Spesso, alla televisione, qualche dottore si fa esperto di sport e, ancora più di frequente, si riempie la bocca dicendo che il nuoto è lo sport per eccellenza; la combinazione di attività aerobica e anaerobica che si mostra come il modo più efficace di stimolare il rilascio di endorfine da parte del cervello. Queste hanno un ruolo di primo piano nella regolazione dell'umore. La piscina ha poi un effetto calmante immediatamente percepibile sul cervello per il suo colore blu.
Questo vale anche per Jacopo che, seppure unanime con quel che dicevano, non si trova affatto in sintonia sulla voglia di riempirsi la bocca solo passa parola, come accadeva con loro, evidentemente.
Era l'unico modo in cui si lasciava andare del tutto, quando percorreva in su e in giù quella vasca, anche quaranta volte ogni allenamento, si sentiva libero come non mai. Riusciva a fare viaggi immensi frattanto rimaneva concentrato per toccare il bordo vasca per primo – perché partecipare è bene ma vincere è meglio.
«Tempo.» Renato, l'allenatore, chiama la pausa, giusto per stirarsi i muscoli e riprendere fiato, giacché i nuotatori stavano con la testa sott'acqua da circa cinquanta minuti e ne avrebbero avuti altrettanti.
Al che, facendosi da perno con le mani, Jacopo si tira su dalla vasca, raggiunge la panca in metallo e ora che, parzialmente, ha la mente libera, torna ad affossarsi su quella piccola discussione avuta il giorno precedente.
Che cafona. Poi, a dirla tutta, l'appunto che gli aveva fatto non era nemmeno troppo giusto, poiché l'opera si trovava momentaneamente a Venezia, poi gli sarebbe stata trovata una locazione più consona. Ma, probabilmente, il nocciolo della situazione non era nemmeno la collocazione del quadro, piuttosto che qualcuno non avesse avuto problemi a cantargliele davanti agli amici, come se niente fosse, facendolo sentire anche un briciolo stupido.
Inès Meijer - ripete tra sé e sé, convinto che il suo non sia un nome nuovo - dove diamine t'ho già visto? Perché nemmeno la fisionomia del suo volto era completamente nuova. Si spremeva le meningi da ventiquattrore a quella parte ma niente, sei troppo stupido per ricordartelo, figurati : il suo subconscio, nemico numero uno da sempre, non perdeva certo tempo per affossarlo ancora di più.
«Terra chiama Jacopo, Terra chiama Jacopo!» Alessio, un suo compagno di squadra, gli passa una mano davanti al volto e «stai qua co' noi o fai finta? Pari stralunato.» borbotta per poi prendere posto accanto a lui.
«So' stanco, tutto qua.» perché figurati se ti vengo a dire che mi sto arrovellando il cervello per una che m'ha trattato male.
«Allora te alzo l'animo io, - sorride vittorioso - c'hanno dato l'ok pe' la festa de Carnevale ma –sì, c'è un ma, dobbiamo farla qualche giorno prima perché, poi, iniziano i lavori pe' ristrutturare quella parte de piscina.» alza le spalle. «Pareva brutto di' de no a Licio solo pe' questo, che dici?»
«E che ce frega se la famo primo, tanto se imbriachiamo lo stesso e, pe' Carnevale, annamo da qualche altra parte, così poi afterone e manco c'è da pulire la mattina.» allarga le braccia compiaciuto. «Io e te insieme spacchiamo zì, te l'ho sempre detto.» gli lascia una pacca sulla spalla poi, con il fischio di richiamo dell'allenatore, gli da manforte per alzarsi, così come l'altro fa con lui.
«Seh, insieme spacchiamo ma il miglior tempo lo schiaccio ancora io.» si pavoneggia l'amico ridendo.
«Ma quanto te la tiri, ao, mo pe' du' secondi te credi il Lamberti degli Europei dell'89 a Bonn.» lo canzona ricevendo un dito medio come risposta.
Però lo sa che il tempo è fondamentale - e non solo nel nuoto. - eppure, lui, ha sempre avuto problemi a misurarlo, facendoselo così amico da non lasciarlo scappare. Carpe diem diceva qualche filosofo ma, ancora, non aveva colto niente; forse perché non sapeva cosa avrebbe potuto fare al caso suo oppure - e forse è l'opzione più veritiera. - Jacopo, gli attimi adatti per la sua persona, modellati nella maniera più corretta possibile, che quasi gli avrebbero potuto fare da seconda pelle, beh, se li era sempre fatti scappare perché nemmeno sapeva che fossero destinati a sé medesimo.
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Nemesi | Jacopo
FanfictionAvere una nemesi significa avere un nemico superlativo, (quasi) imbattibile e esclusivo. Personificazione della giustizia, in quanto garante di misura e di equilibrio e come tale divinizzata nell'antichità classica; modernamente intesa come fatale p...