Capitolo 28

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"Jared non entrare" la voce attutita della nonna mi fa aprire gli occhi

"Voglio vederla"

"La vedrai fra poco, andiamo"

"Ormai è mezzogiorno" protesta lui, evidentemente molto poco intenzionato a seguirla

"Jared ti prego" me l'immagino sbarrare gli occhi come fa lei quando non ammette repliche

Li sento scendere le scale.

Sono a pancia in giù con la testa sprofondata nel cuscino, sento la voce di Brittany, è appena scesa dall'auto. Decido di alzarmi, appoggio i piedi sul pavimento in parquet e vedo delle frecce gialle formare una striscia in direzione del muro di fronte al letto, giro lentamente la testa.

OH MIO DIO!

Il tabellone di sughero non c'è più. Al suo posto è appeso un quadro con delle foto che mi ritraggono, sono tutte in bianco e nero.

Rimango a fissarlo ma in realtà non lo guardo.

"E' stato qui" esclamo portandomi le mani alla bocca. Scendo di corsa in cucina, ci sono tutti: Gus, Brenda, Brittany, Marna, la nonna, Stanlio e Ollio e Jared, c'è anche Elizabeth.

"E' stato qui?" chiedo ansimando dall'agitazione "E' stato qui? Qualcuno mi risponda!!!" urlo

"E' venuto stamattina presto" risponde la nonna. Senza pensarci prendo le chiavi dell'auto di Gus appoggiate al tavolino d'ingresso ed esco scalza e in pigiama. Corro verso la macchina, mi siedo e l'accendo "Jewel" urla mio padre dalla veranda, ma non so come, per la prima volta l'auto non muore e sono già in strada.

Lascio la portiera aperta e corro verso la veranda della casa di Brian "Brian, Brian" urlo disperata, non mi è nemmeno venuto in mente di chiedere ad Elizabeth a che ora sarebbe partito "Brian!", lo chiamo ancora e ancora. Distrutta dal dolore torno all'auto e mi dispero appoggiando la fronte al volante.

Torno a casa.

Quando entro salgo in camera, mi cambio, mi lavo il viso e mi pettino i capelli con Brittany che mi sta seguendo come un cagnolino "E' andato via J" mi dice prima che esca. Annuisco soltanto, non ho più fiato neanche per parlare.

"Ti raggiungo" le dico in un sussurro e mi avvicino al quadro. Queste foto sono state scattate tra l'inizio della scuola e oggi, dalle maniche corte che indosso nelle prime, l'ultima mi ritrae con un maglione. Vorrei sapere davvero quando le abbia scattate, sono tutti primi piani, non riesco a capire dove sono. Certamente qualcuna è stata scattata a scuola, sono quasi sempre senza trucco e sorrido spensierata.

Mi viene un groppo in gola, d'istinto prendo il telefono in mano e lo chiamo, risponde al terzo squillo "Ehi"

"Te ne sei andato" non riesco a trattenermi e scoppio in singhiozzi

Lo sento sospirare

"Tornerai?"

Il suo silenzio mi uccide "Brian" dico il suo nome talmente piano che non credo sia riuscito a sentirmi

"Ok senti, è la conversazione più assurda che abbia mai avuto" sospiro passandomi la mano sulla guancia, piango da così tanto tempo che la pelle ormai brucia al contatto con le lacrime "Comunque grazie per il quadro, è bellissimo, e ..." piango ancora più forte "avrei dovuto fare di più per te, per noi, non ho fatto niente e hai ragione, sono una codarda. Lo sono stata con te, con Jared, con mio padre...mi manchi Brian, perché non mi hai svegliata? Che cavolo! Mi odio per avere un sonno tanto pesante" lo sento sorridere "Ti prego Brian dimmi qualcosa"

"Devo andare" è l'unica cosa che mi dice prima di riattaccare, mi si ferma il cuore.

Scaravento il cellulare addosso alla porta, Brittany la apre spaventata, mi raggiunge e si siede con me per terra, non dice nulla e rimane a consolarmi.

L'ultimo Addio (Michela Compri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora