Capitolo 15

12.7K 456 177
                                    

"Dicono che, chi non piange, si allaga dentro"

- Cho aspetta - urlò Asteria - davvero, di noi ti puoi fidare - continuò, invano. La minuscola macchia grigia, chiazzata di bianco, corse se possibile, ancora più veloce, anche se ormai fuori portata dalle bacchette dei Serpeverde.
- Chang, non mi è mai importato nulla di te, ma non starei qui a perdere tempo se non volessi aiutarti - gridò anche Draco di rimando. Tutto inutile. Ormai del piccolo criceto in cui era stata trasformata la povera ragazza non rimaneva traccia. Il biondo era ormai disposto ad abbandonare le ricerche quando vide Asteria fargli segno di tacere. Si avvicinò ad una statua lì vicino di soppiatto. Ancora una volta Draco non ebbe il tempo di stare dietro agli eventi. Asteria si buttò dietro il busto di cavaliere che aveva adocchiato, si sentì uno squittio sorpreso e spaventato, uno concitato rumore di zampine in un vano tentativo di fuga. Realizzò che avevano portato a termine il loro compito quando vide Asteria riemergere trionfante da dietro la statua con un criceto grigio dallo sguardo terrorizzato.
- Eccoti! A chi pensavi di scappare? - disse la Serpeverde. - Sai che non ti vogliamo portare in una di quelle sette di maniaci che mangiano roditori vero? Anche se effettivamente il coniglio è davvero buono, magari i criceti rendono tanto quanto... - la ragazza si fermò di botto, leggendo, negli occhi di Cho, la paura che quanto le stesse dicendo fosse vero.
Draco scoppiò a ridere. La sua seconda risata vera quel giorno. Prima di parlare, pensò che stava migliorando.
- Chang la mia amica scherza, ovviamente, come tutti i maghi dal palato raffinato, noi preferiamo gli scoiattoli ai criceti, sono più succosi - tentò di farla ridere Draco. Non riuscì nel suo intento ma almeno la Corvonero cominciò a calmarsi.
Asteria sbuffò, probabilmente scocciata dal dover trattenere la sua indole sarcastica.
- Bene, allora, che ne facciamo di lei? - si fermò perché Cho emise un ulteriore squittio allarmato. - No Cho, non ti vogliamo dare in pasto ai gufi, calmati, dobbiamo solo capire come farti tornare com'eri, ma dubito che ci riusciremo se continui a dimostrare lo stesso coraggio delle patatine che ho mangiato ieri sera - concluse. La Corvonero squittì un altra volta, di disappunto.
- Beh io non ho idee - rispose a quel punto Draco - non so quale contro incantesimo usare - disse facendo spallucce.
- Io nemmeno - sbuffò Asteria. - Che facciamo? La affidiamo ad un insegnante? - chiese. Draco scosse la testa.
- No non possiamo, come spieghiamo di averla trovata? - le rispose.
- Diciamo che l'abbiamo sentita squittire e che, - la Serpeverde deglutì cercando un modo per continuare - dopo che l'abbiamo vista e presa, ci sembrava si comportasse in modo un po' troppo strano per un criceto e abbiamo deciso di farle dare un'occhiata? - propose poco convinta.
- No, nessuno mi crederebbe, specie non dopo quello che è successo con la Granger - ribatté lui.
- Allora che facciamo? - si spazientì lei.
Draco si prese qualche minuto per pensare. Improvvisamente un'idea gli balenò in mente.
- Ascolta, forse ho una soluzione però devi fare tutto ciò che che ti chiedo e soprattutto non farmi domande, ah e ovviamente mi serve anche la collaborazione della nostra amica - disse guardando la Corvonero. Quest'ultima annuì nei limiti del possibile per un criceto.

Cho pensò che peggio non sarebbe potuta andare. Si consolò almeno all'idea che dentro la borsa di Malfoy non potesse piovere, perché davvero, sarebbe stato il colmo. E invece, per ironia della sorte sentì delle goccioline caderle sul capo da roditore. Alzò gli occhi e notò che il tappo della bottiglia, nella tasca più piccola, quella esterna, in cui lei si trovava, si era leggermente spero. Si maledisse mentalmente per aver pensato anche solo per una manciata di secondo che l'universo avrebbe potuto darle pace. Ormai non riusciva più nemmeno a dormire, tormentata da tutte le possibili morti dolorose che avrebbero potuto aver colpito il suo Cedric, nonostante Harry avesse assicurato a tutti che il Tassorosso era andato via velocemente. Ad ogni modo, in quel momento avrebbe dato qualunque cosa per essere nel suo letto a fare uno dei suoi soliti incubi. Quella mattina era partita con l'umore sotto le scarpe come suo solito, la notte precedente Gazza l'aveva effettivamente vista mentre andava verso il bagno dei Prefetti verso le quattro del mattino, in modo da potere annegare sotto la doccia l'incubo della notte appena passata. In ogni caso grazie a Dio aveva evitato di presentare richiesta scritta a Silente per poterla appendere al soffitto, ma si limitò a sbraitare come suo solito. Aveva inoltre preso un "deludente" in divinazione perché la Cooman aveva sentito da fonti misteriose, che Cho era abbastanza sicura rispondessero al nome di Lavanda Brown e Parvati Patil, che aveva rifiutato il suo caro Harry Potter, il Prescelto, Il Ragazzo Che È Sopravvissuto, il vincitore del torneo Tremaghi, per andare al Ballo del Ceppo con un'altro. Almeno non le era caduto l'ombretto. Le era caduto il rossetto. Dentro allo scarico del lavandino. Immaginò che i topi che vivevano nelle tubature della scuola dovevano essere molti felici. Poi si ricordò che in quel momento era anche lei un roditore. Improvvisamente li invidiò. Insomma, almeno loro potevano truccarsi. Pensò in ogni caso che quella fosse un modo piuttosto strano per coronare una bella giornata come quella. Oltre al solito pianto serale, chiaro. E poi, venire sballottata, da una lezione all'altra, senza sapere cosa l'avrebbe aspettata quella sera non le sembrava esattamente una prospettiva allettante. Solo che non aveva scelta. Finalmente la bottiglia smise di gocciolare, e la borsa venne delicatamente appoggiata a terra. Cho ripensò a tutti gli eventi della giornata e alla sua vita così incasinata e, finalmente si addormentò, cadendo in un sonno pesante e senza sogni.

Choice~DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora