Capitolo 12

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Sento bussare alla porta. Senza chiedere il permesso mio padre entra in camera "Jewel?"

Non gli rispondo e rimango nella posizione in cui sono, a pancia in giù con la testa sul cuscino come ieri sera quando mi sono addormentata piangendo "Jewel cosa c'è?" chiede sedendo sul letto a fianco a me. Mi sposto quel tanto che basta per appoggiare la testa sulle sue gambe "Sto di merda papà" mugugno.

Mi accarezza la schiena con una mano "E' per Brian?"

"Si" mormoro

"Vuoi che lo licenzi?" so che sta scherzando "No" ed è vero.

"Vuoi farlo tu?" spalanco un sorriso "No"

"Gus ti aspetta, hai voglia di scendere?"

"Che ore sono?"

"Le sei e mezza"

Oddio...annuisco facendo una smorfia.

"Tesoro, lo sai che ci sono per te vero?"

"Si"

"Beh, sono un maschio magari certe cose non le capisco come voi ma se ti va di parlarne..."

"E' una cosa da "vorrei ma non posso"" mi lito a spiegare

"Allora vai da tua nonna" ci mettiamo a ridere tutti e due.

"Grazie papà"

Mi da un bacio sui capelli, mi scosto e lo lascio alzare per uscire.

"Jewel muoviti" urla Gus dal giardino.

Faccio giusto in tempo a bere un sorso di succo quando lo vedo entrare in cucina "Fai lo spiritoso?"

Ha il casco della moto in testa "Non vorrei mai che il mio cervello con un QI da genio sfracellasse se dovessimo schiantarci"

"Allora perché ti sei offerto?" sono piuttosto offesa

"Ogni tanto perdo colpi e dico cose di cui mi pento! Andiamo?"

"Togliti quella roba"

"No"

"MMMhhh" alzo gli occhi al cielo e prendo le chiavi dell'auto di mio padre

"Andiamo con la mia"

Lo guardo sconcertata, è impazzito???

Ha una Ford Mustang Coupe del 68 nera con cambio automatico che chiama la sua "bambina" e della quale è geloso quasi quanto la sua Harley.

"Forza" mi incita a seguirlo, a me viene da andare in bagno a vomitare.

Per fortuna l'ho convito a lasciare il casco da moto sul dondolo, ora siamo seduti in macchina, mi allaccio al cintura mentre lui tiene saldamente il freno a mano "Parti" ordina con scioltezza.

Faccio un bel respiro e accendo la macchina, schiaccio l'acceleratore e lei...muore! "Cominciamo bene" borbotta massaggiandosi la fronte con la mano.

Lo fisso impacciata.

"Bocconcino, dai, parti" cerca di calmarmi ma non ci riesce. Forse non sa che sto guardando le sue mani sudate, chi pensa di prendere in giro?

Faccio un altro bel respiro e ricomincio...vado avanti così un altro po', con l'auto che continua a morire.

"Ricordati di mettere la freccia quando esci da un parcheggio" dice tranquillo quando sono già in strada "Ah, giusto! Ok!" gli faccio l'occhiolino.

Accosto davanti a casa facendo stridere le gomme "Sei una pazza" urla aprendo la portiera. Sono le otto e un quarto.

Chiudo a chiave l'auto "E dai Gus, non fare cosi, ti pregoooo" piagnucolo forte.

L'ultimo Addio (Michela Compri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora