𝐬𝐭𝐢𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐢𝐧𝐤𝐢𝐧𝐠 𝐚𝐛𝐨𝐮𝐭 𝐢𝐭

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PETER

Clicco il fondo della penna che ho in mano e la poso sul banco, prima di alzare la testa e espirare tranquillamente, rendendomi conto di aver finito il compito di biologia circa venti minuti prima dalla fine dell'ora.
mi guardo velocemente intorno e noto ancora tutti con il foglio sul banco: chi chinato sopra ad esso mentre scrive le risposte, chi fermo a rimuginare su una risposta, chi sbette la testa sul banco o piange o fissa il foglio bianco disperato...
Scuoto la testa e ricontrollo le mie risposte, giusto per non essere così sbrigativo nel consegnare.

Dal nulla, un brivido mi percorre la schiena, e per esperienza so che non si tratta di un brivido dovuto al freddo, ma é il mio sesto senso che mi informa che qualcosa non va; alzo la testa di scatto e guardo di fronte a me, ma ben presto un grido smorzato proveniente dalla parte opposta dell'aula mi fa girare verso quella direzione.
E la mia espressione non fa altro che diventare ancora più confusa quando vedo Sara toccarsi l'orecchio sinistro, per poi ritrovarsi le dita sporche di sangue.

Lei si guarda attorno e io vedo come molta gente che aveva alzato la testa confusa dal piccolo grido che aveva lanciato torna con lo sguardo sulla verifica, ma non io.
Io continuo ad osservarla mentre si abbassa per prendere la penna che le é caduta a terra, per poi spalancare gli occhi di colpo, fare un piccolo scarabocchio con la penna sul foglio, per poi sistemare in fretta e furia lo zaino, consegnare la verifica e correre fuori dall'aula senza dire una parola.
Quando sento un paio di occhi su di me autonomamente mi giro verso Ned, il suo sguardo confuso e addirittura spaventato che mi chiede che sta succedendo senza aprire bocca.
Io torno a guardare la porta dell'aula confuso, e a quel punto non me ne importa più di ricontrollare le risposte che ho dato in quel test.
Lancio la penna all'interno dello zaino disordinatamente, e dopo essermelo messo in spalla arrivo fino alla cattedra del professore, e dopo avergli lasciato il foglio sopra a quello di Sara gli auguro una buona giornata anche se sovrappensiero e mi dirigo al mio armadietto, dove ripongo lo zaino e estraggo il costume che avevo nascosto sotto ad altri libri, pronto a seguirla da una prospettiva diversa, sempre più convinto di una teoria che da un po' mi frulla nella testa:

E se fosse lei Moonlight?







Mentre le immagini dell'incendio sulla 74esima di due settimane fa tornano a comparire sulla tv della cucina del mio appartamento, che Sara aveva voluto tenere accesa giusto per avere un qualche sottofondo mentre ci preoccupavamo degli esercizi di fisica che la nostra professoressa ci ha dato un paio di giorni fa, non riesco a non pensare ai miei dubbi di quel venerdì pomeriggio.

"Peter" Sara mi richiama alla realtà, e io mi ritrovo a guardarla senza sapere cosa rispondere, dato che non ho sentito ciò che mi ha detto: "mh?"
la ragazza di fronte a me ridacchia: "ti ho chiesto che risultato ti è uscito all'ultimo esercizio" mi ripete semplicemente prima di proseguire: "sicuro che sia tutto okay?"
Esito per qualche attimo, poi scuoto la testa e torno sul mio quaderno: "si...Stavo solo- non importa, non preoccuparti"
A quel punto la vedo con la coda dell'occhio guardare la tv, per poi tornare a guardarmi: "pensi di sapere di chi si tratti?" dice ammiccando a Moonlight.

"Io? nah... ma- forse tu si" esclamo titubante mentre vedo i suoi occhi spalancarsi: "i- in che senso scusa? come- Come farei a saperlo?"
"non lo so... da questo incendio Moonlight non si fa più vedere in giro e...sembri diversa; Insomma- Come se fossi in pensiero per qualcuno, e la cosa peggiora quando si prova a parlare di quello che è successo" dico riassumendo il suo comportamento di queste ultime settimane.
Infatti, quando riprende a parlare il suo tono di voce è più cupo:
"no- ehm... E' che tutte le volte che sento di quel pompiere che ha perso la vita non posso fare altro che pensare a mio padre... E- lo so che è una cosa stupida visto che sono passati otto anni e dovrei averci messo una pietra sopra, ma-"
"i miei genitori sono morti in un incidente aereo quando ero piccolo, ecco perchè vivo con zia May... Lei è fantastica e andiamo d'accordo, ma ci sono giorni che mi chiedo ancora come sarebbe la mia vita se ci fossero qui anche i miei... Quindi credimi, capisco come ti senti... Scusami se ho tirato in ballo il discorso" mi ritrovo a dire di getto, per poi sentirmi terribilmente in colpa.
"Tranquillo..." si ritrova a dirmi con un sorriso sincero, sapendo meglio di me che dire mi dispiace per quello che le avevo confessato prima non avrebbe cambiato le cose.

"comunque tutta quella situazione mi ha fatto anche riflettere- continua poco dopo a ruota libera -Insomma, se ci pensi è come passare da bambino a adolescente; vuoi essere indipendente ma devi considerare anche le conseguenze.
Vuoi prendere il treno? Se lo prendi in ritardo devi pensare se cercare di prendere un taxi o aspettare il treno successivo; capita che sbagli, non riesci a prendere nessuno dei due e sei costretto a tornare a casa e a quel punto puoi fregartene o ti ci vorrà un po' per dire: 'vabbeh oggi è andata così'
Il suo problema è uguale anche se ho sminuito la situazione al massimo" dice tornando a riferirsi a Moonlight, e ora io non so più cosa credere...

"Già...Però secondo me dovrebbe riprendersi in fretta, al prossimo incendio Spider-Man potrebbe avere bisogno di due mani in più"
"credi che ce ne saranno altri?"
Scrollo le spalle:
"In tre settimane due incendi a meno di cinquecento metri di distanza uno dall'altro?
Non so tu, ma io non credo nelle coincidenze..." faccio in tempo a risponderle, prima che il campanello suoni e Ned e Mj facciano capolino dalla porta d'ingresso, pronti ad unirsi a noi nel nostro piano di studi.

𝑴𝑶𝑶𝑵𝑳𝑰𝑮𝑯𝑻 ₁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora