, confusa. "Sì, magia. Sfrutta la mancanza di autoconservazione, il disprezzo per se stessi, e il senso di colpa." Guardarono tutti Percy e la stretta di Poseidone divenne dolorosa. "Ahi, papà, mi stai soffocando!" Poseidone rilassò il minimo indispensabile la presa, senza voler lasciare il ragazzo.
"— Snack-bar — concordò lei.
— Siete diventati matti? — esclamò Grover. — Questo posto è assurdo."
"Dovreste ascoltare il satiro." Disse Hermes e Percy alzò le mani. "Non avevo idea che i satiri potessero sentire i mostri." Poi inclinò la testa, pensando. Grover lo guardò. "Saresti entrato lo stesso." "Probabile. Ma era Annabeth che voleva uccidere." "E a te cosa voleva fare?" "Tenermi come una statua perché le ricordavo papà. Del tipo, wow, grazie! Ma penso di passare." Jason rise. Talia inclinò la testa. "Non avresti parlato più, però." "E gli zii e papà avrebbero portato distruzione nel mondo. Ma sì, pensa al lato più negativo di tutti." Lo guardarono tutti. "Le cose che dico sono di fondamentale importanza." "Meh." Disse Jason e Percy lo guardò male. "Di fondamentale importanza." "Certo, come dici tu." Gli sorrise storto.
"Lo ignorammo.
Il cortile d'ingresso era una foresta di statue: animali di cemento, bambini di cemento, perfino un satiro di cemento che suonava il flauto e che fece venire a Grover la pelle d'oca."
Grover fece una smorfia triste.
"— Bee-bee! — belò. — Somiglia a mio zio Ferdinand!
Ci fermammo davanti alla porta del magazzino."
"Non bussare." Disse Charles, spaventato.
"— Non bussare — supplicò Grover. — Sento odore di mostri."
"Ve lo aveva detto." Scosse la testa Dioniso, e Grover alzò gli occhi al cielo. "Mi è servito come allenamento. Almeno ho compreso bene come fosse essere amico di Percy." Percy gli sorrise.
"— Hai il naso intasato dalle Furie — gli disse Annabeth. — Io sento solo profumo di hamburger. Non hai fame?"
Talia esclamò. "Annabeth! Sapevi che era capace di farlo!" "Era anche lei sotto l'incantesimo di zia Em." La difese Percy, e anche Grover annuì. "Colpita meno di Percy, ma anche lei era stata colpita".
"— Carne! — replicò lui, risentito. — Io sono vegetariano."
Nico lo guardò. "Mangi enchiladas al formaggio e lattine di alluminio." "Verdura!" Insistette Grover.
"— Tu mangi enchiladas al formaggio e lattine di alluminio — gli ricordai.
— Sempre di verdura si tratta. Dai, andiamo via. Queste statue mi stanno guardando."
Nico e Percy si sorrisero e Travis inclinò la testa. "Ho un dejavu." Michael gli diede una pacca sulla spalla. "Ne avrai molti. Percy ha avuto due anni per contaminarlo con la sua pazzia unica." "Due anni fantastici!" Sorrise Nico. Percy gli sorrise entusiasta, perdendosi gli sguardi addolciti di Ade e Persefone.
"Volevo ascoltarlo, ma non capivo perché non ci riuscivo."
"La magia di Medusa, probabilmente." Disse Demetra, guardando dolcemente il ragazzo.
"Poi la porta si aprì con un cigolio e ci trovammo davanti una donna mediorientale — o perlomeno, indossava un lungo abito nero che la copriva per intero, a parte le mani, e aveva la testa completamente avvolta in un velo. Gli occhi scintillavano dietro uno strato di garza nera, ma non riuscivo a distinguere altro. Le mani color caffè sembravano vecchie, ma erano curate ed eleganti, e immaginai che un tempo fosse stata una bellissima donna."
"Lo era davvero." Mormorò Poseidone, ricevendo un colpo sulla spalla dal figlio. "Non fare complimenti a mostri che vogliono trasformarmi in statue!" "Scusa, perla." Poseidone diede un bacio sulla testa del figlio, che arrossì.
"Anche il suo accento suonava vagamente mediorientale. Disse: — Bambini, è tardi per andarsene in giro tutti soli. Dove sono i vostri genitori?"
"Avrei dovuto dire: sono dei." Riflettè Percy e Talia si unì al divertimento. "Certo, il tuo era il suo ex amante e la sua la donna che l'ha maledetta." Grover belò tristemente. "E un povero satiro che doveva fare scelte migliori in fatto di amici."
"— Sono... ehm... — cominciò Annabeth.
— Siamo orfani — risposi."
Charles lo guardò triste. "Molto veloce come scusa." "Unico motivo per cui tre dodicenni avrebbero potuto girare da soli di notte. NYC non è così sicura, di notte." Gli ricordò Percy, facendolo annuire.
"— Orfani? — ripeté la donna dispiaciuta. Detta da lei sembrava una parola sconosciuta. — Oh, poveri cari! Non posso crederci!
— Abbiamo perso il convoglio — continuai. — Il convoglio del circo. Il direttore ci aveva detto di aspettarli al distributore nel caso ci fossimo persi, ma forse se n'è dimenticato o intendeva un altro distributore. Comunque sia, ci siamo persi. Sbaglio o sento profumo di cibo?"
"Non è una brutta scusa." Disse Hermes, colpito. Travis e Connor annuirono. "È la mascotte della nostra cabina. Le cose che abbiamo fatto grazie a lui." "E vuole solo della coca cola in cambio." Chirone li guardò confuso. Poi sospirò. "Era stato deliberato. Hai provocato Talia apposta." "Dovevi essere distratto. E comunque, Talia sapeva cosa avremmo dovuto fare." "Ehy! Hai dato coca e cheeseburger! Per me era abbastanza." I due si sorrisero e Grover sospirò. "Non so se sia peggio quando andate d'accordo o quando non lo fate." "Quando andiamo d'accordo." Rispose Talia e Percy annuì. "Perché le idee peggiorano del 100%."
"— Oh, poveri cari — esclamò di nuovo la donna. — Dovete entrare, poveri bambini. Io sono zia Em. Accomodatevi pure sul retro. C'è un'area di ristoro.
La ringraziammo ed entrammo."
"E poi venite uccisi?" Chiese Leo e Percy scosse la testa. "Prima mangiamo e poi c'è il tentato omicidio." "Priorità, Leo." Disse Talia.
"Annabeth mi sussurrò: — Il convoglio del circo?
— Atena ha sempre un piano, eh?
— Hai il cervello intasato dalle alghe."
Li guardarono tutti e Grover belò. "Mal di testa. Mi hanno fatto venire il mal di testa." "Abbiamo migliorato la tua resistenza." Scrollò le spalle Annabeth e Percy annuì. "Mai nessuno che ci ringrazi per quello." "Ingrati." Sbuffò Talia.
"Il magazzino era pieno di altre statue: persone in ogni genere di posa, tutte vestite in modi diversi e con diverse espressioni in viso. Pensai che bisognasse avere un giardino davvero grosso per sistemarci anche una sola di quelle statue, perché erano a grandezza naturale."
"Hai studiato mitologia, Percy?" Chiese Atena e lui scrollò le spalle. "Pensavo che un mostro avrebbe avuto un impatto diverso." Leo annuì e Jason concordò. "Le trappole di solito si presentano benissimo." "Dannatamente bene." Annuì Talia.
"Soprattutto, però, stavo pensando al cibo."
"Nessuno aveva dubbi lì, Perce." Rise Talia e Percy le fece un sorriso. "Parli come se non avresti fatto la stessa identica cosa." "Oh, lo avrei fatto di sicuro." Rise la cugina.
"Avanti, datemi pure dell'idiota per essere entrato nel negozio di una sciroccata come quella solo perché avevo fame, ma qualche volta agisco d'impulso."
"Qualche volta?" Chiese incredula Talia e Jason scosse  la testa. "Qualche volta non agisci d'impulso!" "Stessa cosa." "No!" Esclamarono i due figli di Zeus.
"E poi, voi non avete mai sentito il profumo degli hamburger di zia Em. Era ipnotico... tutto il resto spariva."
"La magia era in azione." Annuì Silena e Demetra disse. "Probabilmente sul cibo." Percy sospirò. "Non si contamina il cibo con delle maledizioni." "Dannatamente vero. Andava uccisa solo per quello." Annuì Talia.
"Notai a malapena i gemiti nervosi di Grover o il modo in cui gli occhi delle statue sembravano seguirmi o il fatto che zia Em avesse chiuso la porta a chiave dopo che fummo entrati."
"Che bello! Siete in trappola!" Esultò Leo. "Inizia sempre così." Scrollò le spalle Percy. "A un certo punto diventa anche ripetitivo." Annuì Talia.
"Mi importava solamente di trovare l'area di ristoro. Ed eccola là, sul retro del magazzino: un bancone da fast food, un distributore di bibite, uno scaldavivande per i pretzel e un dosatore per le salse. Praticamente ogni ben di dio, più qualche tavolo da picnic."
Talia fece un gemito. "Diavolo, sembra incredibile." "Vero?" Annuì Percy e Leo concordò. "Uccidimi pure, ma prima fammi mangiare."
"— Accomodatevi — ci invitò zia Em.
— Fantastico — esultai io.
— Ehm — intervenne Grover con riluttanza — noi non abbiamo soldi, signora. "
"Bel tentativo." Si congratulò Silena e Grover le sorrise. Percy annuì. "Davvero. Anche se ti ho tipo odiato in quel momento." "Comprensibile. Odi chiunque ti tolga del cibo." Scosse la testa Talia divertita. Jason corrugò la fronte. "Davvero? A Nico ha dato la sua parte..." "COSA?" Talia guardò tradita il cugino che scrollò le spalle. "Aveva fame." "A me non hai mai dato niente. Hai detto 'prova a toccare il mio cibo, e perdi le dita.'" "E?" "A Nico lo hai dato?" "Non lo avrebbe mai chiesto! E aveva chiaramente fame!" Talia continuava a fissare tradita il ragazzo.
"Prima che potessi ficcargli un gomito nelle costole, zia Em replicò: — No, no, bambini. Niente soldi. Questo è un caso speciale, no? Offro io, a dei simpatici orfanelli come voi.
— Grazie, signora — disse Annabeth."
"Non le farà piacere sentire la tua voce." Disse Atena e Annabeth annuì. Percy sbuffò. "Forse non dovresti trasformare in mostri le persone di cui sei gelosa." "Non ero di certo gelosa di Medusa. Perché avrei dovuto?" Michael scrollò le spalle. "Forse volevi essere tu al suo posto." "Comprensibile. Percy è incredibilmente sexy. Posso capire perché per te lo sia suo padre." Annuì Connor e Percy scoppiò a ridere. "Lo pensate davvero?" Chiese gelida Atena. Annabeth tossì e Reyna chiese. "Non è così?" Atena fissò Percy che scrollò le spalle. "Non dovevi minacciarmi di morte." "Questa versione rimane!" Annuì entusiasta Leo. Katie sorrise. "Ha reso più tranquilli i tuoi figli."  Poseidone stava sorridendo divertito, mentre Percy scrollava le spalle. "Dai, Silena, vai avanti alla parte divertente!" "Quando Medusa cerca di uccidervi?" "Penso intenda quando spedisce il pacco agli dei." Disse Reyna. "Ovvio." rispose Percy
"Zia Em si irrigidì, come se Annabeth avesse detto qualcosa di sbagliato, ma poi si rilassò subito e pensai che fosse stata la mia immaginazione."
"Non lo era stata." Belò Grover. Annabeth fece una smorfia.
"— Non c'è di che, Annabeth — rispose. — Hai dei bellissimi occhi grigi, bambina. —"
"Tipo, si sta complimentando degli occhi di Atena?" Chiese Travis, confuso. Charles alzò gli occhi al cielo. "Non ti domandi come conoscesse il suo nome?" "Conoscono sempre i nomi di chi è con Percy!" Alzò le mani Connor, difendendo il fratello. Percy annuì.
"Solo in seguito mi chiesi come facesse a conoscere il suo nome, dato che non ci eravamo presentati."
"Interessante. Stai combattendo la magia parzialmente. Notare queste cose..." Demetra sorrise al ragazzo e Grover sorrise. "Percy è molto resistente alla magia in generale." "Vero." Sorrise Michael.
"La nostra ospite scomparve dietro il bancone e si mise a cucinare. Nel giro di pochi minuti ci portò dei vassoi carichi di doppi cheeseburger, frullati alla vaniglia e porzioni maxi di patatine."
"Sembra incredibile!" Gemette Talia. Percy annuì, gemendo. "Mi sta venendo fame." Mormorò poi, sentendo il padre stringerlo di più. Nico annuì anche lui affamato. Demetra sorrise e apparve una grande ciotola di frutta sulle gambe di Percy, che sorrise alla dea, ringraziandola, prima di dividerla con il cugino, che si era sistemato di lato a Poseidone, vicino al ragazzo.
"Divorai metà panino prima di ricordarmi di respirare."
Drew storse il naso. "Mi sembra ancora orribile che un ragazzo così sexy mangi anche così!" "Drew, ne abbiamo già parlato." Alzò gli occhi al cielo Percy. "Ma non ti valorizzi!" "Penso di valorizzarmi in altro! Ho i miei punti di forza!" "Ma... Potresti fare così tanto!" Percy sospirò, prima di fare cenno a Silena di proseguire.
"Annabeth trangugiò il frullato.
Grover piluccava le patatine e sbirciava la tovaglietta di carta cerata come se volesse assaggiare anche quella, ma sembrava ancora troppo nervoso per mangiare."
Grover belò. "Eravamo nella tana di un mostro, certo che ero nervoso!" "Soprattutto considerando quello che era successo con altri mostri." Sorrise dolcemente Talia, sapendo che l'amico si sentiva in colpa per quello che le era successo.
"— Cos'è questo sibilo? — chiese.
Tesi le orecchie, ma non sentii nulla. Annabeth scosse la testa."
"I satiri hanno un udito migliore." Spiegò Hermes, con un sorriso. Percy annuì e disse. "Beh, non sentivo comunque niente, quindi." Grover scrollò le spalle. 
"— Un sibilo? — fece zia Em. — Forse è il rumore della friggitrice. Hai un ottimo udito, Grover.
— Prendo le vitamine. Per l'udito.
— Davvero ammirevole — replicò lei. — Ma ti prego, rilassati."
"Rilassati, certo. Mentre temi di essere ucciso." "Nessun pericolo durante il pasto però." Sorrise Percy al satiro, che gli rivolse uno sguardo fintamente arrabbiato.
"Zia Em non mangiò nulla. Non si era tolta il velo nemmeno per cucinare e adesso se ne stava seduta sul bordo della sedia, a guardarci mangiare con le dita intrecciate. Era un po' inquietante avere qualcuno che mi fissava senza poterlo vedere in viso. Dopo il panino mi sentii sazio e un po' assonnato, ma pensai che il minimo che potessi fare fosse sforzarmi di scambiare due chiacchiere con la nostra ospite."
"Sei gentile anche con i mostri." Gli sorrise Apollo e Silena fece un sospiro soffocato. "Aveva messo anche un incantesimo di sonnolenza al cibo! Come hai fatto a ucciderla?" "Se continui a leggere, lo dovresti scoprire, Silena." Rispose Percy, sorridendo all'amica che proseguì con un sospiro ben udibile.
"— E così vende nanetti da giardino — esordii, cercando di mostrarmi  interessato.
— Oh, sì — rispose zia Em. — Ma anche animali e persone. Di tutto!  Anche su ordinazione. Le statue sono molto richieste, sapete."
"Pietrifica anche gli animali?" Chiese Leo, interessato. Efesto annuì. "Lo fa." "Povera, non ha potuto nemmeno godersi della compagnia di animali domestici." Fece una smorfia Percy e Poseidone gli sussurrò. "Mica non dovevo difendere i mostri che volevano trasformarti in statua?" "Io posso. E ho detto che non dovevi fargli complimenti."
"— C'è molto giro da queste parti?
— Non molto, no. Da quando hanno costruito l'autostrada, la maggior parte delle macchine non passa di qui. Devo tenermi caro ogni cliente che capita."
"Più come: devo pietrificare tutti quelli che passano." Specificò Jason e Ares alzò le spalle. "Penso fosse quello che intendeva." "Almeno offriva loro un pasto." Notò Connor e Percy annuì. "Decisamente un bravo mostro." Sentendo le braccia del padre stringerlo, Percy decise di usare il petto del dio come schienale, scivolando fino ad essere comodo, la testa nell'incavo del collo del dio. Poseidone sorrise entusiasta, stringendo dolcemente il figlio.
"Avvertii uno strano formicolio sul collo, come se qualcuno mi stesse guardando. Mi voltai ma c'era solo la statua di una ragazzina con un cestino di uova di Pasqua. I particolari erano incredibili, molto più accurati delle statue da giardino che si vedono in giro. Ma la faccia aveva qualcosa di strano. Sembrava spaventata, se non terrorizzata."
"Sì, la sua faccia poteva essere spaventosa." Annuì Percy e Talia lo guardò preoccupata. "Hai guardato Medusa in faccia?" "Non direttamente, ovviamente. Ma sì, l'ho fatto. Forse era il riflesso che vedevo, ma faceva piuttosto impressione." Percy rabbrividì. Poseidone lo strinse, sentendo la paura salire.
"— Ah — disse zia Em con un sospiro. — Hai notato che alcune delle mie statue non vengono bene. Sono rovinate. Non vendono. La faccia è la parte più difficile. È sempre la faccia.
— È lei a fare le statue? — chiesi."
"Un grande talento." Annuì Michael e Percy gli sorrise. "Beh, pensa agli affari come artista distopico." "Quanti soldi faremmo?" Gli chiese Nico e Percy scrollò le spalle. "Abbastanza da non doversi preoccupare di trovare un lavoro." "Non sarebbe male." Riflettè Travis e Connor guardò Percy. "Puoi ucciderla quando si ripresenta." "O posso recuperare la sua testa." Scrollò le spalle Percy. Nico, Travis e Connor annuirono.
"— Oh, sì. Un tempo mi aiutavano le mie due sorelle ma sono morte, ormai, e zia Em è rimasta sola. Ho soltanto le mie statue. Ecco perché le faccio, capite. Mi fanno compagnia. — La tristezza della sua voce sembrava così profonda e autentica che non potei fare a meno di provare pena per lei."
"Ovviamente ti senti triste per il mostro." Scosse la testa Charles, un sorriso esasperato in viso. Percy sorrise, alzando le spalle per come riusciva dal suo posto in grembo al padre.
"Annabeth aveva smesso di mangiare. Si sporse sul bordo della sedia e chiese: — Due sorelle?"
"Hai capito il mito, bene." Sorrise Atena alla figlia.
"— È una storia terribile — raccontò zia Em. — Non adatta ai bambini, davvero. Vedi, Annabeth, una donna cattiva era gelosa di me, tanto tempo fa, quando ero giovane. Avevo un fidanzato e questa donna cattiva voleva separarci. Provocò un incidente terribile. Le mie sorelle abitavano con me. Hanno condiviso la mia sfortuna fin quando hanno potuto, ma alla fine sono morte. Sono scomparse. Solo io sono sopravvissuta, ma ho dovuto pagare un prezzo. Un prezzo molto alto."
"Però è molto triste." Sospirò Michael e Percy annuì. "Meritava di meglio." "Non lo fanno tutti loro?" Fece una smorfia Will e Percy e Michael annuirono.
"Non sapevo di preciso cosa volesse dire, ma mi dispiaceva per lei. Mi sentivo le palpebre pesanti. Povera, vecchia signora! Chi mai avrebbe voluto fare del male a una persona così simpatica? Beh, tranne la donna gelosa, che probabilmente aveva il debole per il fidanzato. Tipico. Avevo già detto quanto potevano essere meschine le ragazze?"
"Lo avevi detto." Rise Leo e Piper guardò Drew. "E hai ragione riguardo le ragazze meschine." "Solo perché non sei d'accordo con me non significa che io abbia torto."
"— Percy? — Annabeth mi richiamò, scrollandomi per un braccio. — Forse dovremmo andare. Il direttore del circo ci starà aspettando."
"Sì, andatevene da lì." Annuì Apollo, teso. Poseidone strinse dolorosamente il figlio. "Papà, stai di nuovo stringendo troppo." Si lamentò lui.
"Sembrava tesa. Non capivo perché. Grover ormai stava mangiando la tovaglietta di carta cerata del vassoio. Non avevo idea se zia Em trovasse la cosa strana, ma non disse nulla."
"Sì, avete appena tolto ogni dubbio." Rise Talia e Grover scrollò le spalle. "Tanto sapeva già chi erano loro due. Potevo almeno mangiare qualcosa, prima di morire." "Questo è il modo migliore di pensare!" Sorrise Percy. "No!" Esclamarono Silena e Charles.
"— Hai dei bellissimi occhi grigi — ripeté zia Em ad Annabeth. — Numi del cielo, ne è passato di tempo dall'ultima volta che ho visto degli occhi grigi come i tuoi. "
"Più o meno da quando sono stata maledetta." Disse Percy con la voce di Medusa. "Questa è... un'ottima imitazione." Annuì Talia, sconvolta. "Percy è il migliore a fare le voci!" Sorrise Katie e Silena annuì. "Racconta le storie per i bambini più piccoli al campo. Lo adorano tutti." "Soprattutto Lucy, eh?" Sorrise Michael e lui alzò gli occhi al cielo. "Non è colpa mia se aveva sei anni quando Coach l'ha portata al Campo e ha preso a chiamarmi mamma."
Zeus soffocò, divertito.
"Chi è il suo genitore divino?" Chiese Tritone, divertito.
"Apollo." Rispose Charles divertito.
Apollo sorrise, mentre Poseidone fulminava il nipote con lo sguardo.
"Tese il braccio come per accarezzare la guancia di Annabeth, ma lei si alzò in piedi di scatto."
"Creepy." Rabbrividì Piper e Percy annuì. "Molto."
"— Dovremmo proprio andare.
— Sì! — Grover inghiottì la tovaglietta e anche lui si alzò in piedi. — Il direttore ci sta aspettando! Giusto!
Corrugai la fronte. Mostro e donna gelosa... oh, vero, era una delle amanti di Poseidone. Che fortuna."
"Non ho capito perché non ci hai accontentato allora." Corrugò la fronte Annabeth, confusa. Percy scrollò le spalle.
"Poi, è successo di nuovo il buio. Adesso, per buio intendo quando sei in un posto, chiudi gli occhi e sei in un alto posto. Così, senza sapere come o perchè. Non ricordo molto, ma solo che poi ero con Annabeth e Grover, seduto su una panchina. Sbattei le palpebre. Come ci ero arrivato?"
Annabeth spalancò la bocca. "Oh." "Ci ha chiesto di posare per una foto e poi ci ha portati lì." Gli disse Grover, parlando gentilmente. Aveva sentito la sua confusione in quel momento. Parlando con i satiri più anziani, aveva capito che tipo di magia aveva usato Medusa e si era sentito malissimo per l'amico, che aveva chiaramente avuto bisogno di una mano, ma che non era stato capace di riceverla da nessuno.
"— Non c'è molta luce per una foto — osservai, sentendomi la testa pesante.
— Oh, basterà — mi rassicurò zia Em. — Noi riusciamo a vederci, sì?"
Poseidone strinse il figlio. "Oh, Perce."
"— Dov'è la macchina fotografica? — chiese Grover.
Zia Em fece un passo indietro, come per ammirare la posa. — Ora, la faccia è la cosa più difficile. Potete farmi un sorriso, tutti quanti? Un bel sorrisone?
Grover lanciò un'occhiata al satiro di cemento e borbottò: — Somiglia proprio allo zio Ferdinand."
"Anche tu avevi capito che mostro era?" Sorrise Hermes gentilmente. "Povero zio Ferdinand." Sospirò Grover, sentendosi triste per tutti i parenti che aveva perso.
"— Grover — lo rimproverò zia Em — guarda da questa parte, caro.
Non aveva ancora la macchinetta in mano."
"Beh, ce l'aveva in testa." Disse Leo e Percy annuì. "Sicuramente un peso in meno da portarsi in giro." Poseidone lo strinse, ricevendo degli sguardi addolorati e preoccupati da Anfitrite, il figlio immortale, Zeus, Ade , Demetra e Estia.
"— Percy... — fece Annabeth.
Un certo istinto mi diceva di darle retta, ma stavo lottando contro il sonno e la quiete rassicurante che mi trasmettevano il cibo e la voce della vecchia signora."
"Devi dare sempre retta al tuo istinto." Gli disse Ares e Clarisse disse. "Quello di Percy è particolarmente buono." Grover, Leo, Michael, Nico, Travis, Connor, Charles e Silena annuirono. Talia scrollò le spalle. "Suppongo si possa dire così." "Wow! Quello era un complimento! Serve del ghiaccio?" Le chiese Percy, ridendo allo sguardo che ricevette in cambio.
"— Ci vorrà un momento — continuò zia Em. — E solo che non vi vedo molto bene con questo maledetto velo.
— Percy, c'è qualcosa che non va — insistette Annabeth.
— Qualcosa che non va? — ripeté zia Em, cominciando a togliersi il copricapo. — Niente affatto, cara. Ho una così nobile compagnia, stasera. Cosa potrebbe mai guastare le cose?"
"Beh, pietrificarli?" Suggerì Connor e Percy scosse la testa. "Nah, avrebbe avuto un'adorabile compagnia più a lungo." Annabeth e Grover alzarono gli occhi al cielo.
"— Ma questo è lo zio Ferdinand! — esclamò Grover con il fiato mozzo.
— Non la guardate in faccia! — gridò Annabeth. Si infilò il berretto degli Yankees in testa e sparì, tirando via me e Grover dalla panchina con le sue mani invisibili."
"Bello!" Applaudirono Travis e Connor e Grover fece una smorfia. "Mi è finita in bocca della terra." "Era gustosa?" Gli chiese Percy e Grover scosse la testa disgustato. "Per niente, Peeercy!"
"Finii a terra, con i sandali di zia Em davanti agli occhi.
Sentii Grover che si allontanava a carponi da un lato, Annabeth dall'altro. Ma io ero troppo stordito per muovermi."
"Devi lottare il doppio per uscire dall'incantesimo." Gli disse dolcemente Estia. La dea sapeva come si fosse sentito debole il ragazzo. L'aveva visto lottare con le sue insicurezze e indecisioni. L'aveva visto tutto il tempo, persino più di quanto non avesse fatto Poseidone.
"Poi udii uno strano suono provenire dall'alto. Alzai gli occhi,"
"NO!" Urlarono Poseidone e Ade e Zeus scosse  la testa. "Non devi guardarla negli occhi!" "Non l'ho fatto!" Si difese Percy.
"posandoli sulle mani di zia Em, che erano diventate storte e bitorzolute, con degli affilati artigli di bronzo al posto delle unghie."
"Ugh, rivoltante." Storse il naso Drew. Percy annuì. "Non è stata la vista più piacevole che io abbia mai fatto." Annuì. "Davvero?" Chiese Talia, la voce piena di sarcasmo. Percy annuì, seriamente.
"Stavo per alzare ancora di più lo sguardo,"
Percy sorrise agli sguardi dei Tre Grandi, prima di dire. "Non l'ho fatto, evidentemente."
"ma da qualche parte alla mia sinistra Annabeth mi gridò: — No! Non farlo!"
"Grazie, Annabeth." Le disse Percy e Annabeth annuì. "Sarebbe stata una brutta fine." "Per chiunque." Annuì Grover, tremando.
"Di nuovo quel suono stridulo: il suono di minuscoli serpenti, proprio sopra di me, nel punto in cui... nel punto in cui avrebbe dovuto trovarsi la testa di zia Em."
"Avevi capito  che mostro era, però." Disse Piper, confusa. Afrodite spiegò alla figlia. "Semplicemente la magia lo stava influenzando." "Devi aver avuto una grande forza d'animo per liberarti dalla sua influenza." Gli disse Hylla e Reyna annuì. "Abbiamo vissuto con una maga e sappiamo quanto può essere forte la sua azione." Percy annuì verso di loro.
"— Scappa! — belò Grover. Lo sentii correre sulla ghiaia e strillare "Maia!" per mettere in azione le scarpe volanti."
"Hai intenzione di colpire Medusa senza guardarla?" Gli chiese Demetra con tono gelido. Grover arrossì e Ares rise. "Questo è un piano folle!" "Oh, la specialità di Percy!" Applaudì Talia, causando otto sguardi spaventati verso Percy da parte delle divinità presenti.
"Non riuscivo a muovermi. Fissavo gli artigli contorti di zia Em e cercavo di combattere lo stordimento in cui mi aveva indotto. 
— Che peccato rovinare un volto giovane e bello — disse lei in tono suadente. — Resta con me, Percy. Devi soltanto alzare gli occhi."
Silena si bloccò e Apollo disse. "Era ancora più complicato allora. La sua magia era rivolta principalmente a te."
"Lottai contro l'istinto di obbedire. E invece di guardare in alto, spostai lo sguardo di lato e vidi una di quelle sfere di vetro ornamentali che si mettono nei giardini. Riuscii a scorgere il riflesso scuro di zia Em nel vetro arancione, — il copricapo era svanito, svelando il suo viso come un pallido cerchio scintillante. I suoi capelli si muovevano, contorcendosi come serpenti."
"Mossa intelligente." Sorrise Hermes e Afrodite annuì. "La sua magia ti diceva di obbedirle e hai trovato una scappatoia! Ben fatto!" Percy sorrise ai due dei.
""Pensa" mi dissi. "Com'è morta Medusa nel mito?"
Ma non riuscivo a pensare. Qualcosa mi diceva che nel mito Medusa era addormentata quando  Perseo, il mio omonimo, l'aveva attaccata."
"Vero, unico modo in cui avrebbe potuto batterla." Annuì Era.
"Ma in quel momento era sveglissima, avrebbe potuto sfoderare gli artigli e squarciarmi la faccia in quello stesso istante."
"Perché non lo ha fatto?" "Le ricordavo papà." Spiegò Percy guardando la matrigna, che sorrise verso il marito.
"— È stata la dea dagli occhi grigi a farmi questo, Percy — raccontò Medusa, e non sembrava affatto un mostro. La sua voce mi invitava ad alzare lo sguardo, a provare compassione per una povera vecchia nonnina."
"Non possiamo davvero incolpare la magia per questo." Scosse la testa Michael e Grover annuì. "Mi aveva detto che Medusa era stata fregata da una dea." "Vero." Annuì Talia. "Motivi per disprezzare Atena e non chiamare il campo in suo onore." Disse Travis, pensando all'elenco con il quale Percy e Clarisse avevano convinto tutti a votare per Ares. "Primo, si fa guidare dall'arroganza e crea nemici che poi se la prendono con i loro figli o con i semidei." Citò Connor. Poseidone rise e Ade disse. "Decisamente tuo figlio."
"— Ero una donna bellissima. La madre di Annabeth, la maledetta Atena, mi ha trasformato in questo.
— Non ascoltarla! — gridò la voce di Annabeth, da qualche parte in mezzo alle statue. — Scappa, Percy!"
"Bel tentativo, ma lo stava mettendo sotto incantesimo." Disse Ares alla ragazza. "Lo sapevo!" Scattò Annabeth.
"— Silenzio! — ringhiò Medusa. Poi la sua voce si modulò di nuovo in un mormorio suadente e consolatorio. — Capisci perché devo distruggere quella ragazza, Percy? È figlia della mia nemica. Disintegrerò la sua statua. Ma tu, caro Percy, tu non devi soffrire."
"Vedi?" Disse Connor indicando il libro. Percy annuì. "Dannatamente vero." Talia rise, "maledetta Atena." Anche Percy e Nico iniziarono a ridere.
"— No — borbottai, cercando di convincere le mie gambe a muoversi. Annabeth sarebbe stata uccisa. Cercai di scuotere la testa. Dovevo muovermi."
"Come sono felice che la lealtà sia il tuo difetto fatale." Disse Jason, rilasciando il respiro. Gwen e Dakota annuirono e Reyna disse. "A prescindere da quante volte ci hai salvato da situazioni disperate."
"— Vuoi davvero aiutare gli dei? — mi chiese Medusa. — Capisci ciò che ti aspetta in questa folle impresa, Percy? Quello che accadrà se raggiungerai gli Inferi? Non essere una pedina degli dei, mio caro. Staresti molto meglio come statua. Meno dolore. Meno sofferenza."
"Su questo non aveva tutti i torti." Mormorò amaramente Percy, sentito però dal padre, che diventava sempre più preoccupato.
"— Percy! — Alle mie spalle, sentii un forte ronzio, come di un colibrì gigante che piomba giù in picchiata dal cielo. Grover strillò: — Abbassa la testa!
Mi voltai ed eccolo là, Grover, nel cielo notturno, che si slanciava giù con le scarpe svolazzanti ai piedi e un ramo grande come una mazza da baseball in mano. Teneva gli occhi chiusi e muoveva la testa a destra e a sinistra, facendosi guidare dal naso e dalle orecchie.
— Abbassa la testa! — gridò di nuovo. — A quella ci penso io!"
"Beh, questo lo farà svegliare." Rise Michael. "Dannazione se lo farà." Annuì Talia.
"Fu questo a farmi agire. Conoscendo Grover, ero sicuro che avrebbe mancato Medusa e beccato me in pieno. Mi tuffai di lato."
Grover belò offeso. "Non ti avrei mai colpito!" Annabeth rise. "Onestamente, avevo paura anche io per Percy." Percy rise e disse. "Però, sono davvero grato che tu lo abbia fatto. Non riuscivo a liberarmi da solo." Grover gli sorrise, alzando gli occhi al cielo al suo occhiolino sfacciato.
"Sbang!
All'inizio pensai che fosse il suono di Grover che sbatteva contro un albero."
Talia scoppiò  a ridere. "Grover che andava contro un albero." Grover belò offeso e Percy alzò le mani in segno di resa. "Avevi gli occhi chiusi!" "Bene, immagino."
"Poi Medusa ruggì di rabbia.
— Tu, miserabile satiro — ringhiò. — Ti aggiungerò alla mia collezione!
— Questo era per lo zio Ferdinand! — replicò Grover."
"BRAVO GROVER!" I semidei greci presenti iniziarono ad applaudire il satiro, che arrossì. "Cavolo! Che coraggio per essere un fau.... satiro." Disse Gwen, un sorriso sul viso.
"Riuscii a fuggire carponi e a nascondermi fra le statue, mentre Grover si lanciava in picchiata per un altro colpo.
Sbadabang!"
"Grazie." Sussurrò Poseidone, posando la testa tra i capelli del figlio. "Ehy, sto bene, papà." Gli sussurrò Percy.
"— Aahhh! — gemette Medusa, la chioma serpentina che sibilava e soffiava.
Vicinissima a me, la voce di Annabeth mi chiamò: — Percy!"
"Gli darai un infarto se continui a farlo!" Le disse Talia e Annabeth disse. "Se Medusa mi avesse vista, sarebbe partita verso di me." "Aveva ragione." Annuì Percy. "Tra me e lei, ero quello che aveva le migliori possibilità." "Di fare cosa?" Chiese Apollo. "Di avvicinarmi, ovviamente." Spiegò Percy, facendo gemere gli dei.
"Mi fece saltare così di scatto che per poco non travolsi un nanetto da giardino. — Cavolo! Non farlo mai più!
Lei si tolse il berretto e diventò visibile. — Devi tagliarle la testa."
"Wow, mi sembra esagerato." Ridacchiò Piper e Leo scosse la testa. "Ha maledetto il cibo. Non si merita una testa." "Dannatamente vero." Disse Talia. Jason disse. "Penso che fosse per le vittime che faceva." Annabeth annuì e Hermes chiese. "Ma perché non ve ne siete semplicemente andate?"
"— Cosa? Sei impazzita? Filiamocela."
"Che eroe." Sogghignò Atena. Dioniso sbuffò. "Quel ragazzo ha affrontato Titani e Giganti. E quell'anno stesso un dio in un combattimento. Quindi, stai zitta, Atena." Hermes ed Apollo annuirono e Artemide disse. "Solo gli sciocchi non hanno mai paura." Percy le sorrise.
"— Medusa è una minaccia. È malvagia. La ucciderei io, ma... — Annabeth deglutì, come se stesse per fare un'ammissione difficile. — Ma tu hai l'arma migliore. E poi, io non riuscirei mai ad avvicinarla. Mi farebbe a fettine per via di mia madre. Tu hai una possibilità."
"Davvero? Ammissione difficile?" Le disse Drew e Percy rispose. "Il suo difetto fatale è l'arroganza, Drew. Ammettere di aver bisogno di aiuto? È stato difficile per lei." "Ma è riuscita comunque a farlo." Disse Grover. Annabeth sorrise ad entrambi.
"— Cosa? Io non posso...
— Di' un po', vuoi che continui a trasformare altri poveri innocenti in statue?"
Annabeth guardò Percy. "Non sapevo quale fosse il tuo difetto fatale, te lo giuro. Non volevo manipolarti." "Non l'ho mai pensato. Avessi visto prima le altre statue, non avrei esitato così tanto." Annabeth sorrise al ragazzo, sollevata.
"Indicò una coppia, un uomo e una donna abbracciati, che erano stati pietrificati dal mostro."
Afrodite emise un gemito udibile. "Poverini!" "Vero." Annuì Percy.
"Annabeth strappò una palla di vetro verde da un piedistallo vicino. — Uno scudo levigato andrebbe meglio — Studiò la sfera con occhio critico.— La convessità causerà una certa distorsione. Le dimensioni del riflesso saranno distorte per un fattore di..."
Talia fece una smorfia. "Parli la nostra lingua, per favore?" Annabeth alzò gli occhi al cielo. "Lo stavo facendo!"
"— Vuoi parlare la nostra lingua, per favore?
— Lo sto facendo! —"
"Anche Talia è stata contagiata da Percy." Sospirò Michael e Grover belò. "Non hai idea di quanto sia orribile andare con loro due in giro." "EHY!" Risposero entrambi, offesi. Nico rise. "Siete stati banditi per danneggiamento dell'impianto idrico e elettrico di un intero supermercato." I due scrollarono le spalle. "Era un ottimo piano." Annuì Percy e Talia sbuffò. "Certo che lo era." Grover sbuffò forte, in disaccordo ma Silena continuò a leggere.
"Mi lanciò la palla di vetro. — Guardala soltanto attraverso il vetro. Non guardarla mai direttamente."
"Ottimo piano." Sorrise Atena ed Ares sbuffò. "Ha preso la parte facile." "Non lo facciamo sempre?" Chiese Connor e Travis annuì. "Soprattutto con Percy presente." "Lo so, sono fantastico." Nico annuì e Percy gli sorrise.
"— Ehi, ragazzi! — ci chiamò Grover, da qualche parte sopra di noi. — Credo che abbia perso i sensi.
— Roooaarrr!"
Hermes rise. "O forse no."
"— Forse no — si corresse Grover, preparandosi a un'altra bastonata."
"Ragioni come una capra." Gli disse Atena ed Hermes sorrise. "Quel satiro è stato scelto da mio figlio come messo." Grover sorrise con orgoglio e Atena sbuffò.
"— Sbrigati — mi esortò Annabeth. — Grover ha un fiuto eccezionale, ma prima o poi finirà per schiantarsi."
"Grazie per il voto di fiducia." Sbuffò Grover e Percy lo guardò. "Ma è quello che hai fatto!" "Io non ti faccio notare le cose folli che fai!" "Non faccio cose folli!" "No?" Chiesero tutti i semidei, guardandolo stupiti. Hazel disse. "Hai fatto una scommessa con Gea!" "Ho vinto una scommessa con Dirty Face! C'è un'enorme differenza!" "Dirty Face?" Chiese Era, vagamente divertita. "Dopo due volte che cerca di uccidermi si merita un titolo del genere." "Dannatamente vero!" Applaudì Leo. Jason sospirò. "Non posso ancora credere di aver fatto un intero viaggio fino alla Grecia con voi due!" "Nemmeno io, credimi." Scosse la testa Piper. "Non eravamo abbastanza per le loro idee folli!" Sospirò Hazel e Percy e Leo si sorrisero.
"Tirai fuori la penna e tolsi il cappuccio. La lama di bronzo di Riptide si allungò nella mia mano.
Seguii i sibili e i soffi dei capelli di Medusa.
Fissavo la sfera, cercando di intravedere solo il riflesso della Gorgone.
Poi, nel vetro sfumato di verde, la vidi.
Grover stava piombando giù per un'altra bastonata, ma stavolta scese un po' troppo in basso. Medusa afferrò la mazza e lo scagliò lontano. Lui si rigirò in aria e precipitò fra le braccia del grizzly di pietra, con un "Umfff!" di dolore."
"Ora, questo potrebbe rovinare la serata." Esclamò Connor e Percy annuì. Talia esclamò. "Stavi bene Grover?" "Abbastanza dolorante, ma ho passato il testimone." "Passato il testimone?" Chiese Efesto, confuso. "Era il turno di Percy." Spiegò Talia, guardando il ragazzo che le sorrise impertinente.
"Medusa stava per scagliarsi contro di lui quando la chiamai: — Ehi!"
"E Percy attira di nuovo, per la terza volta, un mostro che sta per far male a Grover." Disse Travis e Leo scrisse Medusa al suo elenco.
"Mi feci avanti, con la spada in una mano e la sfera nell'altra. Se mi avesse attaccato, non so come avrei fatto a difendermi.
Ma lei lasciò che mi avvicinassi, metro dopo metro."
"Quando si dice dover superare una cotta." Scosse la testa disgustato Percy. Anfitrite rise e Persefone gli disse. "Non essere così solo perché si tratta di tuo padre." Percy arrossì prima di negare vivacemente, ma nessuno gli prestò molta attenzione. Clarisse rise. "Pretty, ma sai che i semidei dei due campi non hanno ancora superato le loro cotte per te?" "Ma di che parli?" Le chiese confuso Percy. Michael rise e Rachel lo guardò. "Oh, allora sei proprio ignaro!" "Non sono ignaro." "Avevo una cotta per te." Lo informò Connor, prima di girarsi. Percy era sconvolto. "Quando?" "Non sei ignaro?" Talia stava ridendo. "Non ci credo! Capisci i pensieri così ma non vedi quando hanno una cotta per te!" "Era divertente da vedere." Sorrise Travis. "Mi state prendendo in giro." Decise Percy, ignorandoli. Silena sorrise, continuando a leggere.
"Ora riuscivo a vedere il riflesso del suo viso. Non poteva essere davvero così brutto. I ghirigori verdi della sfera probabilmente lo distorcevano, peggiorandolo."
"Possibile, ma non doveva essere nemmeno molto bello." Ragionò Connor e Travis guardò Percy. "Non guardo Medusa per deciderlo. Scordatelo." "Ma perché no? Se le chiudiamo gli occhi..." propose Connor e Michael sospirò. "Non date idee a Percy per mettersi in pericolo! È troppo bravo da solo!"
"— Non faresti mai del male a una vecchia signora, Percy — disse con voce suadente. — So che non lo faresti."
"Ti stava cercando di mettere di nuovo sotto incantesimo." Sospirò Estia, guardando dolcemente il ragazzo.
"Esitai, zia Em era stata fregata dalla Miss-non-mi-sposo-perchè-nessuno-mi-sopporterebbe"
"Come scusa?" Esclamò Atena, alzandosi. Era la fece risedere. "Stai solo dimostrando il punto di Percy. Ora stai ferma e lascia leggere Silena." Atena fissò la dea, ma Percy le sorrise, in ringraziamento.
"Non meritava davvero di essere uccisa per non poter parlare con nessuno mai."
"Grande, ora mi fai sentire triste per Medusa!" Esclamò Talia, guardando il ragazzo stupita. "Come diavolo fai?" "Non lo so." Rispose Percy, scrollando le spalle "Nello stesso modo in cui fa passare un'idea pessima per una brillante." Disse Michael e Percy gli rivolse un occhiolino.
"Dal grizzly di cemento, Grover gemette: — Percy, non ascoltarla!
Medusa ridacchiò. — Troppo tardi.
Mi si avventò contro con gli artigli tesi. Okay, puoi anche morire."
Scoppiarono tutti a ridere. "Ti è passata presto la compassione." Gemette Apollo e Percy alzò le spalle. "Ehy, stava per uccidermi, poteva anche perdere la testa."
"Sferrai la spada verso l'alto e si sentì un rumore disgustoso, szock!, seguito da un sibilo, come vento che soffia da una grotta: il suono del mostro che si disintegrava. Qualcosa cadde a terra, vicino al mio piede. Ci volle tutta la mia volontà per non guardare. Una melma tiepida mi inzuppò il calzino, mentre teste di serpentelli morenti mi tiravano i lacci della scarpa."
"Rivoltante." Disse Drew e Gwen annuì. Afrodite gemette e disse. "Almeno ti sei cambiato?" "Uh... no? Tutta la nostra roba aveva fatto BUM insieme a un autobus." Rispose Percy. A quel promemoria, Poseidone tornò a fissare torvamente il fratello, che deglutì nervorsamente.
"— Bleah! — disse Grover. Aveva ancora gli occhi chiusi, ma immagino che sentisse quella cosa friggere e gorgogliare. — Che schifo."
"Ne sentivo anche l'odore." "Oh, come non ti invidio, amico." Scosse la testa Percy. Talia aveva una smorfia. "Nemmeno io."
"Annabeth si avvicinò, con gli occhi puntati verso il cielo e il velo di Medusa in mano. — Non ti muovere! — disse.
Molto, molto attentamente, senza abbassare lo sguardo, si inginocchiò e avvolse la testa del mostro nel drappo nero, quindi la raccolse. Colava ancora una specie di poltiglia verde."
"Rivoltante." Scosse la testa Persefone e Drew guardò Annabeth. "L'hai toccata?" "Grazie a Percy, non è rimasta in nostro possesso molto a lungo."
"— Stai bene? — mi chiese con voce tremante.
— Sì — decisi, anche se stavo per vomitare il mio doppio cheeseburger. — Perché la testa non si è disintegrata?
— Una volta tagliata, diventa bottino di guerra — spiegò lei. — Come il tuo corno del Minotauro. Ma non toglierle il drappo. Può ancora pietrificarti.
-Quando si dice perdere la testa per qualcuno.- Mormorai."
"Umorismo orribile." Scosse la testa Jason e Talia, ridendo, disse. "Io lo trovo divertente." "Non fai ridere nemmeno tu." "Ehy! Talia è molto simpatica!" Disse Percy, fissando Jason.
"Grover scese dalla statua del grizzly, lamentandosi. Aveva una bella ferita sulla fronte. Il berretto verde pendeva di traverso da uno dei suoi corni caprini e i piedi finti gli si erano sfilati dagli zoccoli, mentre le scarpe magiche svolazzavano a casaccio attorno alla sua testa.
— Il Barone Rosso — dissi. — Ottimo lavoro, amico."
"Sei stato molto coraggioso!" Annuì Reyna, apprezzando il satiro con uno sguardo. Hermes sorrise. "Mio figlio sceglie bene i suoi protetti." Percy annuì, dando il pollice verso l'amico.
"Mi rivolse un sorriso timido. — Non è stato divertente, però. Be', la parte delle randellate con la mazza sì. Ma lo schianto sull'orso di cemento? Non direi."
"Nessuno troverebbe divertente schiantarsi su un orso di cemento." Fece notare Gwen confusa e Percy inclinò la testa. "Ma da dove ha preso un orso da pietrificare, poi?" Annabeth scrollò le spalle. "Importa?" Chiese Silena, guardando il ragaszzo e Charles sospirò. "No, Percy, non puoi prendere un orso da tenere con te." "Penso che sarebbe una grande difesa e protezione." "Non puoi, fine della discussione." Percy fece il broncio.
"Afferrò le scarpe al volo, mentre io rimettevo il cappuccio alla spada.
Rientrammo tutti e tre nel magazzino, zoppicando.
Trovammo delle vecchie buste di plastica dietro al bancone e le usammo per avvolgere la testa di Medusa. Poi l'appoggiammo in mezzo al tavolo della cena e ci sedemmo, troppo esausti per parlare." 
Talia scosse la testa. "Avreste dovuto fregare altro cibo." "Sarebbe stata una grande idea." Annuì Percy.
"Alla fine dissi: — E così dobbiamo ringraziare Atena per questo mostro?"
"Sì, in pratica." Annuì Leo e Talia ridacchiò.
"Annabeth mi scoccò uno sguardo risentito. — Dobbiamo ringraziare tuo padre, a dire il vero. Non ricordi? Medusa era la ragazza di Poseidone. Decisero di incontrarsi nel tempio di mia madre, motivo per cui Atena l'ha trasformata in mostro. Ecco perché voleva fare a fette me e conservare te come una bella statuina. Ha ancora un debole per tuo padre. Probabilmente glielo ricordi."
"Che pensiero raccapricciante." Scosse la testa Michael e Talia annuì. "Non capisco il senso di voler tenere Percy in giro come statua, però." "Disse quella che ha passato sette mesi a cercarmi. Non sei credibile, Talia!" "Zitto!" Arrossì Talia.
"Feci una smorfia. -Ugh, non ricordarmi la strana ossessione del mostro, per favore.- Poi inclinai la testa. -O magari tua madre era solo gelosa. Voglio dire, sai, la faccenda del nubilato? Si dice nubilato, vero? Celibato è per l'uomo. Quindi, sai verginità.- La fissai. -Come fai a nascere da una dea vergine?-"
"Woah, sono tanti argomenti!" Esclamò Michael e Annabeth rise. "Non riusciva a capirlo molto bene." "Beh, i padri dei suoi figli possono raccontare la storia della cicogna, ma mettere Zefiro al suo posto." Scrollò le spalle Percy e Talia rise.
"Annabeth si irrigidì. -Non... Mia madre non poteva essere di certo gelosa di tuo padre.-
E wow, ero cresciuto con Gabe e avevo sentito già un nome detto con disprezzo, ma Annabeth dava una corsa a Gabe con quel tono."
Atena annuì. "Non avrei mai potuto essere gelosa di Poseidone." "Ma di qualcun altro sì?" Domandò Percy, divertito. Atena si irrigidì. "Non è quello che ho detto, ragazzo." Tritone stava invece guardando Annabeth. "Rimproveri molto mio fratello per la sua mancanza di rispetto, ma non mi sembra che tu ne porti molto agli altri, figlia di Atena." Percy lo interruppe. "Non prendertela con lei. Prende esempio dalla madre." "Tutti i suoi figli sono così, in pratica." Sospirò Michael, pensando ai figli di Atena al campo. Quelli di Nike erano più simpatici.
"— Lasciamo perdere — replicai. — Sei impossibile.
— E tu sei insopportabile.
— E tu sei..."
"Farete venire mal di testa a Grover." Scosse la testa Dioniso, e Katie sospirò. "Pensereste che nel momento del pericolo foste capaci di mantenere la calma." "Lo avevamo fatto!" Si difese Annabeth e Percy annuì. "Dopo la scarica di adrenalina si è più irritabili, nel suo caso, e l'ADHD  ha più effetto, nel mio." Grover intervenne. "Se unisci le due cose, non finisce bene." Katie annuì, capendo il punto.
"— Ehi! — ci interruppe Grover. — Voi due mi state facendo venire il mal di testa, e i satiri non soffrono mai di mal di testa. Cosa ce ne facciamo di questo trofeo?"
"E avete pensato di lasciare carta bianca a Percy?" Rise Hylla e Grover la fissò. "Se trovi qualcuno che riesce a fermarlo nel momento in cui gli viene in mente qualcosa, ricordami di dedicargli un tempio o qualcosa del genere." Michael annuì. "Percy è come una tempesta. Non puoi fermarla, non puoi soffocarla. Puoi solo seguirla e lasciarle fare il suo corso." Poseidone si chinò per sussurrare al figlio. "Sono molto orgoglioso di quello che hai fatto. Hai sconfitto mostri pericolosi quasi senza allenamento." Percy arrossì. "Grazie." Mormorò a bassa voce, sbattendo le palpebre per lottare contro le lacrime.
"Fissai il pacco informe. Un serpentello sbucava dalla plastica, e la scritta stampata sulla busta diceva: GRAZIE PER L'ACQUISTO!"
"Ha un senso dell'umorismo geniale!" Applaudì Leo e Percy annuì. "Solo che... a chi li dava di solito?" Domandò Travis e Hermes socchiuse gli occhi. "Non lo so. A chi potrebbe averli consegnati? Non pietrificava tutti quelli con cui interagiva?" "I suoi clienti no." Disse Percy, guardando Persefone che sorrise timidamente. "Non avevo idea fosse Medusa. La prossima volta mi accerterò delle origini di ciò che compro." Percy le sorrise.
"Ero arrabbiato, non solo con Annabeth e sua madre, ma con tutti gli dei per quella maledetta impresa, per essere finiti fuori strada e aver affrontato ben due combattimenti colossali il primissimo giorno che eravamo usciti dal campo. Di questo passo non saremmo mai arrivati vivi a Los Angeles e tanto meno prima del solstizio d'estate."
"Non ha tutti i torti." Corrugò la fronte Demetra, fissando Ade e Zeus. Era scosse la testa. "Gli avete solo complicato l'impresa che aveva intrapreso solo per il vostro guadagno." Zeus e Ade abbassarono lo sguardo. "Si sono scusati, però." Disse Percy e Era annuì lentamente. "Almeno quello."
"Cos'aveva detto Medusa? "Non essere una pedina degli dei, mio caro. Staresti molto meglio come statua."
Mi alzai. — Torno subito."
"Dove stavi andando?" Domandò Hermes. "Era un negozio. Stavo cercando... sai il suo ufficio." "In un negozio di mostri?" Chiese Atena gelida. Percy annuì. "La contabilità becca tutti." "Vero." Annuì Talia.
"— Percy — mi gridò dietro Annabeth. — Che cosa stai...
Perlustrai il retro finché non trovai l'ufficio di Medusa."
"Percy aveva ragione." Sorrise Hermes e Apollo disse. "Percy ha sempre ragione." Il ragazzo lo guardò sorridendo, ma mentre si girava, Apollo fu sottoposto agli sguardi gelidi dei sei figli di Crono. Oh, no, pensò il dio, loro sapevano.
"Il registro contabile mostrava le ultime sei vendite dell'emporio, tutte spedite agli Inferi per abbellire il giardino di Ade e Persefone. Secondo una bolla di accompagnamento, l'indirizzo contabile degli Inferi era: "Studi di Registrazione R.I.P., West Hollywood, California". Piegai il foglio e me lo infilai in tasca."
"Una fermata utile." Annuì Jason e Charles sospirò. "Almeno hanno avuto una direzione generale in cui andare." "Hollywood è piuttosto grande, se uno non sa dove andare." Sorrise Persefone e Demetra sbuffò. "E non ci sono campi." "Madre!" "Servono più cereali!" "Madre..."
"Nel registratore di cassa trovai venti dollari, qualche dracma d'oro e dei tagliandi di spedizione per il Corriere Espresso di Ermes, ciascuno con un sacchetto portamonete di cuoio. Frugai il resto dell'ufficio finché non trovai la scatola delle dimensioni giuste. Tornai al tavolo da picnic, impacchettai la testa di Medusa nella scatola e compilai un tagliando di spedizione:
Gli Dei
Monte Olimpo
600esimo Piano Empire State Building
New York, NY
Cordiali saluti,
Percy Jackson
— Non gli piacerà — mi avvisò Grover. — Penseranno che sei impertinente."
"Io ti ho trovato geniale!" Disse Apollo ed Hermes annuì. "Davvero incredibile! Cioè, tosto!" "Mandare quel trofeo agli dei. Sicuramente non mancavi di spirito." Annuì Artemide. Efesto annuì. "Motivo per cui sono stato sicuro nel chiederti quei piccoli favori." Percy sorrise ad Efesto, che ricambiò con uno suo.
"Infilai qualche dracma d'oro nel sacchetto. Non appena lo chiusi, si sentì un suono simile a un registratore di cassa. Il pacco si staccò dal tavolo, fluttuando, e svanì con un pop!
— Io sono impertinente — replicai."
"Guarda, almeno lo ammette." Disse Charles e Percy gli rivolse un sorriso impertinente. "Non sei impertinente, impertinente è il tuo secondo nome!" Gli disse Jason, allargando le braccia. "Stessa cosa." "No, la mia spiegazione rende evidenti gli infarti che dai a tutti."
"Guardai Annabeth, sfidandola a criticare. Non lo fece. A quanto pareva, si era rassegnata al mio talento eccezionale per mandare in bestia gli dei."
"Non lo hai ancora perso, purtroppo." Sospirò Annabeth e Jason annuì. "Però è passato alle generazioni precedenti." "Level up." Sorrise Percy e Jason lo fissò. "Non lo trovo divertente." Leo riflettè. "Se non lo fa lui, dobbiamo farlo tutti noi. Lui prende i creepy immortali e noi i mostri. A me sembra vantaggioso." Percy storse la testa. "A me no." "Hai fatto tu level up." Gli fece notare Leo e Percy annuì
"— Muoviamoci — disse solamente. — Ci serve un nuovo piano."
Chirone sbattè lo zoccolo sul pavimento. "È stato un capitolo intenso. Chi vuole leggere il successivo?" Talia si allungò per prendere il libro.
Nel mentre, Percy aveva deciso di voler tornare a sedersi sul divano, quindi aveva lasciato il suo posto sul padre e si era accomodato tra lui e Nico.

Angolo autrice
Farò ogni quattro capitoli la pausa per le discussioni, a meno che non siano urgenti nel capitolo. Come, ce ne sarà una piuttosto pesante quando Percy è nel Mississippi, ovviamente, ma per il resto non so ancora.
Alla prossima
By rowhiteblack

THE FATES' QUEST: READING PERCY JACKSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora