10 (INSIEME)

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Una sera Alessio non riusciva a scacciare il pensiero di Aurora dalla sua mente; alla fine decise di recarsi alla casa di tolleranza per parlarle.

Madame Clarissa, sorpresa della sua richiesta, gli negò di vederla: "Mi perdoni, signor Aldovrandi, ma sarebbe meglio che Vossignoria non cercasse più Aurora. Potrebbe compromettere la sua attività alla casa", Alessio replicò: "Vossia non mi incanta con i suoi falsi modi! Non finisce qui!", uscì dalla casa, ma non si diede per vinto.

Andò sul retro, e come aveva già fatto una volta, si arrampicò entrando da una finestra, da lì fu facile introdursi nella stanza di Aurora.

Lei quella sera stava attendendo la visita del Conte per trascorrere la notte insieme a lui.

Rimase sconcertata, quando rientrò dopo il suo numero, nel trovare Alessio nella sua stanza, "Ma, che ci fai qui? Come sei entrato?", disse,

"Mi sono arrampicato dalla finestra. Dovevo vederti",

"Ma, sei impazzito?! E se ti avesse visto qualcuno?",

"Ho corso il rischio", si avvicinò a lei, "Alessio, ne abbiamo già parlato, non dobbiamo più vederci", disse Aurora

"A me non importa della tua condizione",

"Vuoi essere emarginato da tutti?",

"Potremmo andarcene da un'altra parte", stupita Aurora chiese: "Andarcene? E dove?",

"Magari a Milano. Nessuno saprebbe del tuo passato",

"Non capisci che io non sono come le altre donne? Non sono fatta per stare in casa",

"Non mi importa. Io ti amo per come sei", colpita Aurora disse: "Mi ami?",

"Sì", la baciò, "Il Conte, vuole fare di me  la sua amante", disse lei preoccupata, 

"La sua amante?",

"Vuole mantenermi. Sta per arrivare", 

"Vieni via adesso",

"E' una questione che devo risolvere io",

"Non sopporto di dividerti con altri!",

"Non dovrai farlo. Fidati di me. Adesso vai, per favore",

"Verrai da me?",

"Sì", lo salutò con un bacio e poi lui uscì dalla finestra.

Aurora si sentiva felice per avere trovato una persona che l'amava, improvvisamente si sentì diversa, sentì che non poteva appartenere ad altri se non ad Alessio: la cortigiana Aurora se ne era andata.

Pensò allora ad uno stratagemma per liberarsi del Conte quella sera.

Quando questi arrivò Aurora lo ricevette nella sua stanza e poi gli offrì del vino, senza farsi vedere Aurora versò del sonnifero nel bicchiere del Conte.

Dopo aver bevuto non ci mise molto per addormentarsi. Allora Aurora lo lasciò lì ed uscì dalla finestra calandosi di sotto.

Si recò a Palazzo Aldovrandi, dove Alessio fu felice della sua visita; "D'ora in poi apparterrò solo a te", gli disse, Alessio la baciò, "...Solo devi dirmi una cosa...", aggiunse Aurora, "Che cosa ha a che fare Clarissa con l'omicidio di tuo zio?", Alessio decise di raccontarle le sue scoperte, 

"Io credo che mio zio sia stato ucciso per ordine dell'Onorevole Castelli. E Clarissa è sua complice. E' stato ucciso perché voleva portare via Zaffira dalla casa",

"Allora è per questo?",

"Zaffira è la principale fonte di guadagno della casa, la donna più richiesta",

"E che cosa farai ora?",

"La polizia non vuole aiutarmi. E Castelli è praticamente inattaccabile",

"Lascerai perdere le tue indagini?",

"Ancora non lo so. ...Ma, non parliamo di questo ora. Stanotte voglio stare con te", la baciò e poi la condusse al piano di sopra.

Passarono la loro prima notte d'amore insieme. E per Aurora fu come se non l'avesse mai fatto con nessun altro prima di allora.

Alessio le promise che sarebbero andati via il prima possibile, "Dammi solo qualche giorno per sistemare alcuni affari", le disse, "D'accordo. Ti amo, Alessio", disse Aurora.

Quando tornò alla casa, alle prima luci del mattino, il Conte era ancora addormentato.

Dopo circa quindici minuto si svegliò, "Vi siete addormentato ieri sera, signor Conte", gli disse Aurora, 

"Perché non mi hai svegliato?",

"Ho pensato che eravate stanco. Potremmo recuperare un'altra sera", il Conte non sospettò nulla e disse che sarebbe tornato il prima possibile.

Aurora pensò che al momento giusto gli avrebbe parlato e avrebbe chiarito che non voleva diventare la sua amante.

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