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ELIZABETH

Nonostante tutta la preoccupazione, sento ancora la tua voce

LA TRISTEZZA sembra prendere possesso del mio corpo spingendo il mio viso a contrarsi in una smorfia imbronciata. Le spalle, da alte e rigorose, appaiono basse e curve. Le gambe, non più stabili, riposano stanche sul materasso comodo. Perfino il sorriso si è spento diventando solo una linea smorzata. 

Sospiro piano e rimango a fissare il soffitto con occhi dispiaciuti. Domani sera- tra poche ore- dovrò tornare a New York e riprendere a vivere la mia solita monotona e noiosa routine. Sveglia presto per andare a scuola, studiare assiduamente per poter arrivare a fine anno con ottimi voti, diplomarmi e poi potermi trasferire qui definitivamente.

Ora che tra me e Dean è finita, so che la cosa giusta da fare è andare via per poter vivere al meglio la mia vita. È stupido pensare che per lui avrei messo da parte il mio desiderio di venire qui a Firenze.

Per lui avrei fatto a meno della mia felicità.

Ma, considerando il modo in cui la nostra storia si è evoluta, è giusto che io pensa a me stessa anziché a lui e a quello che lo renderebbe contento. Quindi, stringo con forza la coperta che mi tiene al caldo mentre mi autoconvinco che devo resistere solo un altro po'. Sei mesi e potrò tornare qui ed essere veramente entusiasta. Lontano dai miei genitori, lontano dai ricordi dolorosi che mi infestano la mente. 

Lontano da lui.

Perlomeno, non sarò sola a settembre. Mio fratello mi terrà compagnia e, insieme a lui, Giuseppe. Sono perfino convinta che anche Michele mi darà una mano ad ambientarmi. Dopo l'ultima volta non abbiamo parlato molto ma mi sembra un bravo ragazzo. Ci siamo scambiati i numeri così da tenerci in contatto una volta che tornerò a casa.

Sposto lo sguardo sulla sveglia posta sul comodino notando come siano le cinque e i miei occhi non abbiano alcuna voglia di dormire. È come se la stanchezza sia così pesante da impedirmi di riposare. Sento le palpebre desiderose di chiudersi ma continuo a girarmi e rigirarmi senza alcun risultato. So che dovrei proprio riposare ma il sonno pare essere volato via senza aspettarmi. 

Ripenso alla cena di questa sera e mi si chiude lo stomaco al ricordo dei volti silenziosi e gli occhi bassi dei padroni di casa. Sembrava che si stessero preparando alla consapevolezza che, da domani, il mio posto sarà vuoto. Ho provato a parlare per alleggerire la tensione palpabile ma non è servito a nulla. Nicholas mi ha sorriso gentile e poi è tornato a sminuzzare la sua bistecca. È stato in quel momento che mi sono resa conto che il giorno della partenza era arrivato, ho provato ad allontanare il pensiero ricorrente che mi rammentava di come questo sogno sarebbe stato bruscamente interrotto dal suono della sveglia, ma- come accade sempre- alla fine il Sole è sorto e io mi sono dovuta svegliare.

Scoto il capo e sprofondo con la nuca nel cuscino sbarrando con forza gli occhi nella speranza di dormire anche solo per una manciata di ore. Peccato che il mio effimero tentativo, venga distrutto in mille pezzi dall'assidua vibrazione del telefono.

Chi è a quest'ora?

Allungo una mano cercando sotto il piumone e afferro il cellulare aggrottando le sopracciglia. Mi stupisco nel leggere un numero che non ho salvato in rubrica e decido di non rispondere nonostante il prefisso americano. Sicuramente è qualche scherzo telefonico di cattivo gusto. 

Ripongo il cellulare dove lo avevo lasciato ma il cuore manca un battito quando lo sento vibrare di nuovo nella mia mano. Osservo lo stesso numero lampeggiare sullo schermo e sono tentata di rispondere per dirne quattro al maleducato che si ostina a chiamarmi ma la telefonata viene interrotta prima che possa farlo. 

YOU SAVED ME 2 |Anime distanti|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora