23 (LA FUGA)

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L'assenza del Conte Loredani in quei giorni aveva una ragione precisa, di cui Aurora era ignara: il Conte aveva accusato problemi di salute, dovuti anche alla sua inclinazione al bere.

Era in cura da Dario Canella, il quale poi seppe del suo coinvolgimento con Aurora.

Terminati gli accertamenti che gli aveva prescritto, Dario gli comunicò di avere appurato una cirrosi.

Quando il giorno successivo Dario si recò a visitare Aurora, decise di informarla in via del tutto confidenziale, "Il Conte Loredani è malato. Ha la cirrosi. Causata dal prolungato consumo di alcool", stupita Aurora gli chiese: "Quanto è grave?",

"Abbastanza",

"E Alessio, Vossia ha notizie di lui?",

"Non mi sono recato al carcere", poi aggiunse: "Zaffira mi ha raccontato dell'omicidio di Ruggero Aldovrandi",

"Glielo ha detto? ...E le ha detto anche chi...?",

"Sì, lo ha fatto. E se le cose stanno così la situazione è pericolosa per tutti voi",

"Ne sono consapevole. Alessio è stato incastrato da chi ha ucciso suo zio. Lui è convinto di poter ancora trovare le prove della sua innocenza, ma è chiuso in quel carcere e io sono confinata qui...", Dario stette pensieroso per un attimo e poi disse: "...E se lui riuscisse ad uscire dal carcere?",

"Che vuole dire?",

"Io potrei aiutarlo", stupita Aurora domandò: "Vossia lo farebbe davvero?",

"Lo farei solo perché sono sicuro che è innocente. E se fossi sicuro che cercherebbe le prove per dimostrarlo e non fuggirebbe", colpita Aurora gli disse: "Glielo garantisco. Non so come ringraziarla, dottore. Vossia è un uomo buono",

"Bisogna organizzare la cosa e trovare un luogo dove possa nascondersi",

"Io conosco un posto sicuro", Aurora e Dario si accordarono, Dario aveva un'idea per aiutarlo a fuggire.

Quando comunicò la cosa a Zaffira lei rimase piacevolmente colpita, "Hai davvero un buon cuore, Dario", gli disse, "Forse potrei aiutare Alessio a trovare le prove contro Clarissa", aggiunse, "Tu sei consapevole del rischio che stai correndo ad inimicarti certe persone, vero?",

"Sì. Ma, Ruggero merita giustizia", Zaffira ormai non aveva più timore né di Clarissa e né di Castelli.

E così il giorno successivo Dario andò a far visita ad Alessio nel carcere.

"La nostra amica comune le manda a dire che ha fiducia che Vossia possa trovare le prove della sua innocenza", gli disse Dario, "Se potessi lo farei, ma è arduo stando chiuso qui", rispose Alessio frustrato, "Per questo ho deciso di aiutare Vossia ad uscire da qui", disse Dario con tono basso, Alessio rimase stupito, "Uscire da qui?", chiese, 

"Aurora conosce un luogo dove Vossia potrà nascondersi nel frattempo che cerca le prove. Ma, Vossia non dovrà tentare di fuggire",

"Non ho alcuna intenzione di fuggire. Ma, Vossia perché farebbe questo per me?", 

"Diciamo che la determinazione di una donna che conosciamo entrambi mi ha persuaso",

"Non so davvero come posso ringraziarla, dottore",

"Vossia dimostri la sua innocenza", Dario socchiuse la porta della cella, "Il corridoio che da sul retro è sgombro. Mi colpisca con un pugno", Alessio obbedì, "Mi perdoni, dottore", lo colpì facendogli sanguinare il naso, poi uscì ed entrò nel corridoio, stando attento a non farsi vedere.

Riuscì ad uscire dalla porta sul retro senza dare nell'occhio.

Intanto Dario fece finta di essere svenuto e si fece trovare così dalle guardie, che diedero l'allarme.

Ora Alessio era un ricercato.

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