Capitolo 5

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Sono negli spogliatoi in pantaloncini corti e maglietta con stampato il simbolo del nostro liceo quando Jane mi manda un sms

COLTON E' SUL CAMPO!

Mi viene un groppo in gola. E adesso? Non posso crederci, devo andare in pista a correre durante la lezione di ginnastica e lui mi vedrà boccheggiare come stessi facendo una maratona dopo appena 20 mt.

Inspiro ed espiro dallo spogliatoio al campo di football (circondato da una pista da corsa) sul lato sinistro c'è la tribuna con gli spalti.

Jane e Brittany sono all'inizio del campo, sfruttano la lezione per esercitarsi con altre poche cheerleader, gli allenamenti li hanno di pomeriggio. Lanciano in aria i pon pon e gridano parola per parola il nome della nostra squadra. In realtà non potrebbero approfittare di quest'ora ma il nostro professore di ginnastica, il sig. Green, è un tale fannullone che non gliene importa un tubo di ciò che facciamo. Da qui la mia A, molto poco meritata. Beth che è con loro mi osserva avvicinarmi alla pista da corsa con gli occhi socchiusi, decido di invertire la rotta e vado verso di lei che a ogni mio passo li spalanca sempre di più.

"Posso sapere come mai stamattina hai fatto quella scenata?" le chiedo piazzandomi proprio davanti a lei. Devo guardarla dal basso perché è alta un metro e ottanta.

"Non ho fatto scenate, ho detto solo la verità!" risponde mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Jane e Brittany nel frattempo si sono messe al mio fianco.

"Hai omesso il particolare sul bigliettino che tu hai passato a Jane"

Mi guarda a bocca aperta.

"Beth sei rimasta alla parola "omesso" perché non sai che significa e non hai capito niente di quello che ti ho detto o mi guardi così perché non ci arrivi proprio?"

Sento una risata provenire dalle mie spalle.

Signore Benedetto, che ci fa lui qui? Era in mezzo al campo!

Quando finisce di ridere e di asciugarsi la lacrima che gli riga il volto, Brian mi prende per mano e mi costringe a seguirlo "Oh Dio Jewel mi fai morire!", si porta la mano libera sulla pancia e la massaggia mentre ci avviamo verso il centro del campo.

"Siediti" dice senza lasciarmi la mano, lo seguo incrociando le gambe quando sono seduta sull'erba.

E' tutto sudato (Oddio!), la maglietta è appiccicata al suo petto e i pantaloncini in cotone che gli arrivano al ginocchio gli stanno incollati alle gambe. Deduco che non abbia peli sul petto, lo spero proprio, perché le gambe non sono per niente pelose. Giusto un po'! Ha un tatuaggio tribale dietro il polpaccio destro, penso che prima o poi gli chiederò il significato.

"Hai finito di guardarmi?" chiede distraendomi.

Sbatto le palpebre un paio di volte e prego che qualcuno chiami i pompieri perché sto andando a fuoco. Non ha ancora lasciato la mia mano.

"Scusa" mormoro

"Ti piaccio proprio tanto vero?"

COSAAA???

Ritiro la mano dalla sua e la uso per dargli una sberla sul braccio "Come ti permetti?" urlo cercando di rimettermi in piedi ma non posso perché mi sta tirando il bordo dei pantaloncini!

"Se ti alzi ti vedranno tutti il sedere, Jewel, fossi te non lo farei" non scherza proprio per niente!

Non lascia la presa, indispettita allungo le gambe per incrociarle davanti a me, sbuffo e mi giro dall'altra parte a guardare i giocatori di football provare dei lanci.

L'ultimo Addio (Michela Compri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora