Revisionato 07/09/17
Butto a terra quel camice orribile dell'ospedale. È un'enorme liberazione non doverlo più indossare. Sistemo meglio la felpa nera col cappuccio, e dopo aver controllato di avere gli jeans in ordine e le scarpe allacciate, esco dal bagno della camera d'ospedale, mettendo le mani nell'enorme tasca al centro della felpa extra-large. È di Luca, ogni volta che sono triste vado a casa sua e la indosso, restando con loro fino a che con mi riprendo completamente. Me l'ha portata ieri, in modo da indossarla una volta dimessa, ovvero oggi.
Infatti, oggi venerdì 17 novembre, una settimana dopo l'incidente avvenuto a scuola, sono finalmente libera di tornare a casa mia.
Entro in stanza e trovo mia madre e Giulia, la prima con un piccolo borsone in spalla e la seconda con il cellulare in mano e una faccia annoiata rivolta nella mia direzione.
"Pure da appena guarita ti fai attendere. Impressionante, sorellona." Sbuffa, aprendo la porta per uscire dalla stanza.
"Dai Silvia, andiamo. A casa ci aspettano gli zii con nonna Rita e nonno Giacomo. Nonno Lorenzo e nonna Franca verranno domani, prepara le guancie." Scherza mamma, ed io immagino già il dolore alle guancie dopo che aprirò la porta a nonna Franca.
Dopo la firma mia e di mia madre su alcuni documenti, usciamo dall'ospedale ed io respiro a pieni polmoni l'aria di Verona fuori da quell'edificio deprimente. L'aria fresca, quasi fredda, di autunno mi colpisce il viso e il leggero vento di questa mattina soleggiata mi muove i capelli, e sorrido.
"Su, entra in auto, dai." Mi richiama mamma, chiudendo la sua sportella.
Entro dal sedile del passeggero e mi volto verso Giulia, intenta a messaggiare con qualcuno, con la schiena appoggiata alla sportella e le gambe distese lungo i sedili posteriori.
Guardo fuori dal finestrino e, per tutto il tragitto, sfioro il polso destro con la mano. Anche attraverso la spessa felpa invernale che indosso riesco a sentire la fascia che i medici mi hanno messo sulla ferita, giusto per farla cicatrizzare completamente. Continuo così fino a ché mia madre non parcheggia l'auto di fronte al cancello in ferro, dietro all'auto di zia Maddie.
Entriamo in casa e subito diciannove teste si voltano nella mia direzione. Immediatamente gli zii si alzano dalle sedie e vengono verso di me. Mi abbracciano tutti, uno ad uno, e quando finiscono vengo inondata dai miei cugini. Ho un legame molto stretto con loro, a differenza di molte altre famiglie.
Mi siedo accanto a mio padre, che mi abbraccia un po', mentre Marco mi si avvicina per darmi un bacio sulla fronte.È così che trascorro il resto della mattinata, con i miei parenti, mangiando a pranzo e parlando di novità fino alle tre di pomeriggio. Sono andati tutti via alle 16, non prima di avermi abbracciata ancora.
Marco sale in camera, Giulia annuncia a grande voce che sta uscendo e papà aiuta mamma in cucina.
Afferro gli auricolari bianchi e quasi nuovi dal mobile sotto la TV, e li collego al cellulare, distendendomi sul divano e premendo il tasto 'Riproduzione Casuale'. La prima canzone che il Lettore Musicale del cellulare sceglie è una canzone italiana, che per non si sa quale motivo non ho ancora eliminato, perciò passo avanti, e lascio in riproduzione la canzone 'Sweater Weather' dei The Neighbourhood.
La canticchio a bassa voce, muovendo la testa a tempo. Nel frattempo, messaggio con Alessia, la quale parla anche a nome di Luca. Ripeto le stesse azioni anche con la cover di "Teenage Dream" di Katy Perry fatta dai 5 Seconds Of Summer, la mia band preferita.
Saluto Alessia e Luca, i quali dovevano andare a dare una mano alla madre, e chiudo gli occhi, con "Amnesia" dei 5 Seconds Of Summer in sottofondo.
Amo questa canzone, è così calma e bella, con un testo bellissimo. Poi le voci sono fantastiche. Spesso, quando ascolto questa canzone e sono circondata dalla calma, come ora, mi vengono le lacrime agli occhi e a volte piango anche. Non so perché, ma mi emoziona.
Canto, per modo di dire, data la mia incapacità a cantare, il ritornello della canzone.I remember the day you told me you were leaving.
I remember the makeup running down your face.
And the dreams you left behind you didn't need them.
Like every single wish we ever made.
I wish that I could wake up with amnesia.
And forget about the stupid little things.
Like the way it felt to fall a sleep next to you.
And the memories I never can escape.
'Cause I'm not fin at all.So che la canzone è dedicata ad una ragazza, ma in questo momento non posso fare a meno di collegare un po' del ritornello a Francesco. Vorrei davvero scordare tutto di lui, di noi. Tutti i ricordi, i momenti passati insieme, i sogni... tutto.
E anche questa volta finisco per ascoltare la canzone con le lacrime che scorrono sulla mia guancia.🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼
Ciao a tutte a tutti! Eccoci qui con un nuovo capitolo. Mi sono accorta che prima della revisione il capitolo aveva 397 parole, composte da 196 parole per il testo di Amnesia. Come ho potuto pubblicare un capitolo del genere, mi domando. In ogni caso, ho riparato, aggiungendo ed eliminando parecchie cose. Per coloro che stanno rileggendo la storia per la seconda volta, spero proprio che vi siate dimenticate del precedente capitolo 8, e se non è così, fatelo. Per chi, invece, è la prima volta che legge la storia, sono realmente felice per voi.
In ogni caso, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Lasciate un commento e una stellina, se vi va. Scusate per gli eventuali errori sfugiti alla revisione e... Al prossimo capitolo!
Dio Benedica La Pizza!🍕🌹❤
_I_am_a_Pandacorn_
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Innamorata del mio migliore amico! [In Revisione]
RomanceSilvia è una normale diciottenne che sta per iniziare il primo anno di Università a Verona. Ha due migliori amici fantastici, un fratello iperprotettivo, una sorella insopportabile, a volte, e due genitori meravigliosi. Il primo anno di Università...