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ELIZABETH

Ti stringo ogni notte
Ed è una sensazione a cui voglio abituarmi


RIMANGO concentrata sui libri mentre finisco di ripassare per il prossimo compito di biologia. Non è di certo la materia che trovo più semplice ma almeno riesco a capirla meglio di matematica, il che lo reputo un vantaggio.

Mantengo gli occhi sulle parole impresse nelle pagine bianche e non riesco a non pensare ai suoi tatuaggi impressi sulla sua pelle per sempre, le mie mani che tracciano i bordi dei disegni definiti mentre il suo petto si alza e si abbassa delicatamente al passaggio delle mie carezze. Socchiudo gli occhi e mordicchio il tappo della penna appena un sorriso ampio e luminoso si fa spazio tra le mie labbra. Riesco ancora a sentire le sue braccia cingermi tra le coperte zuppe e il mio viso nascosto sul petto umido.

Porto la testa verso l’alto e ridacchio al pensiero di come la nostra relazione si sia evoluta. Spero solo che rimanga così per sempre, se solo dovessi vivere in un modo dove lui non c’è mi viene voglia di smettere perfino di provarci.

Un leggero colpo alla mia porta mi desta dai miei pensieri e mi volto verso l’entrata della mia stanza che viene delicatamente aperta. Sulla soglia, incontro gli occhi dell’ultima persona che mi aspettavo venisse a cercare la mia presenza

<<Mamma>> mantengo il suo sguardo mentre le sue iridi scrutano la camera e infine me. Drizzo la schiena pronta ad affrontare un confronto. So benissimo di come ho cercato in tutti i modi di evitare che questo momento arrivasse, ho potuto perdonare mio padre ma lei, lei è fuori discussione

<<Posso parlarti?>> mi sorprendo nel sentire la sua voce fin troppo calma e pacata, quasi cercasse di nascondere qualcosa, come se si sentisse in colpa per qualcosa che ha fatto.

Contemplo la sua proposta chiedendomi cosa accadrebbe se accettassi. Dovrei intimarle di andarsene, che sto studiando e non voglio distrazioni, invece con un gesto secco del capo le indico il bordo del letto

<<Possiamo fare in fretta? Sono impegnata>> le mostro i libri aperti sulla scrivania nella speranza che capisca di andarsene, non sono molto in vena di chiacchiere con la donna che mi ha dato della puttana

<<Betty>> sospiro quando il mio nome sfugge dalle sue labbra e in un remoto angolo della mia anima cresce la vorglia di correrle incontro e lasciarmi cullare dalle sue braccia. Sentire le sue carezze materne accarezzarmi i capelli, il suo volto vicino alla mia guancia mentre mi rassicura sul futuro. Invece, rimango impassibile davanti a lei, con le mani tremanti a causa dei desideri irrealizzabili e le labbra tirate in una linea sottile <<Volevo chiederti scusa>> ingoio la fastidiosa saliva bloccata nella mia gola che non mi permetteva di respirare e sostengo il suo sguardo chiedendomi perché non sono mai stata abbastanza per lei <<Mi rendo conto che forse ho esagerato>> sbuffo divertita e incrocio le braccia al petto

<<Forse?>> chiedo retorica mentre sostengo il suo sguardo senza permetterle di leggermi dentro. Non voglio che veda quanto la sua indifferenza mi abbia ferita, quanto le sue parole abbiamo tagliato i lembi della mia anima riducendoli in brandelli, del modo in cui il suo comportamento mi ha portata a piangere per interminabili ore solo perché lei non è mai stata in grado di apprezzarmi veramente

<<Elizabeth>> sospira e si sporge di poco in avanti <<Scusa>> ripete con più intensità questa volta, quasi a imprimere quella dannata parola nella mia pelle. Abbozzo un sorriso di circostanza e mi inumidisco le labbra. Ho sempre abbassato il capo, ho sempre cercato di essere la figlia perfetta, sono stanca di provarci se, alla fine, non ottengo nulla. Quindi, porto la testa di lato e la scuoto lentamente

YOU SAVED ME 2 |Anime distanti|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora