Capitolo 6

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La prof. Carlton decide di metterci sotto torchio già la prima settimana. Ci ha assegnato un lavoro di gruppo da svolgere per mercoledi prossimo. I gruppi verranno sorteggiati tra poco dalla mano santa (speriamo) di Brittany che si è offerta di estrarre i nomi da una busta di velluto color porpora e saranno composti da tre persone ciascuno. Alla fine verrà assegnato il titolo dell'opera di Shakespeare su cui dovremo fare un saggio di 3.000 parole.

Sono un genio in letteratura inglese, non c'è che dire, seguo anche il corso extracurriculare di scrittura creativa della scuola, per questo motivo Jane mi dice piano "Spero di essere nel tuo gruppo, così fai tutto tu!".

"Bene Brittany, puoi cominciare" ordina la prof.

La mia amica fa un sorriso ed inizia ad estrarre il primo biglietto "Beth" dice, io mi giro a guardare Jane "Se sono con lei mi uccido"

"Ti ho sentita" Beth si volta verso di noi

"Lo speravo proprio" replico. Le faccio un cenno con la mano perché torni a guardare la cattedra.

"Cooper" chiama Brittany

"Nooooo" esclama lui portandosi le mani alla testa.

Ci mettiamo tutti a ridere.

"Ragazzi! Ho deciso di sorteggiare i nomi per non avere problemi. L'anno prossimo sarete al college, direi che questa è l'occasione per mostravi maturi e pronti ad affrontare i problemi che vi si porranno in futuro perciò, Cooper, quando avrai finito di disperarti chiederai scusa alla tua compagna" urla la prof.

"Scusa" mormora lui

"Non ti ho sentito" Beth si porta una mano all'orecchio

"Scusa!"

"Vuoi lasciarlo in pace?" urla Jane

"Basta! Brittany, continua per favore!"

"Oliver" è il nome successivo, e via così

Quando Brittany dice il mio nome si mette a saltellare sul posto tenendo stretto in pugno il biglietto, mentre io e Jane urliamo e ci abbracciamo al banco. Siamo nello stesso gruppo! Dovrò fare tutto io, lo so già, ma non importa!

"Venerdi siamo a casa tua" dice Brittany segnandomi dalla cattedra con un dito mentre con l'altra mano appoggia il biglietto sul banco vuoto di fronte a lei.

Brian è in gruppo con Mark e Cindy, che è la secchiona della classe. Dopo di me. Non dovrei, ma me vanto un sacco!

A noi è toccato "Re Lear"...sarà una passeggiata!

Alle 15 usciamo da scuola: c'è un caldo che si muore. Devo andare in fretta in officina per sistemare delle carte per mio padre. Salto in sella alla bici e corro come una disperata.

Arrivo a casa, la macchina di Brian è parcheggiata vicino al marciapiede, avevo scordato che oggi avrebbe iniziato a lavorare al garage. Smonto dalla bici e la spingo sul vialetto "Ciao bocconcino"

"Ehi Gus"

"Dammi, faccio io" si allunga per prendere la bici.

Macché vuole? Era la scusa per vedere Brian in tuta da lavoro, sporco di grasso!

Faccio una smorfia.

Non posso replicare, mi sfotterebbe in maniera plateale.

"Grazie" vado verso casa ed entro

Non ci credo, mia nonna ha invitato davvero le vecchie del paese per vedere Brian tagliare il prato! Sono in cinque, tirate a lucido (ma per favore!!!) a bere thè sedute sul divano a righe color crema e oro. Non devo ridere, non devo ridere!!!

L'ultimo Addio (Michela Compri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora