𝐍𝐢𝐜𝐤𝐧𝐚𝐦𝐞

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"Sam perché siamo all'ospedale?"
"a quanto pare il soggetto A2 lavora qui, quinto piano"
Osservo un po' e poi vedo mia madre lavorare e sorridere come suo solito ai pazienti che segue e di conseguenza sorrido anche io guardando anche quello che sta facendo
Subito dopo un uomo sui quaranta le tocca la spalla, lei sorride di più e dopo qualche frase che ovviamente non capisco mia madre saluta la paziente con cui era in quel momento e appena fuori dalla stanza bacia quell'uomo
"Sam... -dico con il labbro che trema - non è quello vero?"
"invece si, Ron Foster, 48 anni, soprannominato da noi soggetto A2"

Porto lo sguardo davanti a me incrociando lo sguardo di Peter, per poi camminare davanti a quella bacheca, prendere la foto che corrisponde a quel soprannome e mi lascio cadere sulla sedia.
Non mi accorgo neanche del mio amico che mi si avvicina alzandosi dal letto, mi affianca e mi prende la foto dalle mani, cominciando probabilmente a capire.
Mi alzo e rivolgo lo sguardo su di lui, che guarda ancora per qualche secondo la foto per poi avere un contatto visivo con me con occhi comprensivi, per poi avvicinarsi di più e abbracciarmi.
All'inizio mi appoggio sulla sua spalla solo con la testa, poi lo abbraccio per bene.
"lo so che insisto -dice ad un certo punto rompendo il silenzio- ma non posso neanche fare l'amico se non mi dici proprio nulla..."
"lo so, hai ragione... In effetti magari sospettano già che mi stai aiutando ma non rientri nei loro interessi... Ti dirò tutto solo... Non oggi"
"non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello di chiedertelo ora.
Mi è passata un'altra cosa invece...
dai vieni" dice staccandosi dall'abbraccio e prendendo la sua felpa per poi andare sul muretto fuori dalla mia finestra.
Io confusa lo seguo e con una ragnatela lui arriva sul tetto, faccio lo stesso e rimango ferma per vedere che vuole fare.
Cammina fino alla parte opposta del tetto, si siede a penzoloni nel vuoto e si gira per guardarmi, è rivolto verso il sole che tramonta.
Sorrido e lo raggiungo.
"ti sei ricordato..."
"beh, non è che quando sono Spider-Man non ascolto"
Sorrido di nuovo, sa sempre come farmi stare meglio...


La serata si è svolta bene, il film e stare con i miei amici mi ha distratto dalla situazione di prima e, per aiutarmi a distrarmi, non mi sono messa a raccontarlo anche agli altri, lo sa solo Peter perché era presente, infatti ritorno sull'argomento tornando indietro dalla serata:
"se non c'eri tu lì probabilmente avrei detto che non uscivo con voi e sarei andata da Stephen o da qualche altra parte da Moonlight e chissà dove mi sarei svegliata domani mattina"
"Stephen?"
"si beh, è solo il proprietario del negozio a un paio di isolati, vado sempre vestita da Moonlight quindi mi conosce solo così.
Sai, l'unica cosa che non riesco ad accettare è che in così poco tempo lei abbia rimpiazzato mio padre" dico ritornando su mia madre
"magari non è proprio così, dovresti parlarne con lei, con calma "
"non lo so...Se senti Mj o Ned ringrazia anche loro da parte mia per la serata"
"lo farò, ci vediamo" e lo vedo entrare in un vicolo per poi riuscire come Spiderman con lo zaino in spalla.
"ah Sara"
"mh?"
"non mi dimentico quello che mi hai detto prima"
Alzo gli occhi al cielo e sorrido
"ti chiamo domani, mi dovevi anche aiutare con i compiti in effetti"
Alza la testa e dal movimento del suo torace capisco che ride o comunque sorride sotto la maschera
"porto algebra e biologia"
"allora poi ti chiamo solo per l'ora"
"Okay.."
Dopo un attimo infinito a fissarci annuisco ed entro nel mio palazzo per poi prepararmi a parlare con mia madre

𝑴𝑶𝑶𝑵𝑳𝑰𝑮𝑯𝑻 ₁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora