Il 30 marzo, da quando i gemelli Balestra sono venuti al mondo, è sempre stati festeggiato con gran gioia – e non perché tenessero particolarmente a spegnere le candeline e mangiare un pezzo di torta, oppure scartare i regali, ma per poter spendere del tempo assieme alle persone a cui tenevano veramente.
Quel giorno, ad esempio, erano un bel gruppetto, composto dai rispettivi amici dell'uno e dall'altro gemello. Pure Manuel e Inès erano presenti ovviamente, anche se, erano ben oltre l'essere amici di Simone – lui – e di Jacopo – lei.
«Pic-nic sulla spiaggia?» aveva proposto Jacopo quando, qualche giorno prima, aveva dovuto tirare le fila della situazione assieme a Simone.
Quest'ultimo, senza esitare, aveva accettato, aggiungendo però che sarebbe stato fatto al mare, così da godersi un po' d'aria pulita e tornare alle loro vecchie abitudini.
Quindi, adesso, si trovavano attorno a più tovaglie colorate – perfettamente stese a terra e colme di cibo – mentre nell'aria risuonava una canzone amata da tutti.
Si guarda attorno, Jacopo, finché non sente prendersi di peso da quattro amici – Carmine, Francesco, Tommaso e Manuel – che hanno tutta l'intenzione di buttarlo nel mare.
«Ao, non ve ce provate che-» le lamentele muoiono sotto al ciaf provocato dal suo corpo che entra a contatto con l'acqua «'A stronzi!» borbotta ancora quando, in maniera assai drammatica, strizza la polo azzurra, bagnandosi i piedi e la sabbia.
Simone, artefice di quel piano assieme al fidanzato, ride sotto ai baffi, incosciente che – in pochi attimi – pure lui farà la stessa fine del gemello, infatti «»
«Simò ridi poco tu.» lo mette in guardia e «Ma che sto facendo, scusa?» alza le spalle lui, come ad indicare la sua innocenza.
È con l'aiuto di Martino, Matteo e Manuel che, Jacopo, fa finire in acqua il gemello, bagnandosi nuovamente anche lui «T'avevo detto de nun ride.» gli lascia una pacca sulla spalla, poi ci fa scontrare la propria fronte in segno di pace.
Si salva da prendere un pugno sulla spalla, grazie alla chiamata intestata a 'drema' un divertente acronimo – almeno secondo lui – con cui ha segnato sua mamma sulla rubrica del cellulare.
«Ciao ma', ch'è successo?»
«Ciao tesoro mio, stai tranquillo, non è successo niente. Volevo solo sapere come stessero andando i festeggiamenti.»
«Tutto bene, per fortuna c'è molto sole oggi e fa caldo. Anche Simone è felice, capirai poi ci sta pure Manuel quindi è tutto nel suo centro.» ride, cosciente del fatto che al gemello basti davvero poco per essere felice, così come a lui ultimamente.
«Sì, lo so, mi ha chiamato prima lui ..» spiega «Voleva pure passarti il telefono ma eri troppo impegnato in quel momento!» prova ad imitare il tono del figlio, scaturendo uno sbuffo – seguito da una risata – da parte di Jacopo «È un coglione Simone, parla troppo come le comari di paese.» borbotta, passandosi le mani sulle cosce.
Floriana, che passerebbe la vita a parlare con i due figli, lascia un po' di spazio al marito, così che, successivamente, Jacopo possa tornare ai festeggiamenti.
«Papà, ciao!»
«Oi, ciao a te.» inizia lui «Volevo farti un saluto, sapere se fosse tutt-» le sue carinerie vengono messe a tacere da Jacopo che, facendo riferimento al bigliettino lasciato dai genitori sul comodino quella mattina, si trova a ringraziarlo per le belle parole «Grazie per quel che mi hai-avete scritto.» lui non lo sa, ma gli occhi di suo papà si fanno un poco lucidi, mentre le proprie guance vanno a fuoco – e queste le sente, tant'è che ci picchietta sopra, come se fosse sufficiente per farle tornare del loro colore naturale.
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Nemesi | Jacopo
FanfictionAvere una nemesi significa avere un nemico superlativo, (quasi) imbattibile e esclusivo. Personificazione della giustizia, in quanto garante di misura e di equilibrio e come tale divinizzata nell'antichità classica; modernamente intesa come fatale p...