15 (IL CONTE)

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Quella sera Aurora attendeva l'arrivo del Conte.

Nel frattempo Clarissa comunicò a Zaffira che per non avrebbe dovuto ricevere clienti per qualche giorno e le disse che il Dott. Canella aveva pagato per le sue spese, stupita della cosa Zaffira decise di chiedergli chiarimenti e quella sera aveva l'occasione per farlo dato che una delle ragazze, che era in attesa di un figlio, era indisposta.

Venne mandato a chiamare il Dott. Canella, che dopo avere visitato la ragazza, venne avvicinato da Zaffira, "Buonasera, dottore. Avevo sperato di poterle parlare", gli disse, 

"La tua salute...",

"La mia salute non c'entra. E' che ho saputo di quello che Vossia ha fatto. Clarissa me lo ha raccontato",

"Ho fatto solo il mio dovere", andarono a parlare nella stanza di Zaffira, "Se me ne avesse parlato le avrei detto di non farlo", gli disse Zaffira,

"Lo so",

"Perché Vossia vuole aiutarmi?",

"Sono un medico, è un mio dovere occuparmi della salute dei miei pazienti",

"La ringrazio, dottore. E naturalmente ho intenzione di restituirle il denaro che ha speso", a quel punto il Dott. Canella si congedò.

Nello stesso momento il Conte arrivò alla casa e venne ricevuto da Aurora. 

Quella sera il Conte aveva una certa frettolosità nel 'concludere' con Aurora, dopo l'insuccesso della settimana prima. Aurora, tuttavia, si sentì a disagio e gli chiese di fare con più calma, il Conte si accorse che qualcosa non andava in Aurora.

Anche se Aurora cercava di comportarsi in modo naturale, il Conte ad un certo punto si spazientì, "Ho speso molto denaro per te, ora mi aspetto un pò di gratitudine!", disse e la afferrò in malo modo; Aurora cercava di respingerlo, ma lui cercò di forzarla.

Nel tentativo di liberarsi dalla sua presa, Aurora riuscì ad afferrare un candelabro e a colpirlo alla fronte: il Conte cadde sulle ginocchia e Aurora lo colpì di nuovo, facendolo cadere privo di sensi.

Intimorita e agitata per quello che aveva fatto, Aurora non riuscì a pensare ad altro che ad uscire da lì e l'unica cosa che le venne in mente fu di togliere la giacca e i pantaloni al Conte e indossarli, insieme al cappello calato fino agli occhi.

In questo modo riuscì ad eludere la sorveglianza di Clarissa, che credette fosse il Conte che andava via.

Si accorse troppo tardi che il Conte era svenuto in camera di Aurora.

Quando questi riprese i sensi, Clarissa lo aiutò a tamponare la ferita e si scusò imbarazzatissima per quello che era successo, "Dirò ai servitori di cercare Aurora. Mi dispiace davvero per quello che è successo", disse, furioso il Conte inveì: "Quando la avrò davanti le insegnerò io le buone maniere, a quella piccola intrigante!",

"Non si era mai comportata così prima d'ora!",

"Basta con le prese in giro, Madame! Voglio la verità. E Vossia non faccia la furba con me!", in soggezione Clarissa rispose: "...E va bene. Aurora si è invaghita di un ragazzo, un borghese", stupito il Conte disse: "Cosa? Chi è?",

"Si chiama Alessio Aldovrandi. Io l'ho visto solo due volte. E' solo il capriccio di una ragazza, signor Conte, Aurora rinsavirà",

"Potrebbe essere andata da lui",

"E' probabile. Dirò al mio servitore di...", la interruppe: "No. Non faccia nulla. Ho un'idea migliore...", il Conte pensò che c'era un altro modo per far tornare Aurora... .

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