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ELIZABETH

Non voglio che tu te ne vada, mi terresti la mano?
Perché sei tutto ciò di cui ho bisogno

L'AEREO è stracolmo di persone. Non c'è neanche un posto vacante. Non ho mai visto così tanta gente riunita in un solo posto talmente ristretto da avere perfino difficoltà a muoversi.

Una signora con gli occhiali dalla montatura verde mi sorride gentile mentre si accomoda al mio fianco sistemando accuratamente il proprio bagaglio a mano. L'odore fievole di orchidea mi avvolge in un abbraccio gentile che mi spinge a socchiudere gli occhi così da poterne assimilare la piacevole fragranza. Poso gli occhi sulle mani scalfite da un paio di rughe e noto che nessun anello le sta adornando le dita paffute. Il cuore mi si stringe nel petto nel notare una docile fede dorata che pende dal suo collo.

Scuoto piano il capo e lascio che la mia attenzione venga catturata da una chioma biondissima intenta a baciare la fronte giovane di un bambino di forse appena cinque anni che sonnecchia abbracciando un giocattolo a forma di razzo. Lo sguardo amorevole di una ragazza poco più grande di me lo osserva mentre si china per lasciarli stampata una leggera macchia di rossetto sulla guancia rosata. Gli scosta gentile i sottili ciuffi chiari e gli accarezza giocosamente la punta del naso.

Sorrido sciolta dalla purezza di quei piccoli gesti e poso la testa esausta sul tessuto grigiastro del sedile su cui attendo comodamente la partenza dell'aereo.

Con mia grande gioia, sono capitata vicino il piccolo finestrino così da poter concedere ai miei occhi di osservare la maestosità del mondo sotto di noi. Distante e silenzioso. Quasi surreale.

So già che lo penserò, ma va bene così. Ho bisogno di affrontare ciò che è accaduto così da potermelo lasciare alle spalle.

Perché è questo ciò che desidero.

Ho bisogno di dimenticare Dean nonostante sia consapevole del dolore che proverò, ma è questa la scelta giusta da fare.

Ho ancora il ricordo della sua rabbia a pochi centimetri da me e la paura che avrebbe potuto farmi del male mi lascia senza fiato. I brividi corrono furiosi lungo la mia schiena e il magone cresce consistente nella mia gola impedendomi di respirare. Avrebbe potuto colpirmi. Avrebbe potuto ferirmi e macchiare anche me con sua rabbia funesta.

Il solo pensiero mi fa attorcigliare le viscere facendo nascere in me un disgusto tale da dover posare una mano sullo stomaco per poter controllare un conato.

Ieri notte, tra le lacrime salate che bagnavano il mio viso, mi sono chiesta il perché non potesse essere come tutti gli altri.

Perché deve essere così complicato e difficile da capire?

Se Dean non fosse ancorato al passato, forse ci sarebbe speranza per noi. Forse anche per lui ci sarebbe un lieto fine. Peccato che viva nell'oscurità dei suoi ricordi impedendo a chiunque di avvicinarsi. Allontanando qualsiasi spiraglio di luce intenzionato a illuminare quelle stanze polverose e nascoste.

Dean è e sarà sempre un misero per me.

Sin da quando eravamo piccoli mi sono sempre chiesta cosa ci fosse in lui di diverso dagli altri ragazzini.

C'è qualcosa nei suoi occhi che lo rende unico.

Ciò che è peggio è che non sono in grado di capire di cosa si tratti. Quando mi guarda vedo nelle sue iridi riflessa una luce vibrante che illumina un po' del buio che si porta dentro. Peccato che non abbia mai avuto un'occasione per domandargli cosa nasconde.

YOU SAVED ME 2 |Anime distanti|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora