Capitolo 10

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Il pensiero che Brian abbia il numero e non lo stia usando mi logora. Che cosa aspetta a mandarmi un sms? Oppure telefonarmi? No, la telefonata implica una forzata conversazione e io non saprei che cosa dirgli. Un sms rende le cose meno complicate. Possiamo inviarci faccine che chissà come mai sono idiote ma ci riempiono di gioia quando appaiono sorridenti o mandano un bacio, oppure si può usare la scusa del "non mi è arrivato" ed evitare di rispondere essendo consapevoli che in quel momento l'altra persona ti stava pensando.

Mentre faccio questi pensieri sono seduta in ufficio, la mattinata è stata ultra piatta perché Brian non c'era, o forse si ma io non l'ho visto, non che l'abbia cercato (assolutamente falso: sembravo posseduta dal modo in cui mi aggiravo nei corridoi della scuola) .

Che sia davvero spaventato da me e dal mio modo di reagire a lui? Spero proprio di no!

Un lampo di genio mi attraversa il cervello: decido di cercarlo on line.

Inizio da Twitter, non c'è. Provo con Instagram collegandomi direttamente dal cellulare, niente. Forse Facebook. Nada!

Ma, insomma, come fa questo uomo a non essere collegato con il mondo? Io sono ovunque: Facebook, Twitter, Instagram, Whosay, Pinterest, e la lista potrebbe continuare. Vorrei innalzare un monumento a chi ha inventato Whatsapp.

La porta si spalanca e io balzo sulla sedia dallo spavento. Gus entra come nulla fosse successo, mi affianca e guarda lo schermo del mio MacBook "Lo stai spiando?"

Rimango per un momento sbigottita dalla sua domanda. Oh cielo, ho lasciato Facebook aperto e il suo nome è ancora inserito nella sezione "cerca, persone luoghi e oggetti". Più tardi dovrò cambiare la mia ricerca nella speranza di trovare UN "BOIA" "ANCHE QUI, NEL MIO UFFICIO (non sono una ragazza di molte pretese, mi accontento)" "CON UN'ASCIA IN MANO" per tagliarmi la testa dalla vergogna. Divento scarlatta e non parlo, mi limito a chiudere in fretta il sito.

"Allora?" è cosi impaziente.

"Non proprio" rispondo in un sussurro

Alza un sopracciglio aspettando una spiegazione.

"Oggi non era a scuola, volevo solo vedere se per caso online trovavo qualcosa, non so un commento, l'orario in cui è stato postato..." lascio in sospeso la frase

"E' in garage se ti interessa, lo chiamo così glielo chiedi"

"NO" urlo "Ti prego Gus, non farlo"

"E' successo qualcosa?"

"No!"

"J" cantilena

"Te lo giuro Gus, non è successo niente, stavo giusto per andarmene in casa perché stasera vengono le ragazze a studiare"

"Studiate come correte?"

Fa lo spiritoso?

Faccio un sorriso tirato, lo supero e sgattaiolo fuori della porta guardando per terra.

Mentre affetto le melanzane che poi andrò a grigliare, mi chiedo perché Brian sia in garage di venerdi quando mi ha detto che di solito non viene. Forse sperava d'incontrarmi? Liquido il pensiero scuotendo la testa. Impossibile. Magari era libero ed è venuto a fare degli straordinari.

Estraggo la piastra elettrica dal mobile della cucina e attacco la spina all'interruttore perché si scaldi, in quel momento mi chiama Gus "Jewel" sbraita.

Mi affaccio alla finestra che da all'ingresso del garage "Che c'è?"

"Si va domani?"

Oddio, mi porta a fare una guida!!! Non sto nella pelle!

L'ultimo Addio (Michela Compri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora