Falling Dark - scullymurphy - TRADUZIONE ITALIANA

Capitolo 16: 1999

"Va bene. Sto uscendo. Sei sicura di stare bene con tutto?" Lavanda uscì dalla stanza sul retro di Cerise, cappotto e borsetta in spalla.

"Credo di si!" Hermione si voltò da dove stava raddrizzando una pila di soffici maglioni. "Galeoni extra nella cassaforte, il codice è 631. I resi con ricevuta possono avere un rimborso in contanti. Senza ricevuta è credito del negozio. E se qualcuno vuole modifiche entro Capodanno, dovrà pagare per un ordine urgente."

"Eccellente! E dovrei tornare tra un'ora, anche se non si sa mai con le code che ci sono." Lavanda rabbrividì delicatamente. Si fermò e guardò Hermione dall'alto in basso. "Ti sta davvero bene."

Hermione lisciò i palmi delle mani sul famigerato maglione di cachemire. "Non posso credere che tu mi abbia convinto a indossarlo."

"Non puoi? Ne hai venduti tre oggi!" Lavanda rise. "Aspetta che Cerise lo senta." Si diresse verso la porta. "Me ne vado," gridò, agitando una mano guantata.

"A presto!" Hermione rispose al saluto quando una folata di aria gelida soffiò nel negozio, spegnendo le candele profumate che illuminavano il piccolo spazio.

Hermione si guardò intorno, controllando se c'era qualcos'altro da sistemare. Era il suo secondo giorno in negozio e, anche se non le piaceva tanto quanto il bar di San Cipriano, doveva ammettere che era divertente, e soprattutto vedere Lavender lavorare. Sorrise mentre si avvicinava per aggiustare una fila di vestiti. L'empatia intuitiva di Lav significava che sapeva come far stare bene le persone e, di conseguenza, comprare molti vestiti.

Hermione tornò verso la cassa, rimboccando un cuscino sul divano di velluto nel piccolo salottino mentre passava. Era così contenta per Lavanda di aver trovato questo lavoro. Ovviamente anche Cerise sapeva che talento aveva—l'occhio di Hermione andò allo scaffale di splendidi abiti da ballo che occupavano un posto d'onore al centro della stanza. Lavanda le aveva detto che venivano direttamente dal viaggio di acquisto a Berlino che aveva fatto all'inizio del mese e che Cerise le aveva lasciato scegliere la maggior parte dei modelli. Erano volati via dagli scaffali da quando Hermione era arrivata nonostante i loro prezzi incredibilmente alti.

Hermione si appoggiò al bancone e guardò fuori dalla finestra il cielo basso e le luci scintillanti della mezzaluna. Gli acquirenti si precipitarono, carichi pesantemente, cappelli caldi abbassati sulla fronte e nuvole che soffiavano il fiato. L'anno sembrava finire con un'esplosione fredda e oscura e Hermione fu improvvisamente molto contenta di essere in questo angolo accogliente, a guadagnare un po' di oro tanto necessario prima di tornare a scuola.

Sorrise al bancone, notando una piccola macchia sulla superficie lucida. Abbassandosi per recuperare il panno morbido tenuto sotto la cassa per riparare proprio quelle imperfezioni, sentì il campanello tintinnante sulla porta suonare piano. Si raddrizzò con un caldo sorriso, che si congelò e poi le scivolò lentamente dal viso quando vide chi c'era sulla soglia.

Narcissa Malfoy.

La porta si era chiusa dolcemente prima che Hermione ritrovasse la voce.

"Benvenuta," gracchiò, poi si schiarì la gola. "Benvenuta da Cerise," disse, questa volta più forte.

Narcissa Malfoy tradì molto poco, ma rimase per alcuni secondi vicino alla porta prima di scivolare in avanti.

Hermione aprì di nuovo la bocca, rendendosi conto di quanto poco avesse in termini di esperienza o strumenti che sarebbero stati utili nell'interagire con qualcuno quando: A) Era stata torturata sul pavimento del loro salotto; e B) Era andata a letto con il figlio.

Ovviamente, il suo cervello scelse quel momento per evocare un ricordo molto vivido di Draco che la scopava contro il muro nell'appartamento di San Cipriano, la sua bocca sul suo collo e le sue dita su di lei—