14. Un beso en Madrid pt. 2

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Non appena Adrian iniziò a far viaggiare le sue dita sottili sulle corde della chitarra acustica, Romeo era già certo che avrebbero rinvenuto il suo cadavere sotto al tavolo. Non sarebbe sopravvissuto a quella serata.

Carlos iniziò una lenta melodia, colpendo la batteria con le bacchette mentre Julio e sua madre si scambiarono un sorriso carico di affetto. Belén Ortiz socchiuse gli occhi ed iniziò a cantare delle bellissime e struggenti parole d'amore.

Romeo si portò la mano al petto e pregò tutti i santi, amici di sua nonna Maria, affinché lo proteggessero dall'infarto.

«Recuerdo que contigo fue tan diferente, tan natural.
Jugando me decías que leías mi mente, y era verdad...»

«È brava mia mamma, vero, profe

Romeo le udì tutte le parole di Pilar, seduta al suo fianco, solo che non riuscì a spiccicare una parola mentre aveva gli occhi puntati su Belén, la quale si muoveva su quel piccolo palco e cantava, facendo oscillare dietro la sua schiena i lunghi capelli castani, come se fosse stata una pop star madrilena. Riuscì solo ad annuire mentre spostava lo sguardo su Julio che guardava sua madre... con orgoglio e agli occhi di Romeo apparve ancora più bello.

«E non hai ancora ascoltato mio fratello», continuò a dire Pilar, sembrava volesse tanto ridacchiare, ma cercava di contenersi. Probabilmente, stava evitando di sghignazzare giusto per non far sentire il suo professore di storia un vero idiota.

Ma Pilar, anima innocente, non aveva ancora capito quanto il suo professore fosse un caso perso. Un vero idiota.

Poi Julio aprì la bocca, iniziò a cantare e Romeo si dimenticò perfino del suo capello bianco che continuava ad urlagli a momenti alterni "vecchio, vecchio!".

«Parecen solo días y va casi un año que te lloré
Yo sé que estamos bien pero a veces te extraño, yo te adoré
Yo te adoré con locura y aunque el tiempo todo lo cura
Hay amores que se olvidan, hay amores que siempre duran
Esto no fue una aventura
Pero tuvo que terminar
Aunque yo sé que es tarde para recordar...»

Julio lo cercò con lo sguardo in mezzo alla folla di clienti de El sol de Madrid e quando trovò il povero Romeo, che cercava di non soffocare e di ricordarsi come si facesse a respirare, non staccò più gli occhi da lui.

«Sembra che la stia dedicando a lei, profe».

Tu dici, Pilar?

«È la prima volta che porta un uomo ad una serata. Lei è il primo e sono contenta che sia lei perché solitamente a mio fratello piacciono solo stupidi. Una problema che purtroppo ha ereditato da mamma».

Ah, cara Pilar, ma tu non mi puoi dire tutte queste cose...

La canzone sembrava stesse per finire, Romeo si accorse di non volere il suo termine. Gli piaceva troppo la voce rauca di Julio e quelle labbra rosse che si muovevano vicino al microfono.

Osservò Julio avvicinarsi a sua madre e le circondò i fianchi con un braccio, Belén guardò suo figlio e gli sorrise.

«Y hoy que tú ya no estás, tú ya no estás
Tú ya no estás aquí
Se quedó en mi boca
Una historia, una canción y un beso en Madrid...»

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