"Ci raccolse una barca della guardia costiera, ma erano troppo occupati per trattenerci a lungo o per chiedersi che cosa ci facessero nel bel mezzo della baia dei ragazzini vestiti dalla testa ai piedi. C'era un disastro da contenere. Avevano le radio intasate di chiamate di soccorso. Ci scaricarono sul molo di Santa Monica con degli asciugamani sulle spalle e delle bottigliette d'acqua con su scritto SONO UNA GUARDIA COSTIERA JUNIOR! e ripartirono a tutta birra per salvare altra gente. Eravamo fradici, perfino io. All'arrivo della guardia costiera, avevo pregato in silenzio che non mi trovassero completamente asciutta, una volta fuori dall'acqua. Perciò avevo desiderato con tutte le mie forze di inzupparmi fino all'osso. E così era stato: la mia solita magia dell'impermeabilità mi aveva abbandonato. Ero anche scalzo, perché avevo dato le mie scarpe a Grover. Meglio che la guardia costiera si domandasse come mai uno di noi fosse scalzo, anziché come mai uno di noi avesse gli zoccoli."
Atena fissò Percy. "La Foschia lo avrebbe coperto." "Uh, scusa mi hai visto? Con la mia fortuna, avrebbe fatto cilecca." Molti annuirono. Le normali leggi dei Greci sembravano non applicarsi al semidio
"Raggiunta la terraferma, scendemmo barcollando lungo la spiaggia, osservando la città in fiamme sullo sfondo di un'alba splendida. Mi sentivo come se fossi appena resuscitato dai morti — e in effetti c'ero andato vicino. La Folgore di Zeus mi pesava ancora nello zaino e, dopo aver visto mamma, avevo il cuore perfino più pesante."
Le dee guardarono comprensive e commosse Percy, mentre Talia lo stringeva ancora più forte. Poseidone si sentiva ancora in colpa, ma sollevato al pensiero di essere stato perdonato.
"— Non ci credo — commentò Annabeth. — Dopo tutta la strada che abbiamo fatto...
— Era un trucco — replicai. — Una strategia degna di Atena. Anche se io non ho mai dubitato dello zio. E non sono abbastanza maturo da non dire: te lo avevo detto"
"Almeno hai aspettato che fossimo fuori da lì." Scosse la testa Grover e Percy annuì. "Ci sono priorità. In quel momento, volevo tanto non essere ucciso dallo zio." "Lo avresti ringraziato, avevi detto." Disse Travis, confuso. Silena gli diede una pacca sulla spalla. "Non dire così! Non quando Percy mostra di non voler morire giovane!" "Moriremo tutti giovani." Disse Michael. Percy annuì. "Puoi dire solo, moriremo tutti. Beh, non proprio tutti i presenti, ma..." Il ragazzo aveva spostato lo sguardo sugli dei presenti, prima che Talia sospirasse.
"— Ehi — protestò lei, risentita.
— Hai capito, vero?
Lei abbassò lo sguardo e la sua rabbia svanì. — Sì. Ho capito.
— Be', io no! — si lamentò Grover. — Qualcuno avrebbe la..."
"Almeno non stavano litigando." Riflettè Grover e Annabeth disse. "E poi Percy è andato a farci prendere un infarto." "Non avevate visto il chihuahua, il formichiere e zia Em. Volevo farvi vedere almeno questo." "Ed è stato totalmente divertente!" "Era spaventoso!" Disse Annabeth, guardando Grover. Percy indicò Ares. "Per lui solo umiliante." "Colpo di fortuna, pivello." "Vuoi la rivincita?" Chiese Percy e Ares annuì, divertito dalla prospettiva.
"— Percy — lo interruppe Annabeth. — Mi dispiace per tua madre.
Finsi di non sentirla. Se mi fossi messo a parlare di mia madre, sarei scoppiato a piangere come un bambino dell'asilo.
— La profezia aveva ragione — spiegai. — Andrai a occidente e affronterai il dio che ha voltato le spalle. Ma non si trattava dello zio, ovviamente. Non voleva una guerra. È stato qualcun altro a mettere a segno il furto. Qualcuno ha rubato la Folgore di Zeus e l'elmo dello zio e ha incastrato me perché sono il figlio di Poseidone. Poseidone sarà incolpato da entrambi i suoi fratelli. Oggi, entro il tramonto, scoppierà una guerra su tre fronti. E sarò stato io a provocarla."
"Non sarebbe stata colpa tua. Colpa di Zeus, Ade e Poseidone per non saper parlare civilmente? Certo. Di Luke e Crono per i furti? Sì. Tu eri l'unico che stava facendo qualcosa per risolvere il problema che avevano creato altri." Gli sussurrò Talia, e Percy annuì verso di lei. Erano entrambi consapevoli che il ragazzo avesse un problema nel darsi colpe che non aveva
"Grover scosse la testa, confuso. — Ma chi potrebbe essere così spregevole? Chi può volere così tanto la guerra?
Mi fermai di botto, gli occhi puntati in fondo alla spiaggia. — Cavolo, fammi pensare.
Eccolo là, con la sua giacca di pelle nera e gli occhiali da sole, una mazza da baseball di alluminio appoggiata su una spalla. La motocicletta gli rombava accanto, il faro che tingeva di rosso la sabbia. Ci stava aspettando.
— Ehi, ragazzino— esclamò Ares, come se fosse sinceramente contento di vedermi. — Tu dovevi morire."
Jason sospirò. "É bellissimo quando ti accolgono così, vero?" Percy annuì. "Da quel momento in poi, con me erano tutti del tipo: tu morirai." "E tu?" "qualcosa del tipo: LOL no." Nico scoppiò a ridere istericamente e Hazel disse. "Thanatos ha detto che avrebbe scioperato piuttosto che prendere la tua anima." "Mi ama, che posso farci?" "Anche Melinoe ti adora piuttosto. E Caronte dice che avrebbe portato la tua anima in un nuovo corpo se qualcuno provava ad ucciderti." Percy sorrise a Nico, e Ade sospirò. "Farai un ammutinamento negli Inferi." "Certo! La prima manifestazione!" "Che bello." Disse Ade e Persefone rise. "Renderebbe più divertenti le Praterie, almeno." "Lo faccio già!" Si lamentò Percy e Ade annuì. "Lo hai fatto. Non serve morire per migliorarlo." Poseidone e Zeus fissarono il fratello e disse. "Con Percy è meglio esplicitarlo." I due annuirono.
"— Mi ha ingannato — replicai. — È stato lei a rubare l'elmo e la Folgore.
Ares sogghignò. — Be', diciamo che non li ho rubati personalmente. Rubare il simbolo del potere degli altri dei... è proibito. Ma tu non sei l'unico eroe al mondo in grado di fare qualche commissione."
"Perchè non è stato punito? Hai minacciato me per le azioni di un mio discendente lontano! E non Ares?" Zeus si fece serio. "Era ha parlato a suo favore. E anche Percy." "Oh, per quello credevi che Crono fosse abbastanza forte, ma per tornare no." Alzò gli occhi al cielo il semidio. "Aveva già avuto influenze nel mondo reale, ma non era mai risorto dal baratro." Spiegò Demetra, un tono di voce feroce. "Nonostante ciò, avrebbe dovuto prestare attenzione ai segnali e perlomeno portare nel Consiglio la questione." Disse Era, fissando il marito che non le aveva nemmeno parlato di quello che stava succedendo.
"— Chi ha usato? Clarisse? Era là durante il solstizio d'inverno.
L'idea sembrava divertirlo. — Non ha importanza. Il punto è, ragazzino, che stai intralciando lo sforzo bellico. Vedi, devi morire negli Inferi. Il Vecchio Algamarina si infurierà con Ade per la tua uccisione. Fiato Morto avrà la Folgore di Zeus, perciò Zeus si infurierà con lui. E Ade sta ancora cercando questo...
Tirò fuori dalla tasca un pesante cappello di lana, del genere che indossano i rapinatori, e lo appoggiò tra i manubri della motocicletta. Il cappello si trasformò subito in un elaborato elmo da guerra di bronzo.
— L'elmo dell'oscurità — boccheggiò Grover.
— Esatto — confermò Ares. — Ora, dov'ero rimasto? Ah già, Ade si infurierà sia con Zeus sia con Poseidone, perché non sa chi dei due sia stato a commettere il furto. Ben presto, avremo un simpatico e violentissimo scontro su tre fronti.
— Ma sono la sua famiglia! — protestò Annabeth.
Ares fece spallucce. — Il genere migliore di guerra. La più sanguinosa, sempre. Non c'è niente di meglio che starsene a guardare i parenti che se le danno di santa ragione, lo dico sempre."
"Ma davvero, nipote? Allora non avrai problemi, se dovessi rivolgermi a te." Disse Ade e Atena parlò. "Non avresti semidei a sostenerti." Ade guardò Percy che annuì. "Certo, zio, non devi nemmeno chiedere." "Quindi, ha Percy, che basterebbe da solo, ma anche i suoi figli, la cabina di Apollo, quella di Hermes, Afrodite, Efesto." Riflettè Talia, e Katie si indicò. "Anche Demetra, Talia." "E io le darei una mano, ovvio." Disse Jason. Annabeth e Clarisse non parlarono, ma Reyna e Hylla aggiunsero. "Il Campo Giove e le Amazzoni, ovviamente." Percy guardò Atena. "Morale della storia? Non sfidare lo zio, perchè nel tuo caso, anche Clarisse si unirebbe." Era ridacchiò. "La mia idea di scambiare semidei ha portato tutti a fidarsi di Percy?" "Sono una colla, Era, ne abbiamo già parlato." "Quando hai cercato di annegarmi in sogno?" "Proprio in quel momento." "Perchè non lo odi?" Annabeth indicò Percy alla dea, che disse. "Tu ti sei arrabbiata per una lealtà verso un traditore e il tuo orgoglio. Lui per conto del cugino e dello zio. Non mi piace Ade, ma apprezzo la lealtà alla famiglia. Percy esprime perfettamente i miei domini. È leale, non inizia relazioni se non nutre un vero interesse e non tradirebbe mai il proprio partner. È leale a sua madre e alla famiglia. E non ha paura di esprimere la sua opinione. Contro dei, titani o giganti che siano." Percy sorrise. "Grazie. Sei stata...sorprendentemente gentile." "Lo so, a volte capita anche a me."
" — Mi ha dato lo zaino a Denver — continuai. — La Folgore è sempre stata là.
— Sì e no — rispose Ares. — Probabilmente è troppo complicato da capire per il tuo cervellino mortale, ma lo zaino è la custodia della Folgore, solo che ha subito una piccola metamorfosi. La Folgore è legata alla sua custodia, un po' come la tua spada, ragazzino. Ti ritorna sempre in tasca, giusto?
Non capivo come facesse a saperlo, ma del resto era il dio della guerra: conoscere le armi era il suo mestiere.
— Comunque — riprese Ares — ho truccato un po' la magia, in modo che la Folgore ritornasse alla sua custodia solo una volta che tu avessi raggiunto gli Inferi. Bastava che ti avvicinassi ad Ade e... sorpresa! C'è posta per te. E se fossi morto lungo il tragitto, poco male. Avevo ancora l'arma.
— Ma perché non si è tenuto la Folgore? — chiesi. — Perché mandarla allo zio?"
"Non era molto complicato da capire." Disse Artemide e Percy alzò le spalle. "Probabilmente lui lo trovava un concetto molto complicato. Dal suo punto di vista, almeno." Dopo qualche momento, Ares esclamò "EHY!" "Ti sei appena reso conto che ti ho insultato? E questo dovrebbe convincermi del fatto che non lo sei?" Artemide rise, divertita. Poteva certamente approvare la scelta di compagno fatta dal fratello, in questa occasione.
"La mascella di Ares ebbe un fremito. Per un attimo, fu come se stesse ascoltando un'altra voce, nel profondo della sua testa.
— Perché non... già... con una potenza di fuoco del genere...
Rimase in trance per un secondo... due secondi... Io e Annabeth ci scambiammo delle occhiate nervose.
Poi la faccia di Ares si schiarì. — Non volevo guai. Era meglio che prendessero te con le mani nel sacco.
— Sta mentendo — replicai. — Mandare la Folgore negli Inferi non è stata una sua idea, vero?
— Certo che è stata una mia idea! — Da dietro le lenti dei suoi occhiali da sole iniziò a levarsi del fumo, come se stessero per prendere fuoco.
— Non è stato lei a ordinare il furto — intuii. — È stato qualcun altro a farlo, mandando un eroe. Poi, quando su ordine di Zeus lei è andato a caccia del ladro, l'ha beccato. Ma non l'ha consegnato a Zeus. Qualcosa l'ha convinta a lasciarlo andare. Si è tenuto i due oggetti, aspettando che si presentasse un altro eroe a completare la consegna. È quella creatura nel baratro a dettarle gli ordini."
"Allora sei sempre stato capace di capire le strategie altrui!" Disse Hazel, sorpresa. Talia abbracciò il cugino, dicendo. "Mio cugino è così intelligente!" "Chi sei e cosa ne hai fatto di Talia?" Chiese Percy, stretto dalla ragazza punk, che non gli disse niente in risposta.
"— Io sono il dio della guerra! Non prendo ordini da nessuno! Non faccio sogni!
Esitai. — E chi ha parlato di sogni?
Ares sembrava scosso, ma cercò di nasconderlo dietro un ghigno.
— Torniamo al problema più immediato, ragazzino. Sei vivo. Non posso permetterti di riportare quella Folgore sull'Olimpo. Potresti convincere quegli zucconi a darti retta. Perciò devo ucciderti. Niente di personale.
Schioccò le dita. Da sotto i suoi piedi, in un'esplosione di sabbia, spuntò un cinghiale selvatico, perfino più grosso e più brutto di quello che campeggiava sopra la porta della capanna cinque, giù al campo. La bestia scalpitava sulla sabbia, fissandomi astiosa con i suoi occhietti luccicanti e abbassando le zanne affilatissime, in attesa dell'ordine di uccidere.
Entrai con i piedi nella risacca. — Battiti tu con me, Ares."
"Non puoi davvero averlo battuto!" Disse Atena, fissando Ares. Talia gemette. "Mio cugino è fuori di testa!" "lo so, dai, non è colpa tua. Tranquilla, passerà." Le sussurrò Percy, sempre stretto dalla ragazza. Poseidone e Zeus lanciarono uno sguardo confuso ai loro figli.
"Lui scoppiò a ridere, ma avvertii una lieve tensione nella sua risata... un'inquietudine.
— Hai un unico talento, ragazzino: scappare. Sei scappato dalla Chimera. Sei scappato dagli Inferi. Ti manca la stoffa.
— Hai paura?
— Nei tuoi sogni adolescenziali, forse. — Ma i suoi occhiali stavano cominciando a fondersi per il calore emanato dai suoi occhi. — Nessun coinvolgimento diretto. Spiacente, ragazzino. Non sei al mio livello.
Secondo me, il cinghiale era un coinvolgimento diretto, ma lasciai perdere il tecnicismo." "Il cinghiale era totalmente un coinvolgimento diretto." Annuì Jason e Dioniso sbuffò. "Ha infranto un'antica legge, questo vuol dire che gli dai una punizione almeno simile alla mia?" "NO!" Dissero tutti i semidei greci e Percy scosse la testa. "Non un idiota come Ares, per favore." "Potrei mandare Apollo." Offrì Zeus. "Mandi Ares." Disse Percy, facendo ridere il dio in questione e mettere il broncio ad Apollo.
"Annabeth esclamò: — Percy, scappa!
Il cinghiale gigante caricò. Ma io ero stufo di scappare dai mostri. Da Ares o chiunque altro. Mentre quel bestione mi si avventava contro, tolsi il cappuccio alla penna e mi scansai. Vortice mi comparve fra le mani e sferrai un colpo verso l'alto. La zanna destra del cinghiale mi cadde ai piedi, mentre l'animale, disorientato, piombava dritto in mare. Gridai: — Onda!"
"Un movimento sensuale." Percy guardò Leo, poi disse. "Quello è Bomba! Non onda!" "Stessa cosa!"
"Immediatamente, un'onda si levò dal nulla e sommerse il cinghiale, avvolgendolo come una coperta. La bestia guaì una sola volta, terrorizzata. Poi scomparve, inghiottita dal mare.
Mi voltai verso Ares. — Ti batterai con me, adesso? — chiesi. — O hai intenzione di nasconderti dietro a un altro porcellino?"
I semidei greci applaudirono. "Vai, Percy!" "Diglielo tu!" "Ce l'hai, ragazzo!" Talia inclinò la testa. "Non male, come provocazione. Devi migliorare, però."
"La faccia di Ares era viola di rabbia. — Attenta, ragazzino. Potrei trasformarti in...
— Uno scarafaggio — suggerii. — O magari un verme. Non ne dubito. Questo ti risparmierebbe di finire con le divine chiappe a terra, giusto?"
Talia rise, applaudendo. "Mi rimangio tutto! Grande, Perce!" "Sì, grande!" Nico applaude. Percy li guardò, dicendo. "Poi sono io quello pazzo?" "Lo siete tutti e tre. Jason meno e Hazel è una santa." "Vero." Annuì Percy.
"Le fiamme guizzarono oltre il bordo dei suoi occhiali. — Oh, diamine, ci tieni davvero tanto a farti ridurre in poltiglia?
— Se perdo, trasformami pure in ciò che più ti piace. Prendi la Folgore. Ma se vinco, l'elmo e la Folgore saranno miei e tu dovrai andartene."
Atena fissò Ares. "Ti sei fatto battere da un bambino?" "Sei piuttosto ipocrita, sai." Notò Percy, guardandola. "Beh, ovvio, sei la patrona di una città di idioti, quindi." "Ehy!" Disse Annabeth e Percy scrollò le spalle. "Non cambi la mia opinione, lo sai." Annabeth alzò gli occhi al cielo.
"Ares sghignazzò. Roteò la mazza da baseball, calandola dalla spalla.
— Come preferisci farti annientare: alla maniera classica o moderna?
Gli mostrai la mia spada. — Bene, ragazzo morto— fece. — E classica sia. —
La mazza da baseball si trasformò in un'enorme spada con l'impugnatura a due mani. L'elsa era un grande teschio d'argento con un rubino in bocca."
Percy rise. "E sono sei anni che aspetto di aggiungere il morto di fianco." "Certo, che come caratteristica particolare nella ID." Riflettè Leo e Percy rise.
"— Percy — mi chiamò Annabeth. — Non farlo. È un dio.
— È un vigliacco — le risposi.
Lei deglutì. — Mettiti questa, almeno. Come portafortuna.
Si sfilò la collanina con le cinque sudate perle del campo e l'anello di suo padre, e me la legò al collo.
— Riconciliazione — disse. — Atena e Poseidone insieme."
Atena fissò la figlia, delusa. "Non dovresti sostenerlo." "Lui lo ha fatto con me. Sempre." Mormorò Annabeth, guardando Percy che le sorrise. "Certo. E lo continuerò a fare." Anche Annabeth ricambiò il sorriso. Atena disse. "E se dovessi chiederti di scegliere tra me e lui?" "Se mi chiedi davvero di scegliere tra il mio migliore amico e te, madre, so bene chi scegliere. E non saresti tu." Atena sembrava pronta ad urlare, ma Percy la fermò. "L'hai condotta alla sua morte, Atena. L'unico motivo per cui è ancora viva è che Annabeth è la migliore dei tuoi figli." I sette annuirono e Atena si risedette. Il figlio di Poseidone non aveva niente di speciale. E avrebbe deluso sua figlia. Si erano già separati dalla coppia che formavano, evidentemente la figlia si era sentita tradita da lui. Una semplice e logica conversazione con lei l'avrebbe riportata alla retta via.
"Mi sentii il viso in fiamme, ma riuscii a sorridere: — Grazie.
— E prendi questa — aggiunse Grover. Mi consegnò una lattina spiaccicata, che probabilmente si conservava in tasca da chissà quanti chilometri. — I satiri sono con te.
— Grover... non so che cosa dire.
Mi diede una pacca sulla spalla. Infilai la lattina nella tasca posteriore dei pantaloni."
"É stato un bel gesto." Sorrise Hermes e Percy disse. "Perchè ho il migliore amico che chiunque potrebbe desiderare!" Grover rise, dicendo. "E sei il migliore amico che un satiro potrebbe desiderare."
"— Finito con gli addii? —
Ares venne verso di me, la lunga giacca di pelle nera che svolazzava alle sue spalle, la spada che scintillava come fuoco alla luce dell'alba.
— Io combatto dall'eternità, ragazzina. Ho una forza illimitata e non posso morire. Tu che cos'hai?
"Un ego più piccolo" pensai, ma non lo dissi. "
Scoppiarono tutti a ridere. "Dovevi dirlo!" Ansimò Talia e Leo annuì. "Cosa avrebbe potuto fare tanto? Cercare di ucciderti?" "Lo dici come se fosse una cosa da niente." Disse Piper, guardando preoccupata l'amico. "Lo lasciamo a Percy." Disse Jason.
"Continuai a tenere i piedi nella risacca, arretrando nell'acqua fino alle caviglie. Ripensai a quello che Annabeth aveva detto al ristorante a Denver, tanto tempo prima: "Ares è forte. Ma ha soltanto questo. Perfino la forza deve inchinarsi alla saggezza, ogni tanto." Tirò un fendente mirando alla mia testa, ma io non c'ero più. Il corpo pensava al posto mio. L'acqua mi slanciò in aria così che potessi catapultarmi sopra il mio avversario, calando la spada durante la discesa. Però Ares fu altrettanto veloce. Si piegò, e il colpo che era destinato a calare sulla sua spina dorsale fu deviato dall'estremità della sua elsa.
— Non male. Non male — commentò con un ghigno.
Poi tirò un altro fendente, obbligandomi a saltare sulla terraferma. Cercai di aggirarlo per tornare in acqua, ma Ares sembrava conoscere le mie intenzioni e cominciò a bersagliarmi di colpi così veloci da costringermi a concentrare tutte le energie solo nello sforzo di non farmi affettare. Continuavo ad allontanarmi dalla risacca. Non riuscivo a trovare un varco per attaccare. L'allungo della sua spada era molto maggiore di quello di Anaklusmos.
"Avvicinati" mi aveva detto Luke una volta, durante le nostre lezioni. "Quando hai la spada più corta, avvicinati." "
"Crono non deve essere stato contento di quanto ti ha insegnato bene Luke." Mormorò Talia e Percy annuì. "Sono totalmente grato a Luke, anche se poi ha cercato di farmi fuori un paio di volte. Fosse stato per Chirone sarei stato ucciso appena uscito dal camion del Campo." Talia annuì.
"Mi slanciai in avanti, ma Ares se lo aspettava. Mi disarmò con un colpo secco, quindi mi respinse con un calcio nel petto, facendomi volare per quasi una decina di metri. Mi sarei spezzato la schiena se non fossi atterrato sul morbido di una duna di sabbia. — Percy! — gridò Annabeth. — La polizia!
Ci vedevo doppio. Mi sentivo proprio come se avessi preso una mazzata in pieno petto, ma riuscii a rimettermi in piedi. Non potevo distogliere lo sguardo da Ares per paura che mi tagliasse in due, ma con la coda dell'occhio intravidi delle luci rosse lampeggiare sul viale che costeggiava la spiaggia.
Sentii sbattere degli sportelli. — Laggiù, agente! — gridò qualcuno. — Vede?
La voce burbera di un poliziotto: — Sembra quel ragazzino vista in tv... che diavolo...
— Quel tizio è armato — fece un altro poliziotto. — Chiama rinforzi.
Mi rotolai su un fianco mentre la lama di Ares menava un fendente sulla sabbia. Raggiunsi di corsa la mia spada, la raccolsi e sferrai un colpo con tutte le forze verso la faccia di Ares, solo per vedermelo deviare di nuovo. Il dio sembrava sapere esattamente quello che stavo per fare un istante prima che io lo facessi. Mi ritirai verso la risacca, obbligandolo a seguirmi. "
"Ti stavi avvicinando all'acqua?" Chiese Talia e Percy annuì.
"— Ammettilo, ragazzino— disse Ares. — Non hai speranze. Sto soltanto giocando un po' con te.
Avevo tutti i sensi all'erta. Adesso capivo quello che intendeva Annabeth quando aveva detto che l'iperattività poteva tenerti in vita durante una battaglia. Ero incredibilmente ricettivo, notavo ogni minimo particolare. Vedevo la tensione nei muscoli di Ares. Prevedevo la direzione dei suoi colpi, e allo stesso tempo ero consapevole della presenza di Annabeth e Grover, a una decina di metri sulla mia sinistra. Vidi una seconda autopattuglia che si accostava, a sirene spiegate. Spettatori, persone che si erano trovate in strada per via del terremoto, stavano cominciando a radunarsi. Tra il pubblico mi sembrò di distinguere due o tre individui che si muovevano con l'andatura strana e trotterellante dei satiri. C'erano anche le sagome tremolanti di alcuni spiriti, come se i morti si fossero levati dall'Ade per osservare la battaglia. Sentii il battito di ali di pipistrello che volteggiavano da qualche parte su in cielo."
"Gioia, sono tornare le Furie." Disse Connor e Travis sbuffò. "Le avrà mandate Ade per controllare che Percy mantenesse la sua parola." "O per ucciderlo." Disse Annabeth. Percy disse. "Era per controllare." "In realtà.." Ade venne interrotto da Percy. "Era per controllare." Artemide sembrava interessata ad altro. "Hai notato tutte queste cose, Percy?" Percy annuì, guardando confuso la dea che aveva uno sguardo colpito. "Impressionante. Hai dei sensi incredibilmente affinati. Molte delle mie Cacciatrici non avrebbero potuto farlo. Molte delle quali combattono da molto più tempo di te, soprattutto a quel tempo." Percy arrossì alla lode, facendo sbuffare divertiti Talia, Nico e Jason, che ancora si stupivano quanto fosse facile mandare in palla il ragazzo. Poi Talia fece una smorfia quando pensò che probabilmente era dovuto al fatto che, crescendo, non avesse avuto simili esperienze e adesso non aveva idea di come reagire a loro.
"Altre sirene. Mi addentrai ancora di più in acqua, ma Ares fu veloce. La punta della sua spada mi lacerò una manica, graffiandomi l'avambraccio.
La voce di un poliziotto col megafono disse: — Giù le pistole! Mettetele a terra. Subito!
Pistole?
Guardai l'arma di Ares e mi sembrò che tremolasse: a volte somigliava a un fucile, a volte a una spada. Non sapevo cosa vedessero gli umani nella mia mano, ma ero certo che non mi faceva sembrare simpatico. Ares si voltò a scoccare un'occhiataccia ai nostri spettatori, regalandomi un secondo per riprendere fiato. C'erano cinque auto della polizia, adesso, che un gruppetto di agenti accovacciati, con le pistole puntate nella nostra direzione, usavano come protezione.
— È una faccenda privata! — sbraitò Ares. — Sparite!
Fece un gesto ampio con la mano e un muro di fiamme rosse divampò fra le autopattuglie. I poliziotti fecero appena in tempo a mettersi al riparo prima che i veicoli esplodessero. La folla alle loro spalle si disperse urlando. Ares rise fragorosamente.
— Torniamo a noi, piccolo dio. È ora di aggiungerti al barbecue."
"Percy ha un pessimo sapore al barbecue." Disse Talia e tutti la guardarono. "Lo ha detto lui a un gigante." "Ero in pausa e tu mi hai trascinato con te." "Era un legame tra cugini!" "Potevi prendere Hazel!" "Non sapevo esistesse!" "Non è un mio problema!" "Ehy! Tu hai un sacco di scelta di cugino, io no. E tu non mi avresti fatto portare Nico. Senza unirti, almeno." Nico sbuffò. "Non mi faceva nemmeno girare per NYC da solo. Era una decina di metri dietro a fissare male chiunque fissasse male me." "Oh, vero." Michael annuì. "Adam voleva sfidarlo e Nico lo ha incitato. E Percy dietro a scuotere la testa. Come, ferisci mio cugino e ti stacco braccia e gambe e le uso per i segni cardinali." Percy sorrise. "Fai paura ad Adam." Disse Clarisse e Percy sorrise ancora di più. "Bene!"
"Sferrò un fendente, ma lo deviai. Mi avvicinai e cercai di confonderlo con una finta, ma lui mi respinse lo stesso. Le onde adesso mi battevano sulla schiena. Ares si addentrò in mare per seguirmi, con l'acqua che gli arrivava alle cosce. Avvertii il ritmo dell'oceano, le onde che si ingrossavano con la marea, e a un tratto mi venne un'idea. "Onde piccole" pensai. E mi sembrò che l'acqua alle mie spalle cominciasse a ritirarsi. Stavo trattenendo la marea con la forza della volontà, ma la tensione aumentava, come la carbonicazione dietro a un tappo di champagne. Ares si fece avanti, sogghignando spavaldo. Io abbassai la lama, come se fossi troppo esausto per continuare. "Aspetta" ordinai al mare. La pressione adesso mi stava quasi sollevando dal fondo. Ares alzò la spada. Io allora liberai la marea e saltai, sfrecciando come un razzo sopra Ares, sulla cresta dell'onda."
Talia e Nico saltarono in piedi battendo le mani "Mitico!" "Sì!" "Grande Percy!" Il ragazzo rideva delle buffonate dei suoi cugini e Silena sbuffò, divertita. "Non sei molto popolare." Disse Apollo ad Ares e lui lo guardò. "Se infastidisci troppo Percy, anche i tuoi figli non ti vorranno intorno." Apollo guardò Michael che disse. "A Percy piace." "Non alle due del mattino!" Disse Percy, velocemente, prima che il dio potesse ricominciare a spuntare in giro a quell'ora.
"Un muro di un metro e ottanta d'acqua lo investì, lasciandolo a imprecare e a sputacchiare con la bocca piena di alghe. Io atterrai con uno spruzzo alle sue spalle e finsi di mirare alla testa, come avevo fatto prima. Ares si voltò in tempo per alzare la spada, ma stavolta era disorientato e non riuscì a prevedere il trucco. Cambiai direzione, lanciandomi di lato, e conficcai Vortice nell'acqua, infilzando la punta nel tallone del dio. Il boato che seguì fece impallidire perfino il terremoto di Ade."
"WOAH!" "Mitico!" Anche Jason stava applaudendo e Hazel sorrideva. "Bravo! Senza nemmeno esperienza!"
"Il mare stesso arretrò come per uno scoppio, lasciando un ampio cerchio di sabbia umida attorno ad Ares. L'icore, il sangue degli dei, sgorgò da uno squarcio sullo stivale del dio della guerra. L'espressione dipinta sul suo volto andava ben oltre l'odio. Era dolore, sgomento, incredulità assoluta di fronte all'evidenza: era stato ferito. Si fece avanti zoppicando e borbottando imprecazioni in greco antico. Poi qualcosa lo fermò. Fu come se una nuvola oscurasse il sole, ma peggio. La luce si abbassò. Suoni e colori si spensero. Una presenza fredda, pesante, sorvolò la spiaggia rallentando il tempo, abbassando di colpo la temperatura e facendomi sentire come se la vita fosse senza speranza, come se lottare fosse inutile. Infine, l'oscurità avvolse ogni cosa. Ares sembrava sbigottito. Le auto della polizia bruciavano alle nostre spalle. La folla di spettatori si era dileguata. Annabeth e Grover erano immobili sulla spiaggia, scioccati, e osservavano l'acqua che tornava a rifluire attorno ai piedi di Ares, l'icore dorato che si disperdeva nella corrente."
"Crono!" Boccheggiò Apollo e Demetra guardò Zeus. "Questo è andato oltre le cose fatte in precedenza. Ha letteralmente impedito ad Ares di uccidere Percy!" "Avresti dovuto comunicarlo al Consiglio. Avremmo potuto agire prima!" Disse Era, fissando il marito.
"Ares abbassò la spada. — Ti sei fatto un nemico, piccolo dio — mi disse. — Hai firmato la tua condanna. Ogni volta che alzerai la spada in battaglia, ogni volta che ti augurerai il successo, sentirai la mia maledizione. Stai in guardia, Perseus Jackson. Stai in guardia."
"Hai maledetto il figlio della profezia?" Era fissò il figlio, arrabbiata. "Non l'ha mai tolta." Disse Percy, tranquillamente. "L'hai sentita più volte, figlio?" "Non tante. Atlante e.." Lo sguardo di Percy andò al pavimento, diventando pallido per un momento. Ares dopo un momento, impallidì. "La sollevo." Percy raddrizzò le spalle, come se un peso gli fosse stato tolto improvvisamente.
"Non avrei mai dovuto nemmeno farla. Avevi vinto lealmente, e ho reagito con arroganza. Hai le mie scuse per quello." Ares sorrise leggermente al cenno del semidio. "Onestamente, me ne ero dimenticato l'ultima volta. Non lo avevo nemmeno riconosciuto se non quando mi era stato fatto notare." "Non lo rende migliore! E se avessi fallito contro nostro padre? Ares ha rischiato tutti noi per un orgoglio!" Disse Zeus e Apollo scosse la testa. "Parla di perdente"
"Il suo corpo cominciò a brillare. — Percy! — gridò Annabeth. — Non guardare!
Mi voltai subito, mentre Ares rivelava la sua vera forma immortale. In qualche modo sapevo che se avessi guardato, sarei stato ridotto in cenere."
"Non è la cosa più piacevole." Annuì Jason. Tutti lo guardarono. "Hai visto la vera forma di un dio?" Chiese Zeus e Jason indicò Era. Lei disse. "Avevo detto di distogliere lo sguardo. Non è stata colpa mia se Jason non ha prestato attenzione." "Ci hai tipo dato un secondo. Dai più tempo!" "Quindi, Percy e Jason sono il duo del: dovrei essere morto, ma ho detto no grazie?" Chiese Connor e i due cugini si alzarono il pollice. Poi Percy indicò Leo. "Io includerei anche te." "Sì, il tre è il numero che adorano tanto i greci." Annuì Jason "Sei romano." Gli disse Reyna. "Posso essere entrambi."
"Poi la luce si spense. Ares era sparito. La marea si ritirò, scoprendo l'elmo dell'oscurità dello zio. Lo raccolsi e mi incamminai verso i miei amici. Ma prima che li raggiungessi, sentii sbattere delle ali di pipistrello. Tre malvagie nonnine con dei cappellini di maglia in testa e una frusta infuocata fra le mani calarono giù dal cielo, atterrandomi davanti. La Furia al centro, quella che era stata la Dodds, si fece avanti. Aveva le zanne scoperte, ma per una volta non era minacciosa. Sembrava più delusa, come se per tutto il tempo avesse progettato di papparmisi per cena, ma poi avesse rinunciato per paura di fare un'indigestione.
— Abbiamo visto tutto — sibilò. — E così, è vero che non sei stato tu.
Le lanciai l'elmo, che lei afferrò sorpresa.
— Restituiscilo al Divino Ade — le ordinai. — Digli la verità. Digli di revocare la guerra."
"Del tipo, lo avevo giurato! Non mi rimangio i miei giuramenti!" "Sei nato per un giuramento infranto." Gli disse Talia e Percy la guardò. "Anche tu."
"Lei esitò, poi si passò la lingua biforcuta sulle labbra verdi e incartapecorite.
— Stammi bene, Percy Jackson. Diventa un vero eroe. Perché altrimenti, se mai dovessi capitarmi di nuovo tra le grinfie...
Ridacchiò con voce stridula, assaporando l'idea. Poi lei e le sue sorelle spiegarono le ali, si alzarono in volo nel cielo pieno di fumo e infine scomparvero. E pensare che rimaneva la migliore professoressa di matematica che avessi avuto"
"Che pensiero deprimente." Disse Talia e Michael chiese "Ancora adesso?" "No, Miss Sunny, e sì, si chiama Sunny, è davvero dolce! Insegna alla Good" "La scuola di Paul?" Chiese Jason e Percy annuì.
"Raggiunsi Grover e Annabeth, che mi fissavano con tanto d'occhi.
— Terrorizzante — commentò Annabeth.
— Forte! — corresse Grover.
Ma io non mi sentivo terrorizzato. E di certo non mi sentivo forte. Ero stanco, arrabbiato e completamente distrutto.
— Ragazzi, avete sentito anche voi quella... quella cosa? — chiesi.
Annuirono entrambi, imbarazzati.
— Saranno state le Furie — disse Grover.
Ma io non ne ero tanto sicuro. Qualcosa aveva impedito ad Ares di uccidermi, e qualunque cosa fosse era molto più potente delle Furie. Guardai Annabeth e ci capimmo senza parlare. Ora sapevo che cosa ci fosse in quel baratro, che cos'aveva parlato all'ingresso del Tartaro."
"Non gli piaceva che il padre gli avesse salvato la vita." Sospirò Ade ed Estia sorrise. "Ne ha parlato anche con te?" "Il problema è farlo stare zitto, poi." "Vero. É bellissimo parlare con te, nipote caro." Percy sorrise alla zia.
"Mi feci restituire lo zaino da Grover e guardai dentro. La Folgore era ancora lì. E pensare che una cosa così piccola stava per causare la Terza guerra mondiale...
— Dobbiamo tornare a New York — dissi. — Entro stasera."
"Non hai preso un aereo, vero?" Silena fissò Percy, che disse. "Avevo dodici anni, non esiste un treno super veloce LA - NYC e non so teletrasportarmi." Poi guardò Zeus. "Sono totalmente disposto ad imparare a teletrasportarmi." "No." Percy non mise il broncio.
"— È impossibile — replicò Annabeth. — A meno che non...
— ... voliamo — conclusi.
Lei mi fissò stupita. — Vuoi dire che vorresti prendere un aereo? Ovvero fare quello che ti hanno detto di non fare mai se non vuoi che Zeus ti fulmini, e per di più portandoti dietro un'arma più potente di una bomba nucleare?"
"É impressionante. Percy fa sembrare ogni cattiva idea, una buona idea. Annabeth ogni idea una pessima idea." Riflettè Talia "Talento puro." Disse Percy.
"— Già — risposi io. — Precisamente. Diamoci una mossa."
Zeus fissò il ragazzo. Nico si rianimò. "Aspetta, adesso presenta Zeus secondo Percy?" Percy corrugò la fronte. "Nessun problema." "Vuoi dire che non hai pensato male di Zeus?" Percy sbattè le palpebre. "Gli dei leggono nel pensiero?" "Se vogliamo." Percy guardò Zeus. "E hai letto nel pensiero?" "Sì. Mi hai fatto sentire in colpa." "Oh, grazie al cielo. Per quello non mi hai tipo ucciso?" "Sì." "Okay, lo accetto. Chi legge?" Piper prese il libro. "Non fai cose stupide, vero?" "Faccio sempre cose stupide." "Vero." Annuì la ragazza, prendendo un respiro profondo prima di leggere.Angolo autrice
Alla prossima
By rowhiteblack
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THE FATES' QUEST: READING PERCY JACKSON
FanficDopo Eroi dell'olimpo, quando Zeus deve decidere la punizione di Apollo, semidei e dei si ritrovano nella Sala del Trono per leggere dieci libri dall'aria innocua. Leggere la vita dei loro figli renderà più dolci gli immortali e darà più senso a Zeu...