Nessun motivo specifico.

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Roma offre una giornata raggiante, conscia anche lei dell'attuale pace in cui Jacopo, finalmente, si trova. Per quanto non lo sa, ma va bene così. Questo lo ha spinto ad accompagnare Manuel alla disperata ricerca di un regalo per il mesiversario con Simone che, dopo tutto quel tempo, ancora continuano a festeggiare.

«Pe' un mesiversario, te devi sbatte' così tanto?» Jacopo apre le braccia, esasperato dalle due ore di ricerca estenuante «Conosci Simone come le tasche tue e hai bisogno de così tanto tempo?» lui queste cose non le ha mai dovute fare, quindi, un briciolo, le trova pure strane.
«Non deve essere qualcosa a caso, - spiega - sennò tanto valeva non fargli niente. La capirai anche tu, l'importanza dei piccoli gesti, fidate.» sorride, gli passa una mano sulla spalla e torna alla ricerca disperata. È solo dopo un'altra mezz'ora buona che, tra le mani di Manuel, svetta un pacchetto bianco con dei fili rossi legati a modo di fiocco.

«Manu, ma –come fai a capi' se una persona te interessa davvero?» prova a rimanere vago, che quella è solo una domanda stupida e, soprattutto, slegata da qualsiasi contesto.

«Perché me lo chiedi?» un sorriso beffardo si fa padrone del suo volto «Chi è la fortunata? Dimmi de più,» le mani scivolano sui fianchi e il sedere su un muretto non lontano dal Colosseo «so tutt'orecchie.» attende.

«Non c'è nessun motivo specifico, - annaspa - era solo una domanda senza secondi fini ..» borbotta e si stropiccia il viso «vabbè, non te preoccupa', non me interessa sapello davvero.» scuote le spalle, che a fare l'indifferente è sempre stato bravo lui.

«Seh, immagino.» non se l'è bevuta, ma tant'è «Comunque, anche se non t'interessa assolutamente sapello, te posso di' che te n'accorgi da solo col tempo: cose del tipo che, senza un apparente motivo, vuoi sempre sta' con quella persona, oppure te viene da difenderla a spada tratta, ad aiutalla,» incalza il discorso «vorresti parlarci tutto il giorno e, boh, il tempo non te sembra mai abbastanza quando ce stai insieme.» in maniera inevitabile ripensa a Simone, al modo insolito in cui il loro amore è nato, a quante difficoltà hanno affrontato prima di divenire quel noi che, adesso, tanto amano.

«Mamma mia che melenso che sei ao, già c'hai i cuoricini al posto dell'occhi.» lo canzona, ricevendosi un dito medio nella sua direzione.

«Ripeto, quando li avrai tu pe' qualcuno, sai che risate me faccio.» sottecchi l'osserva, pensando che anche Jacopo si meriterebbe di trovare qualcuno che lo faccia sentire così come Simone fa con lui. «Tu fratello m'ha detto che, gira e rigira, a supervisionare lo stage c'è quella là che t'ha fregato il posto alla partita de rugby, - ride - com'è che ne avevi fatto un caso nazionale di quella storia –è simpatica

«Che ne so, - fa spallucce - non c'ho parlato poi così tanto.» tira corto «Sta sulle sue.» così dicendo, evita di raccontare i fatti che stanno nella parte inferiore dell'iceberg, che, nella sua testa, potrebbero essere una motivazione per cui, Manuel o altri, potrebbero prendersi gioco di lui.

Lui che non si è mai fatto andare bene nessuna, perché mai dovrebbe iniziare a farlo? Effettivamente non lo sa, non ha una risposta precisa, eppure sa che, seppur in maniera marginale, qualcosa si è messo dentro il suo stomaco e, lentamente, prenderà il controllo su tutto.

«Comunque è proprio vero che, quando se parla del diavolo, spuntano le corna.»

«Eh?»

«No eh, - gli fa il verso - ma chi.» indica una ragazza non troppo lontana da loro, intenta a fare stretching in un pezzo di prato, quindi Jacopo, curioso, la cerca con lo sguardo e, senza accorgersene, rimane ad osservarla per qualche secondo.

Da quando in qua dava così tante attenzioni ad una persona? – prova a darsi un contegno, ma è troppo tardi: Manuel, ridendo sotto ai baffi, si porta vicino alla sua spalla poi gli lascia una pacca e «occhi a cuoricino, io ve'?» chiede retoricamente.

Al che il corvino, sentendo le guance leggermente rosse, scrolla le spalle e distoglie lo sguardo da un'altra parte. «Certo tu, chi altro sennò!» sbuffa «Mo, se hai fatto, andiamo.» lo sprona.

«Andiamo dove?»

«Devo studia', - sbuffa - e tu mi spiegherai 'na cosa che hai già fatto, me l'ha detto Simo, io non l'ho capita.» si porta una sigaretta alle labbra «Lo sai che 'ste cose non se buttano pe' terra?» compie un passo falso, non ci pensa.

«E da quando in qua, fai l'ecologista?» alza un sopracciglio.

«L'ho sentito alla radio.» 

«Alla radio?»

«Seh, alla radio.» tace «Ce l'hai dilà la macchina, vero?» cambia subito discorso e «sì.» l'altro gli da spago, manon tanto da non accorgersi verso dove – o su chi – si poggia lo sguardo delcorvino prima di girare l'angolo e lasciarsi il Colosseo alle spalle.

Nemesi | JacopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora