17 (IL PIANO)

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Ora è doveroso spostare la nostra attenzione su Zaffira, la quale dai controlli del dott. Canella scoprì di avere un inizio di tubercolosi.

Fortunatamente non era in forma grave ed era curabile, ma non avrebbe potuto lavorare.

La notizia gettò Zaffira nello sconforto. Il dott. Canella, recatosi quella mattina a visitarla, cercò di spronarla, ma lei gli disse: "La mia non è solo una malattia fisica. E' che sono stanca...",

"Potrebbe essere diverso per te, Zaffira",

"Vossia crede che non ci abbia provato a cambiare vita?",

"Come è finita una donna come te a fare questa vita? Se non ti reca disagio parlarne",

"E' una lunga storia", disse lei con sguardo malinconico, "La mia famiglia era borghese. Ma, poi abbiamo perso tutto e così mi sono ritrovata a dover vendere il mio corpo per sopravvivere. Avevo quindici anni",

"E' una brutta storia. Mi dispiace molto, Zaffira",

"Non è il suo compatimento che voglio, Dario...", si avvicinò a lui ed egli la baciò.

I due trascorsero la mattinata insieme a letto.

Zaffira sentiva che Dario Canella non era come gli altri che aveva conosciuto, per la prima volta qualcuno non la vedeva solo come una donna pubblica.

E la loro amicizia si rivelò una benedizione anche per Aurora.

La ragazza era disperata e aveva trascorso la notte sveglia a piangere, sentendosi intrappolata prima dall'Onorevole Castelli e poi dal Conte.

Ma, poi un pensiero le balenò nella mente: aveva intuito già da tempo che c'era una certa 'confidenza' tra Zaffira e il dott. Canella e forse questi poteva aiutarla.

Andò a parlare con Zaffira e le chiese di intercedere presso il dott. Canella, perché le prescrivesse  degli accertamenti, così da mettere Clarissa in allarme.

Dopo una certa insistenza da parte di Zaffira, Dario accettò di parlare con Clarissa e le consigliò di tenere Aurora a riposo finché non venissero completati gli accertamenti. Clarissa sospettò un altro contagio di sifilide e si preoccupò.

Soprattutto non sapeva che cosa dire al Conte.

Nel frattempo Zaffira, su richiesta di Aurora, si recò da Alessio per rassicurarlo. Preoccupato, lui le chiese: "Come sta Aurora?", 

"Ti manda a dire di non preoccuparti. Ha un modo per tenere a bada il Conte per un pò",

"Che vuol dire?",

"Non posso dirti di più adesso. Devi fidarti di lei",

"Non sopporto l'idea che stia insieme a quell'individuo!",

"Abbi pazienza",

"Io ti ringrazio del tuo aiuto, Zaffira. Mi ero sbagliato su di te. Sei una persona d'animo nobile. ...E mio zio mi ha chiesto di aiutarti nella sua lettera",

"Non pensare a questo ora. Ti porterò notizie di Aurora", detto questo lasciò la casa di Alessio.

Il senso di impotenza, per non poter fare nulla per aiutare Aurora, stava tormentando Alessio, ma cercò di ripetersi che doveva avere fiducia in Aurora.

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