Capitolo 25

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Sono ferma sul marciapiede a fissare la casa di Brian, senza riuscire a muovermi "Pensi di startene li?" chiede la nonna bussando alla porta, quando si apre rimane a fissare Elizabeth che la sta guardando con un sorriso enorme "La prego di scusare mia nipote, ultimamente è un po' fuori di testa a causa di suo figlio e non vuole entrare" si gira e mi indica con un dito, sento il viso andare in fiamme.

Spinge da un lato la carrozzella per guardarmi "Non mordo Jewel, vieni qui", faccio un sospiro e le raggiungo mentre fanno le presentazioni "Sono un po' imbarazzata" mormoro senza riuscire a guardarla, lei mi prende la mano e la stringe "Tesoro, tranquilla, Brian non c'è".

"Appunto è da quell'altra" vorrei dirle ma mi limito a seguirla in casa.

La nonna ha terminato di ficcanasare quando ci raggiunge in cucina, io sono seduta a capotavola, la madre di Brian è al mio fianco "Complimenti, hai una casa meravigliosa"

"Grazie, prendete qualcosa da bere?"

"Dell'acqua" ho la bocca arsa dall'agitazione

"Un caffè per me, grazie"

Mentre spinge la carrozzella verso la cucina chiede "Ti va uno sgroppino Evelyn?"

La guardo a bocca aperta, la nonna risponde entusiasta "Si"

"Come va con Brian?" chiede Elizabeth posando il terzo bicchiere di whisky sul tavolo dopo esserci

scambiate tutt'e tre informazioni, anche piuttosto riservate, sulla storia delle nostre vite.

"Bene" la nonna mi da un pizzicotto sulla gamba da sotto il tavolo costringendomi a riformulare la risposta "Bene, ma ho deciso di chiudere con lui"

"Perché?" non sembra né dispiaciuta, né sorpresa

Bevo alla russa il mio bicchierino di whisky "Troppa sofferenza" faccio una smorfia, il liquido m'infiamma la gola

Annuisce con il capo "Potresti andare in camera sua un momento?"

Aggrotto le sopracciglia "Perché?"

"Tu vai" mi fa cenno con una mano di alzarmi. O è ubriaca forte, oppure vuole che veda qualcosa.

Devo aprire quasi tutte le stanze del piano superiore, non essendoci mai stata, non ho idea di quale sia. Quando apro quella giusta rimango a bocca aperta: una foto gigantesca in bianco e nero di me che sorrido è appesa sopra la testata del letto. Non oso immaginare da dove venga perché io non mi sarei mai fatta fotografare, e già questo è un miracolo, e poi non l'ho mai visto farmi foto! Entro e mi metto al centro a guardarmi intorno. Dire che è un fanatico di musica è poco: è pieno di locandine di album di tutti i generi appesi in cornici semplici laccate di nero, il muro è color tortora e i mobili bianchi moderni. Ci sono solo un letto, una scrivania con una sedia, e cinque - sei mensole dov'è riposta una collezione innumerevole di cd in ordine alfabetico, comincia dagli AC-DC.

Alla C di Coldplay non ce la faccio più a stare con la testa storta per leggere il nome degli artisti e degli album, la lascio cadere penzoloni per massaggiarmi il collo, la vista mi cade su una fotografia appoggiata al comodino, mi siedo sul letto e prendo il mano la cornice. Ritrae un bambino piccolo, che dal taglio degli occhi deve certamente essere Brian, con una giovane Elizabeth che lo tiene in braccio e un uomo alto e moro, bellissimo, a fianco a loro. Sorridono, Brian avrà più o meno tre anni. Mi viene un groppo in gola pensando che probabilmente in questa foto ci sia il bastardo di suo padre.

Appoggio la cornice sul comodino, guardo il cuscino di Brian e lo prendo per stringerlo al petto e inspirare il suo buonissimo profumo. Mi rendo conto che mi manca, non lo vedo da neanche un giorno. Come farò a sopportare la sua assenza in eterno? Al solo pensiero un dolore al petto mi logora.

Rimetto il cuscino a posto, ci passo una mano sopra per stendere bene la federa e mi alzo per uscire. Rimango un momento sulla porta lanciando un ultimo sguardo pieno di nostalgia. Quella sarà probabilmente l'ultima volta che la vedrò.

Quando torno in cucina la nonna ed Elizabeth mi lanciano teneri sorrisi "Allora?" chiede la secoda avvicinandosi con la carrozzella "Mi mancherà" sospiro "Come ha avuto quella?"

"La foto intendi?" mi stringe forte una mano "E' un bravissimo fotografo, è la sua più grande passione dopo la musica. Mi ha raccontato di avertela scattata di nascosto, ovviamente!" mi fa l'occhiolino "Dice che odi farti fotografie"

Rimango sorpresa dalle sue ultime parole "Come ha fatto a dirtelo, abbiamo fatto la prima solo ieri?!"

"Sei l'unico argomento di cui mi parla, è venuto a svegliarmi quand'è tornato per raccontarmi della festa"

"Ah" è tutto quello che riesco a dire

"Non gli dirò che intendi lasciarlo Jewel ma voglio darti solo un avvertimento: preparati una motivazione più che valida perché ti darà il tormento" deve aver colto il significato della mia espressione come a dire "L'ha già fatto", perché si affretta ad aggiungere "Oh ma non come l'altra volta, quello non era niente"

"Te lo ha raccontato?"

"Te l'ho detto...di te mi racconta tutto" stringe più forte la mia mano

"Hai impegni per il Ringraziamento?" chiede la nonna, ormai è sbronza al punto giusto e spero che sia il motivo per cui la sta invitando senza dubbio a casa nostra.

Elizabeth gira la sedia a rotelle e la raggiunge al tavolo "No, doveva venire mia sorella con la famiglia ma ha impegni di lavoro e ha dovuto disdire"

"Perché non vi unite a noi? Ci saremo noi tre, Gus, Arthur e Mike, Marna, Brittany, sua madre...e Jared" l'ultimo nome mi fa alzare gli occhi al cielo

"Sarebbe fantastico grazie" si volta a guardarmi "Tu non gradisci vero?" scoppia a ridere

"Ma certo che sono contenta, Elizabeth!" mento spudoratamente. Se per il Ringraziamento io e Brian avremo chiuso e Jared sarà di nuovo a casa, credo che sarà il peggiore della mia vita!

Brittany mi sta chiamando, estraggo il cellulare dalla borsa appoggiata al bancone "Ehila ciao" la saluto

"Allora per stasera?"

Lancio ad Elizabeth e la nonna uno sguardo indagatore "Avete programmi per la serata?"

"No"

Un sorriso beffardo compare sul mio viso "Porta la roba, io chiamo Jane, c'è in programma la nostra serata"

Urla talmente forte che devo spostare il cellulare dall'orecchio "Che serata ha in mente tua nipote?" Elizabeth non nasconde l'ansia

"Fumo e poker" risponde con nonchalance

"Fantastico!"

Telefono a Jane e anche a Marna che scarica mio padre per raggiungerci. Quando ci siamo tutte ordiniamo della pizza, ci sediamo al tavolo e tiriamo fuori l'occorrente per lo sballo, compreso il kit per il poker. A fine serata non capisco più niente, ma ho in tasca centocinquantadollari che andrò a spendermi da Paul per la sbornia post-rottura con Brian. Questa serata l'ho dedicata alla sua memoria.


L'ultimo Addio (Michela Compri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora