𝐧𝐞𝐢𝐠𝐡𝐛𝐨𝐫𝐡𝐨𝐨𝐝 𝐒𝐩𝐢𝐝𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧

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"hey, in teoria durante e dopo un incendio la gente dovrebbe essere fuori dagli edifici, non dentro."

Mentre sto continuando nelle mie ricerche tossisco un paio di volte, prima di sentire quella voce, guardare verso un lucernario e vedere quel supereroe di cui tutti si chiedono ancora l'identità, quel supereroe che continua a comparire nei giornali per aver preso con una delle sue ragnatele lo scudo di Capitan America, e l'unico supereroe che veglia sul Queens, Spider-Man, nella sua calzamaglia rossa e blu.
Le lenti bianche del costume continuano a fissarmi senza dire altro, così capisco che vuole che io dia una risposta, ma non ho intenzione di dargliela vinta così presto: "credi che sia una piromane o qualcosa del genere?"
"Beh, ormai non mi sorprende più niente" inclina la testa rimanendo accovacciato a terra.
"Beh sì, dopo aver combattuto al fianco di Iron Man e Vedova Nera, e aver combattuto contro un tuo vicino credo di avere qualche idea di come tu ti ci possa sentire" dico prima di indietreggiare quando vedo che si sta per lanciare giù dal lucernario per poi raddrizzarsi in piedi e scoprire che abbiamo praticamente la stessa altezza. Storta di nuovo la testa da un lato e le lenti bianche si assottigliano: "un mio vicino?"
"

Capitan America, è di Brooklyn; e se tu proteggi il quartiere credo che sia anche tu del Queens"
A quel punto raddrizza la testa e incrocia le braccia al petto:
"Mh, ipotesi perspicace, peccato che non mi hai ancora dato modo di correggere la mia stessa ipotesi secondo cui potresti essere una piromane e aver appiccato tu l'incendio"
Sbuffo una risata: "voglio solo dare una mano, un ragazzo è ancora qui dentro e non capisco perché"

"Beh se vuoi proprio dare una mano, sarebbe meglio che tu uscissi da qui, darò un'occhiata veloce prima dell'arrivo dei pompieri"
A quel punto lo guardo con sfida, appeggiandomi alla parete, facendogli capire che non mi muoverò di un millimetro, poi però tossisco di nuovo e questo lo fa scattare
"ahhh e va bene, ma lo cercheremo da un'altra prospettiva, non possiamo inalare troppo fumo"
dice esasperato, prima di tornare sopra al lucernario con un balzo, e senza rendermene conto mi trascina su con una delle sue ragnatele, che mi ritrovo a osservare sbalordita: "di cosa sono fatte queste?"
"Fibre di carbonio" esclama mentre usa uno strano aggeggio per staccarle dalla mia maglietta, prima di fare qualche passo indietro
"

Sul serio?" Domando incredula.
"No. Cioè più o meno, nanotubi di Carbonio... Tra le altre cose" scuote la testa sovrappensiero: "come si chiama il ragazzo?"
"Peter" a quel punto si paralizza, le spalle diventano rigide, ma cerca di ricomporsi: "cognome?"
"Non lo so... Perché? Lo conosci?"
"B-beh si, quanti Peter ci saranno in giro, io ne conosco uno... Facciamo così: ci dividiamo, se lo trovi o ti serve qualcosa o ti succede qualcosa, grida e-e lo saprò"
"D'accordo..." Annuisco tentennante mentre lo vedo correre nella direzione opposta alla mia.
Strano dare così tanta fiducia... O forse sono io che ho imparato a non potermi mai fidare completamente di qualcuno...






PETER

Merda
Rientro dal lucernario una volta che la vedo continuare a camminare sul parapetto del tetto con molta facilità, entro nello stesso bagno in cui ho lasciato lo zaino prima e mi tolgo il costume, per poi entrare nel laboratorio per qualche minuto, in modo da rendere credibile l'idea che io sia tornato qui per riprendere lo zaino. Quando comincio a tossire esco dal laboratorio e mi trovo di fronte la ragazza che mi stava cercando:
"Che ci fai qui?" Chiediamo all'unisono, e io la precedo nel proseguire: "stavo riprendendo lo zaino, sarà tipo il sesto che perdo in in anno, mia zia potrebbe uccidermi altrimenti"
"Beh credo che ti ucciderà comunque se saprà che hai rischiato di morire per riprenderti il tuo zaino"
Effettivamente...
"Tu perché sei qui?" Mi ritrovo a chiedere di nuovo
"Stavo cercando te, ti ho visto correre via, volevo accertarmi che non stessi per fare qualche stupidaggine"
"Beh... La tua accurata ipotesi mi avrebbe salvato la vita, quindi... Grazie" ci guardiamo per qualche attimo entrambi con un sorriso, prima di tossire all'unisono e quindi sbrigarci a uscire, e lì mi sento in dovere di presentarmi, anche se a quanto pare sa già come mi chiamo: "i-io sono Peter comunque. Peter Parker"
"Sara Miller, sei nel mio stesso corso di fisica"
"Oh..." Mi ritrovo a dire mentre a entrambi viene un'altro sorriso spontaneo

𝑴𝑶𝑶𝑵𝑳𝑰𝑮𝑯𝑻 ₁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora