Coming out di Julio

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Madrid, nove anni prima.

Julio ha sedici anni e decide di fare coming out con sua madre Belen.

«Mamma?» Julio chiamò sua madre, la quale stava controllando le email sul suo tablet mentre beveva un caffellatte.

«Dimmi, Julio», rispose, alzando gli occhi su di lui.

Julio fissò per qualche istante gli occhi sul piatto di churros da immergere nella cioccolata che aveva davanti e che non aveva ancora toccato, evento più unico che raro, considerato l'appetito vorace che aveva, poi rialzò lo sguardo su sua madre e domandò: «Mica è un problema se mi piace un ragazzo?».

Belen Ortiz inarcò prima un sopracciglio scuro, poi le sue labbra si arricciarono in un sorriso divertito.

«Direi proprio di no, Julio. Credevo fossi asessuale», rispose, la voce tranquilla.

«Asessuale?» ripeté Julio, strabuzzando gli occhi. Considerando come gli veniva duro quando vedeva Manuel, il suo compagno di squadra di calcio e considerati i pensieri da maniaco sessuale che aveva su di lui, o su qualsiasi altro ragazzo verso cui aveva provato attrazione fisica, non pensava proprio di essere asessuale.

«E che ne so? Non che ci sia qualcosa di male, ma non mi hai mai detto nulla su eventuali fidanzate/fidanzati. Io ti informo quando mi sto conoscendo con un uomo».

«Solo perché sai che io ci vedo più lungo di te e sento puzza di coglione solo osservando una sua foto su Facebook», ribatté Julio.

Sua madre gli fece una smorfia con le labbra, come se avesse avuto otto anni come sua sorella Pilar.

Julio scoppiò a ridere, l'ansia che gli aveva irrigidito le spalle che si dissolveva. Sapeva che sua madre non avrebbe fatto storie sulla sua sessualità perché Belen era giovane e di larghe vedute. Era una madre single e tosta.

Ma l'ansia era difficile da comandare.

«Ti voglio bene, mamma», disse Julio, sorridendole.

Sua madre ricambiò l'ampio sorriso. «Anche io, Julio. Però, ricordati: anche se non rischi di ingravidare nessuna, il pisello va sempre al sicuro nel suo baccello».

Julio si alzò gli occhi al cielo, poi prese finalmente un churros per addentarlo.

«Grazie della dritta, Belen», gli disse, con la bocca piena.

Sua madre alzò la tazza del suo caffellatte e scrollò le spalle. «Dovere di madre».

Sua sorella Pilar comparve in cucina con la sua maglietta rosa, piena di perline e brillantini e lo zaino con i mini cavalli o mini pony o come diavolo si chiamavano quei cavallini colorati.

«Allora, andiamo? State ancora facendo colazione?» domandò, sbuffando.

Pilar aveva solo otto anni, ma aveva più maturità in quella piccola testa di Julio e di sua madre.

Belen si scolò velocemente il caffellatte, controllando che non si fosse macchiata la camicetta e guardò sua figlia, ghignando.

Oh, no. Julio conosceva fin troppo bene quello sguardo.

«Ehi, Pilar, lo sai che tuo fratello si è trovato il fidanzato?»

Julio sospirò e preferì affogare un churros nella cioccolata, per evitare di affogarci sua madre.

Pilar puntò i suoi occhi azzurri su suo fratello maggiore, rimase in silenzio per qualche istante, concentrata ad assorbire le parole di sua madre.

«Mi dispiace per il tuo ragazzo perché certe volte sei proprio scemo, Julio».

Sua madre ululò una risata sadica e diede un paio di pacche sulla spalla di sua figlia, orgogliosa della sua risposta.

Era difficile certe volte essere l'unico maschio della famiglia.

«Grazie, Pilar. Sei sempre così gentile con me».

Pilar scrollò le spalle, proprio come faceva sua madre. «Ho detto solo la verità. Ora andiamo a scuola? Faremo tardi e a prima ora ho storia».

«Ma che pa...», sua madre si bloccò e tossì, poi si corresse. «Parli a fare con tuo fratello? Lo vedi che sta facendo ancora colazione?»

Belen Ortiz era la madre più anticonvenzionale che poteva esistere, ma era perfetta così.

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