Romeo circondò il bicchiere mezzo vuoto di succo con entrambe le mani, rimpiangendo il fatto che quel liquido giallo non fosse rum, ma a lui l'alcool non piaceva nemmeno tanto perché quando a Natale esagerava con lo spumante e il prosecco si comportava in modo strano e Romeo sapeva di essere sufficientemente strano normalmente.
Poi decise - tanto aveva già un master in decisioni del cazzo - che sarebbe stato più sano per lui distogliere lo sguardo da Julio e riconcentrarsi sul barista. Considerando, inoltre, che il caso ultimamente era un gran bastardo ironico e sarcastico, dato che quel ragazzo con la rosa tatuata sul collo e i piercing alle orecchie si era rivelato essere nientepopodimeno sia il fratello maggiore di Adrian il bullo che il migliore amico di Julio lo stalker.
Romeo si prese qualche istante per scorgere qualche somiglianza con il suo studente e, oltre agli occhi grandi e scuri, non ne trovò nessun altra. C'era anche da dire che Romeo non era mai stato un grande osservatore, lui viveva nel suo mondo strano e confuso e non aveva mai fatto particolare attenzione al vero mondo dove, ahimè, era costretto a vivere.
Perché non si poteva decidere dove vivere? L'immaginazione era così bella.
Romeo nella sua immaginazione non era miope, era un famoso cantante neo melodico, con una villa che affacciava sul lungomare di Margellina ed era felicemente sposato con Tom Ellis.
Ed, invece, no!
Romeo era miope, aveva quel capello bianco che ogni tanto gli alitava sulla nuca, come per dirgli "guarda che prima o poi ne partorirò altri perché sei vecchio", era stonato come una campana rotta e su Tom Ellis poteva solo continuare a fantasticare mentre guardava Netflix con Emma e Dolly.
E, tra l'altro, era abbastanza certo che si stesse prendendo una cotta stratosferica per quello spagnolo impiccione e mezzo stalker che continuava a scrutarlo, appollaiato come un falco assassino sullo sgabello alla sua sinistra. Li percepiva sempre contro nuca i suoi sguardi, insieme alle minacce di invecchiamento del suo amabile capello bianco
Che amarezza.
«Mi scuso anche nel caso in cui Adrian ti abbia risposto male in qualche modo», continuò a dirgli il barista, apparendo sempre più amareggiato e... stanco.
Quel ragazzo gli sembrava molto stanco e Romeo non era in grado di immaginare cosa dovesse vivere quotidianamente. Non sapeva nemmeno per quale motivo si era ritrovato lui, probabilmente poco più che ventenne, a crescere un fratello adolescente e con la predisposizione a fare lo stronzo.
Però, Romeo sapeva che i ragazzini somatizzavano la negatività, tutto ciò che succedeva nelle quattro mura di casa loro, e poi trovavano modi fantasiosi per sfogarla, come prendere di mira delle ragazzine come Pilar o come un Romeo adolescente, la cui unica colpa era quella di essere secchioni e un po' sfigati. E finocchi, come nel caso di Romeo.
«Sai, io credo che tu debba smetterla di scusarti al posto di tuo fratello», gli rispose Romeo, dopo i suoi momenti di profonda riflessione.
Il ragazzo lo fissò e, improvvisamente, Romeo non riusciva a scorgere più nessuna emozione, come se gli si fosse calata una maschera sul viso.
«Mio fratello è una mia responsabilità», replicò lui, rigido.
Romeo annuì, consenziente. «Lo so, ma nel caso in cui sia tu a sbagliare, non credo che Adrian si scuserebbe mai al tuo posto perché l'errore non l'ha commesso lui. So anche che in questo caso stiamo parlando di un adolescente, ma, detto sinceramente, è abbastanza grande per iniziare a chiedere scusa per i suoi sbagli, tu puoi solo dargli una mano per fargli capire perché ha sbagliato nel caso in cui non riesca ad arrivarci da solo. Io mi aspetto che sia Adrian a chiedere scusa a Pilar per quello che le ha fatto e per come l'ha trattata, non tu. Io, ad esempio, sto aspettando ancora le scuse di chi mi ha bullizzato al liceo, anche se, pensandoci meglio, ad oggi con quelle scuse non me ne farei nulla».
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Romeo&Julio
ChickLitRomeo è un archeologo trentaquattrenne con la passione per la storia di Pompei, il Vesuvio e... la musica neomelodica. Per non rimanere troppo attaccato alla sua famiglia e alla sua città, Napoli, decide di dare una "svolta" alla sua vita da pensio...