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Mentre Aurora cercava di fingere di avere ormai dimenticato Alessio, riuscì a riacquistare un minimo di libertà, ora che il Conte se ne era andato lei poteva di nuovo uscire dalla casa.

E così si recò nella casa in campagna dove si era rifugiato Alessio e gli portò dei viveri.

Riabbracciato Alessio, Aurora gli spiegò che il Conte non era più un problema per loro.

Alessio, da parte sua, aveva un piano e chiede l'aiuto di Aurora per attuarlo: il piano consisteva nell'introdursi alla "Perla" e parlare con Clarissa, cercando di intimorirla per metterla contro Castelli.

Quel giorno Aurora e Alessio fecero l'amore nella casa in campagna, chiedendosi quando avrebbero potuto finalmente essere liberi.

Quella sera, Aurora lo aiutò ad introdursi alla "Perla" e lui attese nascosto in camera di Clarissa.

Quando ella rientrò Alessio la afferrò mettendole una mano sulla bocca: Clarissa rimase sbigottita nel vederlo, "Non gridare. Voglio solo parlarti", le disse Alessio lasciando la presa.

"Tu?! Che cosa fai tu qui?", inveì Clarissa,

"Calma. Voglio avere una conversazione con te",

"Io non ho nulla da conversare con te! Che cosa vuoi da me?",

"Voglio che tu dica la verità",

"Lo so che è stato Castelli a far uccidere mio zio. Così come ha cercato di uccidere me",

"Non so di che stai parlando",

"Andiamo, Clarissa, lo so che sei coinvolta anche tu in questa storia", spazientita Clarissa disse: "E se anche fosse come dici? Che cosa pensi di poter fare contro Castelli?",

"Con il tuo aiuto lo posso incastrare",

"Il mio aiuto?",

"Se tu testimoniassi contro Castelli in tribunale...",

"Sei diventato pazzo? Sarebbe la mia condanna a morte!",

"No, se lui viene arrestato",

"E perché dovrei volere questo? Che ne sarà di questa casa senza di lui?",

"Preferiresti fargli compagnia in carcere?",

"E con quale accusa? Tu non hai niente contro di me",

"Ho la testimonianza di Zaffira",

"Zaffira?", disse Clarissa stupita,

"Esatto. Lei è pronta a dire che tieni sequestrate le donne che lavorano qui, impedendogli di andarsene",

"E' soltanto la sua parola contro la mia",

"Ne sei sicura? E se altre donne si unissero a lei?",

"Non oserebbero",

"Lo sai che cosa rischieresti? Se invece accettassi di testimoniare contro Castelli, lui andrà in carcere e metteremo una pietra sopra alla faccenda dei sequestri",

"Tu non sei nella posizione di minacciarmi", disse lei con tono aspro, "Pensa bene alla mia proposta, Clarissa. Fossi in te sceglierei quello che mi conviene di più", detto questo Alessio uscì dalla finestra e si allontanò.

Intuendo che Alessio era stato aiutato, Clarissa si precipitò in camera di Aurora, "Tu sapevi che quel bastardo era ancora in città, vero?", inveì furiosa, sorpresa Aurora chiese: "Di chi parli?",

"Non fare la stupida con me! Alessio Aldovrandi, lo sapevi che era ancora qui?", urlò afferrandola, "Vi siete messi d'accordo!", 

"Clarissa, ti giuro che non ne sapevo niente", poi Aurora aggiunse: "Ma, dove lo hai visto?",

"Dove? Nella mia stanza!",

"La tua stanza?",

"Non fare finta di non saperlo! Non può essere avere fatto tutto da solo",

"Ti assicuro che io non c'entro, Clarissa. Non ho notizie di Alessio da quando sono tornata qui alla casa", Clarissa non rispose e uscì dalla stanza.

Aurora era preoccupata più di Castelli che di Clarissa, temeva che potesse vendicarsi su di lei. Ma, lei ed Alessio avevano più nemici di quanti si aspettassero... .

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