7 (AURORA IN CELLA)

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Un paio di giorni dopo Aurora rincontrò casualmente Alessio di fronte ad un caffè e scambiò alcune parole con lui, "Volevo ringraziarti per il tuo aiuto l'altro giorno", le disse Alessio, "Immagino che Zaffira ti avrà spiegato...", lei rispose: "Sì, lo ha fatto. E non deve preoccuparsi, terrò il silenzio al riguardo",

"Grazie. ...Io credo di doverti delle scuse per il mio comportamento",

"Vossia non mi deve nulla", si congedò da lui dato che stava facendo buio.

Difatti sulla via del ritorno Aurora venne fermata dai gendarmi, poiché le donne pubbliche avevano il coprifuoco di sera, (le donne pubbliche indossavano degli indumenti per rendersi riconoscibili); i gendarmi la portarono alla stazione di polizia, dove le venne chiesta una cauzione molto cara, che lei non poteva permettersi.

Venne allora messa in cella e le dissero che doveva rimanerci per sette giorni.

Aurora chiese di poter mandare un biglietto a Clarissa, ma lei non aveva intenzione di pagarle la cauzione.

Aurora si trovò a trascorrere la notte in cella insieme ad un gruppo di prostitute e mendicanti, non chiuse occhio per tutta la notte. 

Il giorno seguente casualmente Alessio si trovò al commissariato per discutere del caso di suo zio e vide sulla scrivania del commissario il fascicolo di Aurora con la sua foto, chiese spiegazione e gli venne detto che Aurora si trovava in cella per avere violato il coprifuoco; immediatamente Alessio si offrì di pagarle la cauzione, qualunque cifra fosse stata.

Aurora venne così rilasciata e si stupì nel trovarsi di fronte Alessio, "Perché Vossia ha pagato la mia cauzione?", gli chiese colpita e confusa dal suo gesto, "Perché non ritenevo giusto il tuo arresto", rispose lui, "La ringrazio. E ho intenzione di restituirle il denaro naturalmente", gli disse Aurora prima di congedarsi.

Tornata alla casa rimbrottò Clarissa: "Se fosse stato per te sarei ancora in quella cella!", 

"Io devo pensare alla casa, non posso preoccuparmi delle mie ragazze se si cacciano nei guai!", tuttavia alle domande su come avesse pagato la cauzione Aurora si limitò a dire che aveva chiesto l'aiuto di un cliente facoltoso che le aveva prestato il denaro.

Più tardi si confidò con Zaffira, "Deve essere stata un'esperienza orribile!", commentò lei,

"Starei ancora lì se non fosse stato per Alessio Aldovrandi",

"Alessio Aldovrandi? Cosa c'entra lui?",

"Mi ha pagato lui la cauzione",

"Alessio Aldovrandi ti ha pagato la cauzione? E per quale motivo lo avrebbe fatto?",

"Non lo so. Mi ha detto che non riteneva giusto il mio arresto",

"Che cosa c'è fra te e quel ragazzo?", chiese Zaffira sospettosa,

"Non c'è niente. Fino a poco tempo fa credevo mi detestasse",

"Stai lontana da quel ragazzo, Aurora. Io so cosa vuol dire coinvolgersi con qualcuno fuori dalla nostra portata. E guarda com'è finita! Noi siamo donne di malaffare, possiamo avere relazioni solo con i clienti",

"Guarda che non è come credi. Anzi, io credevo che lui fosse un arrogante",

"Tienilo lontano da te, Aurora", le parole di Zaffira la confusero ancora di più.

Il comportamento di Alessio sembrava così ambiguo: prima l'aveva umiliata con le sue parole e ora le paga la cauzione. Chi era davvero quel giovane?

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