Prologo

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La parola nemesi è situata in un ambito circoscritto e caratterizzata da elementi che fanno capo al duello, al confronto titanico, all'implacabilità e all'assolutezza.

Avere una nemesi significa avere un nemico superlativo, (quasi) imbattibile e esclusivo.

Personificazione della giustizia, in quanto garante di misura e di equilibrio e come tale divinizzata nell'antichità classica; modernamente intesa come fatale punitrice della tirannide e dell'egocentrismo attraverso le alterne vicende della storia.

Nemesi assume un ulteriore valore oppositivo più accentuato: la nemesi non è solo il nemico, ma l'antagonista per eccellenza.




«Questa Divinità,
sovrana dei mortali,
giudice delle segrete cagioni
che li faceano operare,
comandava eziandio al cieco Destino,
e a suo beneplacito facea dell'urna
di quel Dio uscire i beni ed i mali.
Essa avea piacere
di far piegare le orgogliose teste,
d'umiliare coloro
che nelle prosperità mancavano
di moderazione,
coloro la cui bellezza
e la forza del corpo
oppur l'ingegno
rendeano troppo superbi,
e coloro finalmente che disobbedivano
agli ordini delle persone
che aveano dritto d'imporli.
Ministra della Giustizia,
ispezione ella aveva speciale
sulle offese fatte ai padri
dai loro figli.
Essa accoglieva i segreti voti dell'amore
sprezzato o tradito,
e vendicava le infelici innamorate
dell'infedeltà dei loro amanti.»




Jacopo

Jacopo

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Inès

Tommaso

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Tommaso

Tommaso

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Nemesi | JacopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora