𝐝𝐢𝐬𝐬𝐨𝐥𝐯𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐰𝐨 𝐡𝐨𝐮𝐫𝐬

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SARA

Per la quindicesima volta in meno di un ora, mi ritrovo a cadere a terra a faccia in giù, con il mio costume addosso, da sola, in un campo da golf.
Sono abbastanza fuori la mia zona che percorrono solito, ma è l'unico posto in cui posso allenarmi e cercare di imparare a usare il mio gadget che Peter inconsciamente mi ha aiutato a potenziare.
Diciamo che Betty quando parlava di guanti magnetici non sbagliava del tutto.
Sono dei polsini con all'interno dei magneti; il polso destro ha il magnete con il polo positivo, il sinistro quello negativo.

Mi rialzo in piedi e sospiro. Fisso il palo della luce su cui sto provando da tempo a salirci sopra usando i magneti. Prendo meno rincorsa rispetto al mio ultimo tentativo, ma uso più forza nelle gambe per lanciarmi in aria e allungare entrambe le braccia verso l'alto.

Nulla mi risparmia l'ennesimo bernoccolo sulla testa, ma non appena cerco di massaggiarmi la parte colpita con la mano destra, mi rendo conto che ho raggiunto l'obbiettivo, anche perché per poco non vengo accecata dalla luce del lampione in questione.
Il mio grido di esaltazione fa prendere il volo ad alcuni uccelli che beccavano qua e là nel campo, ma neanche tutti quei movimenti mi permettono di staccarmi da quel lampione.
Uso la forza della braccia per sedermi sopra ad esso, e solo quando sono in pieno equilibrio premo un pulsante sui polsini che disattiva i magneti, permettendomi di muovermi liberamente.

Mentre torno a casa poso gli occhi su una coppia che si tiene per mano; lui parla sorridendo, mentre la ragazza rimane con la testa china a terra.
Mi è sempre piaciuto guardare dalle cime dei palazzi il mondo a me sottostante, ma aggrotto le sopracciglia a quella visione, così continuo a camminare tra un palazzo e l'altro, osservandoli e cercando di restare inosservata.
Dopo un po' i due entrano in un vicolo e non appena il ragazzo pensa che siano soli, tira fuori una pistola e gliela punta contro, non prima di averla spinta contro il muro alla fine di quel vicolo cieco.

Balzo a terra e provo ad attirare la pistola verso di me con i miei polsini ferromagnetici, sapendo che le pistole sono fatte di acciaio.
Quando non succede nulla, però, capisco che si tratta di acciaio austenitico, uno dei pochi con la caratterista di non essere ferromagnetico.
Merda.
Schivo uno sparo sul fianco e usando i muri del vicolo riesco a prendere la rincorsa necessaria per attirarlo indietro e togliergli comunque la pistola dalle mani prima che si lasci scappare un colpo.
Mentre la ragazza scappa via, terrorizzata, il ragazzo estrae un'altra pistola; ma quando preme il grilletto non ne viene fuori un proiettile che mi colpisce, ma degli ultrasuoni che, prima che io me ne possa rendere conto, mi riducono immobilizzata a terra con le mani sopra le orecchie.

Quando provo a reagire mi accorgo che anche i miei occhi sono annebbiati, però le mie orecchie riescono comunque a percepire qualche rumore, e quando gli ultrasuoni si fermano e la mia vista comincia a tornare a fuoco, vedo una nuova figura osservare quello che era diventato il mio aggressore, mentre lasciava penzolare una pecie di corda bianca, che poi avrei scoperto essere le famose ragnatele di Spider-Man.
Non appena la figura mi si avvicina mi ritrovo per riflesso a cercare di allontanarmi nel momento in cui mi prende i polsi con le mani.
Mentre riapro gli occhi però mi rendo conto che si tratta davvero di Spider-Mam e mi allontano comunque bruscamente da lui mettendomi in piedi, anche se sono più sollevata.
"Io- io me la potevo cavare da sola... Ma...grazie" esclamo dopo aver attivato un modifica-voce; mio padre me lo aveva costruito da piccola dato che impazzivo all'idea di giocare a qualunque tipo di gioco di ruolo esistente, e quando c'è la possibilità che qualcuno mi conosca lo utilizzo.
Il fatto che anche lui abbia una maschera è un buon motivo per utilizzarlo, dato che non so chi ci possa essere là sotto.
Lui inclina la testa da un lato, dovuto probabilmente al fatto che la mia voce sia molto meccanica, seppur diversa:
"prego....Senza offesa, ma devi migliorare in fatto di gadget"
Quando parla però, mi impongo di non ridere, dato che sta cercando di cambiare anche lui la sua voce, ma parlando semplicemente ad una ottava più bassa.
"Beh, almeno io so camuffare la mia voce meglio di te.
Non sono ancora una esperta, ma la maschera già camuffa un minimo di voce da sola"
"davvero?" dice facendo tornare la sua voce a come la avevo sentita il giorno dell'incendio.
"Non ti conosco, ma presumo di si.
E per questa voce lo so, devo solo capire come modificarlo.
E poi questi cosi magnetici non aiutano molto, non c'è così tanto ferro in giro per la città" lascio cadere le braccia lungo i fianchi, prima di riporre tutta la forza che ho recuperato sulle gambe, per poi saltare in cima a quel palazzo e guardarlo dall'alto.

𝑴𝑶𝑶𝑵𝑳𝑰𝑮𝑯𝑻 ₁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora