[RenKaza o AkaRen]
{Soulmate!AU - Raccolta di one-shot scritte per il Writober 2022 di Fanwriter.it}
Koi no Yokan, letteralmente: "premonizione d'amore. La sensazione che una tra due persone può avere al loro primo incontro finendo, inevitabilmente...
"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
» Lista: pumpNEON
» Prompt: Late nights, earlymornings
» Rating: Verde
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Kyojuro si risvegliò con fatica, sentendo gli arti pesanti e percependo i suoni ovattati, come se si trovasse sommerso in una pozza profonda di acqua torbida. Sbatté le palpebre più volte, provando a farle rimanere aperte e a mettere a fuoco l'ambiente circostante. Quando ci riuscì - riconoscendo il lampadario della cucina di casa sua -, provò a mettersi seduto, fallendo miseramente. Il suo corpo rispondeva con lentezza ai comandi che la mente gli trasmetteva, con il risultato di renderlo completamente inerme. Sentiva uno strano senso di spossatezza addosso che lo faceva rimanere incollato a quello che capì essere il divano. Aveva anche la gola secca come se non avesse bevuto per mesi interi e avvertiva un sapore amaro invadergli il palato.
Non ricordava molto della sera precedente, ma aveva la sensazione che non gli sarebbe piaciuto per niente scoprire cosa fosse successo dopo che era stato portato all'interno della base della banda di Muzan. Aveva il vago ricordo di mani che lo toccavano senza che lui lo volesse, cosa che lo fece rabbrividire violentemente. Riuscì a girarsi su di un fianco, trovandosi davanti il viso di Akaza profondamente addormentato. Un'espressione corrucciata rendeva duri i suoi lineamenti, come se stesse facendo un brutto sogno che non lo faceva dormire tranquillamente. Kyojuro allungò con molta lentezza una mano e gli sfiorò appena una guancia, facendolo svegliare bruscamente.
Il bartender spalancò le palpebre e fissò il professore con sguardo confuso e preoccupato. Quando lo vide sveglio e con un accenno di sorriso sulle labbra, si rilassò e gli accarezzò il viso, spostando all'indietro le ribelli ciocche bionde che gli ricadevano appena sullo zigomo.
«Ehi, finalmente ti sei svegliato. Come ti senti?» Chiese fissandolo intensamente dritto negli occhi, come a sondargli l'anima.
«Uno schifo.» Riuscì a pronunciare Kyojuro, con voce impastata.
«Aspetta, ti prendo un po' d'acqua.»
Akaza si alzò dal divano, facendo scivolare appena la coperta che aveva usato per coprire entrambi, rivelando così il corpo nudo dell'altro che si guardò con fare perplesso. Quando si era spogliato? E perché aveva dei cerotti sui polsi? Più cercava di ricordare e più sentiva la testa pulsare. L'accenno di un'emicrania cominciò a farsi forte e persistente, martellandogli con insistenza le tempie. Akaza riempì un bicchiere con dell'acqua fresca e tornò verso il divano, aiutando Kyojuro a mettersi seduto con le spalle appoggiate contro lo schienale.
«Ce la fai a bere o ti do una mano io?» Chiese, lasciandogli il bicchiere tra le dita dalla stretta incerta.
«Ce la faccio. Grazie.» Rispose il professore di storia, portandosi il recipiente alle labbra e bevendo l'acqua tutta d'un fiato, sentendo la gola pizzicare ogni volta che deglutiva. «Per quanto tempo ho dormito?» Chiese poi quando finì, sentendo la voce tornare come prima.