9.

1K 56 0
                                    

Revisionato il 17/06/19.

Il suono del campanello mi fa smettere di ascoltare la musica sul cellulare. Apro gli occhi di scatto e cancello velocemente le lacrime dal mio volto. Nessun'altro va ad aprire, così vado io.
Apro la porta senza vedere chi è, come mio solito. Che brutto vizio che ho. È probabile che un giorno sarò io stessa ad aprire la porta ai miei assassini o a dei ladri... O ad entrambi.
Apro la porta, sorridendo cordialmente, ma quando noto chi ho davanti, mi blocco, immobile. Io fisso loro, loro fissano me.
"Silvia, chi è?" Sento mia madre dalla cucina, con il sottofondo di pentole e piatti, ma io non le rispondo.
Allora, seguendo il detto 'Se Maometto non va dalla montagna, è la montagna che va da Maometto", mia madre mi raggiunge davanti alla porta, con lo strofinaccio ad asciugare le mani bagnate. Si blocca anche lei, dopo aver alzato lo sguardo verso la porta. Non la vedo, ma la posso sentire. Lo strofinaccio le scivola di mano, e lei si abbassa rapidamente a raccoglierlo.
"Ciao." È Massimo a salutare.
"Cosa ci fate qua?" Mamma mi si avvicina, poggiando le mani sulle mie spalle e guardando attentamente i due alla porta.
"Tranquilla Simona, veniamo in pace." Prova a scherzare Chiara, ridendo nervosamente.
È non è la sola ad essere nervosa.
Sto quasi per chiudere la porta in faccia a loro due, ma le parole di Chiara mi fermano.
"Volevamo scusarci per Francesco." Dice velocemente, ed io li guardo male.
"Per quale motivo dovreste scusarvi per vostro figlio? Dubito lui sia dispiaciuto." Guardo negli occhi la madre, trasmettendole tutto il mio dolore.
"Infatti siamo noi che chiediamo perdono, ma ha fatto tutto ciò per un motivo. Questo non lo rende giustificabile, per niente, noi per primi non lo perdoniamo, ma vorrei che sapeste perché ha agito cosi." Sposto lo sguardo su Massimo, ascoltando le sue parole con sguardo duro.
Giro la testa verso mia madre e le chiedo con lo sguardo cosa fare.
"Come vuoi te, tesoro mio." Dice guardandomi negli occhi.
Volto ancora lo sguardo verso i due alla porta e sospiro. Mi sposto di lato e abasso lo sguardo.
"Entrate pure." Sussurro e loro attraversano la porta.
Chiara poggia una mano sulla mia spalla e io mi allontano di scatto. Cerco di mascherare il mio gesto andando verso il salotto e sedendomi sul divano.
"Venite di qua." Dice mia madre, sedendosi poi accanto a me.
Papà sbuca dalla cucina e, avendo probabilmente sentito tutto, si siede sulla poltrona senza dire una parola.
Massimo e Chiara si siedono al divano difronte a quello dove sono seduta io e, dopo un profondo respiro, Chiara inizia a parlare.
"In questa settimana, abbiamo dovuto sottoporre Francesco ad alcuni esami psicologici. In base ai risultati questi esami, la psicologa gli ha diagnosticato degli scatti di rabbia, i quali si mescolano con alcuni scatti di pazzia. Queste reazioni vengono innescati solo quando qualcuno lo umilia o lo deride pubblicamente. In quei casi, lui va fuori di se e compie azioni non dettate dal suo volere."
"Non sappiamo cosa ha fatto nostro figlio e quale reazione hai avuto tu a scuola, ma quello lo ha portato a perdere la ragione e a ferirti. Quando si è calmato e si è reso conto di ciò che aveva fatto, era venuto in ospedale con le migliori intenzioni, ma a quanto pare quel lato di sé ha di nuovo preso il sopravvento e lo ha portato ad aggredirti di nuovo. Adesso la sua condizione mentale non è delle migliori, non riusciamo a capire quale lato di sé prevalga, adesso è come se si sentisse constantemente umiliato." Massimo si ferma e prende un'altro profondo respiro, così Chiara prende di nuovo parola.
"Noi non lo avevamo mai notato prima. Capitava che da piccolo, quando lo rimproveravo durante le passeggiate, iniziava un po' a scalciare e provava a colpirmi, ma si calmava subito. Crescendo non ha mai avuto una qualche reazione di questo tipo, non era mai successo prima di settimana scorsa. Ci dispiace tanto, ci dispiace di non essercene accorti e di non averlo capito prima. Noi, fino a due giorni fa, non lo sapevamo nemmeno. È anche colpa nostra se hai subito tutto questo." Chiara scoppia in lacrime e il marito le stringe forte la mano cercando di trattenersi.
"Mi aveva tradita." Inizio a parlare, ottenendo l'attenzione di tutti. "Francesco mi tradiva con una compagna di università, non so nemmeno da quanto, ma lo faceva. Settimana scorsa ero uscita dalla classe perché non riuscivo ad aspettare altri pochi minuti per la ricreazione, volevo vederlo subito per dargli il regalo per il nostro primo anniversario. Però l'ho trovato a baciare un'altra ragazza nel corridoio. Inizialmente non volevo mi vedesse, ma poi mi ha notata e ha provato a giustificarsi con il classico 'non è come pensi'. Lì non ho resistito." Trattengo le lacrime e sento mia madre stringermi la mano.
"Silvia, non devi continuare se non te la senti." Mi dice comprensiva, ma io la ignoro.
"Ho urlato. Giuro di non aver mai urlato così forte in vita mia. Ammetto che per lui poteva sembrare un umiliazione, ma gli ho solo detto la verità. Sono corsa fuori e lui poco dopo mi ha raggiunta. Non so da dove avesse cacciato quel coltellino, ma ho sentito improvvisamente qualcosa perforarmi il braccio. È stato così doloroso che sono svenuta." Le lacrime, ormai, scorrono libere sul mio volto.
Non mi preoccupo di nasconderle, di asciugarmi o di coprirmi il viso. Guardo la coppia di fronte a me, noto i loro occhi sgranati, la bocca aperta per lo stupore, le mani tremanti. I loro occhi esprimono tutto lo shock e la paura che provano nel sentire le mie parole. Io continuo imperterrita.
"In ospedale sembrava davvero dispiaciuto, ma nessuno di noi ci credeva. Forse lo abbiamo tutti aggredito un po' pesantemente con le parole, ma tutto ciò che provavamo per lui in quel momento era odio. Forse, se è come dite voi, la reazione che ha avuto poco dopo, l'avermi messo le mani al collo, era dovuto a quegli scatti di rabbia e pazzia, chissà... ma io non lo perdono, non credo che riuscirò mai a perdonarlo." Finisco esprimendo tutto il mio dolore con un semplice sguardo.
Chiara e Massimo non fanno altro che piangere. Sono spaventati. A quanto pare, non erano a conoscenza delle azione compiute da loro figlio.
"Mio Dio, Silvia. Siamo così dispiaciuti." Sussurra Chiara con tono sofferente.
"Quello che voglio dirvi è che voi non avete nessuna colpa." La mia frase sorprende tutti, compresi i miei genitori.
Chiara e Massimo mi guardano a occhi sgranati, come se avessero appena visto una visione.
"Come..." Interrompo Chiara riprendendo a parlare.
"È lui che mi ha tradito. È lui che mi ha pugnalato. È lui che ha cercato di strangolarmi. Poco mi importa delle sue motivazioni, onestamente. Non mi importa se voleva farlo, se non voleva, se non era lui a giudare il suo corpo. Lo ha fatto e non avrà mai il mio perdono. Non lo avrete nemmeno voi perché non avete nulla da farvi perdonare, voi non avete colpe." La mia voce risulta un po' tremate, ma il mio sguardo deciso, nonostante le lacrime, lascia capire tutto.
Accenno un piccolo sorriso e vado verso di loro. Si alzano immediatamente e mi circondano in un caldo abbraccio.
"Grazie Silvia, grazie." Mormora Chiara tra i miei capelli.
Mi risiedo al mio posto e aspetto che i due riprendano fiato e che smettano di piangere.
"Vi chiederei di rimanere per cena, ma al momento è ancora presto." Dice mia madre, lasciando un ampio sorriso alla coppia davanti a noi.
"Oh, tranquilla Simona, non c'è bisogno. Siamo passati solo per dirvi questo e per farvi sapere che ora Francesco è in arresto per percosse e tentato omicidio. Prima di poter agire, però, c'è bisogno di definire nel migliore dei modi il suo profilo psicologico. Se volete, possiamo informarvi sulle novita." Dice Massimo.
"Onestamente, preferirei non avere più nulla a che fare con lui, grazie." Dico con un piccolo sorriso e Massimo annuisce comprensivo.
"Grazie per l'ospitalità, noi andiamo." Dice Chiara alzandosi dal divano e andando verso la porta di casa.
"Speriamo tu possa guarire in fretta." Mi sorride Massimo.
"Beh, ora che mi avete detto che praticamente l'ho umiliato davanti a tutta la scuola, credo che sia valsa la pena avere questo taglio. Fa già meno male." Scherzo provocando una loro risata.
"Grazie, a presto." Saluta Chiara e io ricambio con un sorriso.
Chiudiamo a porta appena la macchina dei due si allontana e mamma poggia una mano sulla mia spalla. Senza dire una parola, mi sorride e torna in cucina.
Volto lo sguardo verso le scale e noto Marco seduto sopra gli scalini che mi sorride con un espressione fiera. Si alza e torna in camera.
Ho bisogno di stare da sola.

🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕

Salve a tutti e a tutte! Sento di poter annunciare con orrore che il vecchio capitolo nove era davvero tremendo e senza senso. Inolte, avevo notato che nell'intera storia non avevo mai dato un motivo al gesto di Francesco, probabilmente perché non avevo la benché minima idea del motivo percui lui avesse aggredito Silvia, quindi beccatevi questo motivo. La mia unica speranza è che abbia un senso.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, votate e commentate se volete. Scusate per eventuali errori e... al prossimo capitolo!

Dio Benedica La Pizza!🍕🌹❤

_

I_am_a_Pandacorn_

Innamorata del mio migliore amico!   [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora