Zero ragazze significa zero problemi.

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L'atmosfera creata dalle montagne innevate trasporta Jacopo in uno stato di tranquillità assoluta, che allontana dalla sua mente la consapevolezza di star per tornare alla solita frenetica routine.

La fumante cioccolata calda arriva al suo naso, mentre sta comodamente seduto all'interno di quello chalet, contornato da persone allegre che, date le circostanze, ridono e parlottano contenti.

Lui si guarda attorno: dove fossero finiti tutti gli altri - i suoi amici - è un po' un mistero. Era bastato un battito di ciglia per farli disperdere e, da un fitto gruppo di persone, rimanere soli.

Luna e Vanessa si trovavano, probabilmente, a giro per negozi, nonostante fossero cresciute le loro abitudini da spendaccione non erano proprio passate. Avevano detto che sarebbe state fuori poco, eppure, come di consuetudine, quell'oretta scarsa si era prolungata per circa il triplo del tempo. Si erano conosciute durante la triennale di moda e design, adesso Luna stava seguendo una magistrale sempre del settore mentre Vanessa si era spostata su una facoltà biennale incentrata sul giornalismo. Anche Jacopo frequentava quel corso e lì si erano conosciuti, senza sapere di avere un'amica in comune.

Francesco è rimasto sulle piste senza fermarsi mai: ha accettato quell'invito giusto perché c'erano i suoi amici altrimenti ne avrebbe sicuro fatto a meno, date le circostanze. È siculo ma, dalla sua spigliata parlantina in ottimo italiano, è assai difficile da capire. Anche lui segue i corsi con Jacopo e Vanessa, la stessa per cui ha una cotta micidiale, non ricambiata purtroppo, per la quale sta decisamente facendo 'l sottone, come gli dice sempre Jacopo. È un ottimo consigliere, un buon orecchio per le confidenze, due occhi sinceri che mai ti pugnalerebbero alle spalle. Lui stesso ha aiutato Jacopo a trovare casa quando, per non rimanere ancora troppo dipendente dai genitori, aveva scelto di lasciare la Villa.

L'altro invece, Tommaso, è decisamente troppo pigro per mettersi l'attrezzatura da scii quindi preferisce passare le giornate da un dj set all'altro con un calice di qualcosa sempre in mano. È un gran festaiolo lui. Che poi quello che nessuno capisce è come mai, essendoci cresciuto in quell'ambiente fino a sette anni - poiché originario di un piccolo paesino sulle Dolomiti - non ami proprio quella vita. Lavora in un supermercato perché di studiare economia come gli aveva consigliato il padre, proprio non ne aveva voglia. Condivide l'appartamento con Jacopo, sono due coinquilini abbastanza caotici che, in linea di massima, sanno trovare un equilibrio nel loro disordine cronico.

Manuel e Simone stavano facendo un giro sulla seggiovia, poiché suo fratello si era stancato di sentirsi dire dal fidanzato come puntare i piedi sulla neve, per arrivare in fondo alla vallata senza cadere; anche i marmocchi so' più bravi de te ad arriva' laggiù – lo canzonava indicando il fondo valle colmo di bambini felici di aver compiuto la loro prima pista.

«Sono esausto, basta, non posso litigà fisso co la gente io.» un Manuel esausto - e geloso – arriva dentro la casetta in legno, individua Jacopo e prendo posto accanto a lui. «Tu' fratello poteva pure nasce' un cesso, sarebbe stato più facile per me.»

«Sarei nato 'n cesso pur'io, - fa notare - perché sei geloso 'sta volta?»

«Io nun so –geloso

«Seh, vabbé. Allora riformulo la frase, - ride - perché sei così calmo?»

«Ce sta uno là che je ronza intorno ... che poi tu fratello ce sta pure.» borbotta, passa a togliersi il cappello di lana, sfila i guanti e torna serio, o almeno ci prova anche se, ovviamente, fallisce miseramente poiché emana amore per Simone da tutti i pori.

«Simone?»

«Eh.»

«Ma non ci credo che ce sta Manuel, se farebbe spara per te quello.»

Nemesi | JacopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora