Capitolo 3

201 5 0
                                    

"Oh merda" richiudo in fretta la cartella togliendo le mani come se mi fossi scottata. Mio padre mi sta fissando a bocca aperta, non credo abbia mai visto prima quest'espressione sul mio viso "Tesoro, che succede?"

"Lo sai chi è questo Brian Johnson?"

"E' il nuovo ragazzo che è arrivato in paese. E' stato qui la settimana scorsa e mi ha chiesto se cercavo qualcuno part-time, il lavoro è aumentato e ho pensato che fosse una buona idea"

Mi chiedo: Dov'ero io quel giorno?

"Capisco" faccio una smorfia

"C'è qualche problema?" chiede Gus che intanto ci ha raggiunti

"No no" rispondo strozzata e riapro la cartella senza più alzare gli occhi.

Mio padre vorrebbe aggiungere qualcosa ma viene interrotto.

"E' permesso?" sento dire alla porta

Alzo lo sguardo e vedo Brian che sorride "Oh, eccolo qui il nuovo arrivato" gli dice Gus dandogli una pacca sulla schiena così forte che lo costringe a fare un passo avanti "Allora, quando cominci?"

"Al più presto" risponde lui

"Bene, rimani pure con J, stava giusto preparando l'assunzione, poi vieni da noi in garage che firmiamo tutto" gli dice mio padre. Io divento verde.

Ci scommetto che sbaglierò a compilare i moduli e farò la figura dell'idiota.

"Grazie signore" entra nell'ufficio per lasciar passare mio padre e Gus che tornano al lavoro. Si piazza davanti alla scrivania a braccia incrociate "Posso sedermi?" mi chiede serio buttando un occhio sulle sedie che stanno di fronte alla scrivania.

Gli faccio un cenno con la testa e apro il programma al pc. L'atmosfera è imbarazzante, non ci parliamo nemmeno, ci limitiamo a respirare ognuno perso nei suoi pensieri. Cioè, io sono persa in lui e nel suo sguardo fisso su di me ma cerco di non darlo a vedere.

"Come mai sei tutta bagnata?"

Vorrei avere il coraggio di chiedergli "In che senso?". Mi limito a dire la verità "Ehm, mi sono sdraiata sull'erba del parco"

"Ma sei in tenuta da jogging, non corri?"

"Tutta scena. In realtà ascolto la musica mentre aspetto Brittany e Jane, l'altra nostra amica."

"Perché allora ci vai?"

"Perché non sempre ho voglia di starmene rintanata qui dentro"

"Non faresti prima a dirlo a tuo padre?"

Questa domanda mi spiazza: non mi ha mai sfiorata l'idea di parlargliene, forse perché per me è ormai diventata un'abitudine aiutarlo. Ogni tanto tiro fuori questa scusa del jogging ma accade così di rado che quando succede non si rifiuta.

Comunque gli rispondo con un secco "No" mentre stampo il modulo che nel frattempo ho terminato di compilare, lo estraggo dalla stampante prima di appoggiarlo sulla scrivania "Ok, possiamo controllare i dati a voce?"

"Certo"

"Allora...Brian Gregory Johnson"

"Si"

"-nato a Miami il 14.02.1995"

Ah però! Che cavolo è venuto a fare in Illinois? E' nato il giorno di San Valentino! Mi viene da ridere.

"Si"

"Sei nato il giorno di San Valentino"

Oddio, è arrossito. Ah, Ah!!!

L'ultimo Addio (Michela Compri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora