33 (CLARISSA AL BANCO)

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Presa dal nervosismo Clarissa si presentò a casa dell'Onorevole Castelli chiedendo di parlare con lui.

Questi la ricevette irritato, "Che diamine ti è saltato in mente di venire a casa mia?", le disse con tono alterato,

"Mi scusi, ma non potevo attendere, dovevo parlare con Vossignoria con urgenza",

"Che non accada mia più! Cos'è successo?",

"Mi hanno convocata a testimoniare al processo contro Alessio Aldovrandi",

"E allora? Che c'è di strano? Vorranno farti delle domande su suo zio",

"Mi è stato riferito che Zaffira ha testimoniato e mi ha accusata tenere le mie ragazze sequestrate",

"Ma, è la sua parola contro la tua. Non c'è da preoccuparsi",

"Vossignoria non capisce. Alessio Aldovrandi e Zaffira vogliono far ricadere su di me la colpa dell'omicidio!", disse lei agitata,

"E perché vieni a dire queste cose a me? Che cosa ti aspetti che faccia?",

"Vossignoria deve aiutarmi, Onorevole",

"Aiutarti? E perché? Io e te non siamo legati da nessun accordo",

Clarissa rimase stupita ed ebbe un brutto presentimento, "Onorevole, io ho sempre servito Vossignoria...", disse,

"Stai facendo una scenata per nulla! Alessio Aldovrandi è spacciato. Sta soltanto cercando di arrampicarsi sugli specchi. Vai a casa e stai tranquilla. E non presentarti più a casa mia!", Clarissa lasciò la casa dell'Onorevole, ancora più preoccupata di prima.

Castelli aveva messo in chiaro che non l'avrebbe aiutata e che lui era inattaccabile, se anche Clarissa fosse stata accusata l'avrebbe lasciata al suo destino.

Clarissa era presa dall'apprensione mentre si preparava per testimoniare in Tribunale.

In aula cercò di mostrarsi sicura di sé mentre veniva interrogata.

L'avvocato della difesa iniziò l'interrogatorio: "Vossignoria è stata accusata da una delle donne che lavoravano nella sua casa ti tenere le sue cortigiane praticamente sequestrate e di impedirgli di lasciare la casa di tolleranza. Come risponde a tale accusa?",

"Non è assolutamente vero! Io ho accolto in casa molte donne in questi anni dandogli una casa e un lavoro, provvedendo al loro        sostentamento e alle cure mediche. E ognuna di loro è libera di andare via quando vuole", disse lei cercando di fare una buona impressiona al Giudice,

"Quindi Vossignoria non avrebbe impedito ad una donna chiamata Zaffira di lasciare la sua casa per sposare Ruggero Aldovrandi?",

"Certo che no",

"Vossignoria ha mai conosciuto Ruggero Aldovrandi?",

"Solo di vista. Era cliente della casa",

"Ed era al corrente della sua intenzione di sposare una delle cortigiane che lavoravano per Vossia?",

"Non so nulla di un matrimonio", rispose furbescamente,

"Quindi Ruggero Aldovrandi non le ha offerto del denaro per riscattare dalla casa questa donna, Zaffira?",

"No, signore. Come ho detto, conoscevo Ruggero Aldovrandi solo di vista", l'avvocato della Difesa concluse.

L'Accusa non volle interrogare Clarissa, per cui venne congedata.

Alessio e Aurora si aspettavano che Clarissa avrebbe negato ogni cosa.

Tuttavia Aurora e Zaffira, come già avevano pianificato, tentarono un'altra strada: le donne della casa "La Perla".

Si recarono lì, mentre Clarissa era assente e chiesero di conversare con le loro ex colleghe.

"Se voi accettate di accusare Clarissa, lei finalmente pagherà e voi sarete libere", disse Aurora, le donne rimasero perplesse, una di loro disse: "Ma, chiuderanno la casa. E poi dove andremo?",

"Non vi rendete conto che lei non vi lascerà andare via se un giorno vorrete smettere?",

"Ci lascerà andare se riusciamo a ripagare il debito con la casa", Zaffira disse: "Nemmeno io sono riuscita a ripagare il debito e sono stata la più richiesta della casa. Non vi illudete, non vi lascerà libere", un'altra donna intervenne: "Meglio prigioniere, ma vive! Chi si mette contro Clarissa si mette contro chi gestisce gli affari della casa. E tu sai di che cosa è capace quella gente",

"Se riusciamo a farli finire in carcere non vi potranno fare più niente",

"E se non funzionasse? Quella è gente che la fa sempre franca!", Aurora disse loro: "Fareste condannare un innocente?",

"Noi non c'entriamo nulla in questa storia. Non sappiamo nemmeno se è innocente. Mi dispiace per il tuo uomo, Aurora, ma quello che ci chiedi è troppo rischioso",

"Non voglio mentirvi, è vero, c'è il rischio che non funzioni. Non vi posso garantire che finiranno in carcere. Però, una cosa posso dirvela: se saremo unite saremo più forti di loro. Se invece tacete, continuerete ad essere delle schiave, finché non vi getteranno via e finirete in strada, come è successo con Zaffira. ...Pensateci bene".

Aurora e Zaffira lasciarono la casa, mentre le donne discussero fra di loro sul da farsi.

Aurora non si fece illusioni, sapeva che erano intimidite da Clarissa e Castelli e non le biasimava per questo.

Non c'erano più molte strade da tentare per scagionare Alessio... .

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