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Dario si recò da Alessio per riferirgli i suoi sospetti sul Conte. "Vossia ha visto Aurora in quella casa?", chiese Alessio, 

"No, non l'ho vista. Ma, quella casa sembrava disabitata da tempo e mi ha sorpreso la presenza dei suoi servitori lì",

"Dove ha detto che si trova?",

"Sulla via principale per Perugia, al miglio 3. Io comunque tornerò lì a controllare, ti terrò informato",

"Grazie, dottore. Quando Vossia avrà la certezza che Aurora è lì ci andremo insieme",

"No, Alessio, è troppo pericoloso per te, sei ricercato",

"Spetta a me andare in suo aiuto, io sono il suo uomo. Ma, non possiamo pretendere di convincere il Conte a lasciarla andare a parole...",

"Che vuoi dire?",

"Devo procurarmi un'arma",

"Niente colpi di testa, Alessio! "Potremmo avvertire i gendarmi quando avremmo la certezza che Aurora è in mano al Conte. E' un rapimento",

"Vossia sa benissimo che non si scomodano per una donna pubblica. E meno che mai mettendosi contro un uomo potente come il Conte. Non intendo uccidere nessuno, per quanto lo detesti. Ma, se ci presentiamo lì disarmati non ne usciremo vivi",

"D'accordo. Ma, tu attendi mie notizie",

"Grazie, dottore", Dario lo lasciò.

Alessio non aveva intenzione di starsene con le mani in mano e così decise di recarsi lui stesso in quella casa a controllare di persona.

Nel frattempo Aurora cercava una via di uscita nel bosco; girovagando senza meta, Aurora venne trovata dai servitori del Conte, che la caricarono a forza su un cavallo.

Nello stesso momento i servitori rimasti alla casa insieme al Conte si accorsero di un uomo che sembrava aggirarsi furtivamente intorno alla casa: uno di loro sparò anche un colpo in aria per spaventarlo e l'uomo corse via.

"Che cosa è stato?", chiese il Conte, "C'era un uomo sospetto, signor Conte", rispose il servitore, "Un uomo sospetto?", domandò il Conte sospettoso.

Circa un'ora e mezza dopo gli altri servitori arrivarono alla casa con Aurora. "Finalmente!", esclamò il Conte.

Aurora venne portata all'interno e fu a quel punto che venne vista da Alessio, che osservava la casa da lontano.

Il Conte rimase da solo con lei, "Che cosa credevi di fare?", sbraitò, prima di buttarsi su di lei, "Mi lasci!", urlò Aurora e gli sputò, il Conte la colpì e poi la buttò a terra.

Ma, in quel momento si sentirono degli spari in rapida successione. Il Conte si voltò e vide qualcuno irrompere in casa armato.

"Alessio!", esclamò Aurora con stupore, "Allontanati da lei!", gridò Alessio al Conte, "Presto, dobbiamo andare via", disse ad Aurora, che si alzò e corse verso di lui.

"Non andrete lontano! La casa è circondata", gli urlò il Conte, "Sì, se prendo te come 'garanzia'!", disse Alessio afferrandolo, 

"Hai fatto male i conti! Non ci sono soltanto i miei servitori", in quel momento irruppero in casa dei gendarmi insieme ai servitori del Conte.

"Lascialo!", gli urlarono i gendarmi, Alessio e Aurora, basiti, obbedirono ai gendarmi e li seguirono.

"Sapevo che eri tu. Il mio intuito era giusto", disse il Conte ad Alessio prima che venisse portato via, mentre Aurora scoppiò in lacrime vedendo Alessio portato di nuovo in carcere.

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