Capitolo 28

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Capitolo 28

"Secrets I have held in my heart are harder to hide than I thought, maybe I just wanna be yours."

La risata si spense nella gola di Hermione non appena vide una lunga chioma biondo platino dello stesso colore di quella del ragazzo che amava. Si guardò attorno allarmata, Draco non era nella stanza quindi erano temporaneamente fuori pericolo, ma si sentì comunque tradita perché non le aveva detto niente. Avevano deciso, di comune accordo, di non comunicare nulla alle loro famiglie riguarda loro due, almeno fino all'estate, e così era stato. Da parte sua Hermione aveva preferito aspettare per poterlo dire ai suoi genitori di persona, mentre con Draco era un po' più complicato. Se la sua famiglia li avesse scoperti, considerato il sangue babbano di lei e l'antipatia reciproca, l'avrebbero sicuramente costretto a lasciarla. Ed era proprio quello che rischiavano. In più da quando Silente era stato cacciato per lasciare spazio a quella vecchia megera della Umbridge viveva in un costante stato di ansia per qualunque cosa. Si appuntò mentalmente di trovare Draco e rimproverargli il tutto non appena malfoy senior fosse stato fuori e ben distante dalle mura di Hogwarts.

Fortunatamente Lucius non si trattenne nella scuola che per qualche ora, sembrava, per sbrigare alcune questioni burocratiche, anche se Hermione sospettava fosse venuto anche per chiedere qualche favore alla Umbridge, e, perché no, per darle qualche buon consiglio, che probabilmente consisteva nel far appendere tutti i nati babbani per i piedi al soffitto finché non gli fosse salito il sangue al cervello e/o fossero morti soffocati. Non appena fu certa che Lucius Malfoy si fosse allontanato dal castello fece in modo che Draco avesse un suo messaggio, ma mentre stava tornando nella torre dei Grifondoro andò a sbattere contro qualcuno. Alzò gli occhi per controllare chi fosse, pronta a scagliarvisi contro, ma non appena incontrò quegli occhi che tanto amava, il suo primo istinto fu quello di saltare letteralmente addosso a Draco, stritolandolo in un abbraccio spezza budella. Lui rise mentre lei lo stringeva più forte. Dopodiché gli diede uno schiaffo capace di lasciare il segno sulla guancia candida del Serpeverde.

- Ahi. – strillò Draco. – E questo a cosa lo dovevo? –

- Al non avermi detto che tuo padre sarebbe venuto ad Hogwarts. –

- Ma non lo sapevo! – ribatté Draco divertito. Lo scrutò bene in viso e si accorse che stava dicendo la verità. in fondo però poteva farlo penare ancora un pochino.

- Non ha importanza! Per che cosa lo frequenti il corso di divinazione della Cooman se non riesci nemmeno a prevedere una visita a sorpresa di tuo padre? –

- Oh, e va bene. Lo proporrò come argomento della prossima lezione. Ma non sono sicuro che la cooman lo troverà più interessante delle doppie punte di Potter e del loro significato nascosto. –

Hermione gli lanciò uno sguardo gelido. Avevano fatto un patto: niente insulti contro gli amici dell'una o dell'altro, a meno che non se li meritassero, ovvio.

- Okay scusa. – ghignò Draco, ma si scurì subito in volto. – E poi non è neanche venuto a vedere come stavo. È andato via senza salutare. –

- Se vuoi posso fartelo dimenticare. – gli sussurrò Hermione in un orecchio. Poi gli morse il lobo e cominciò a lasciargli una scia di baci sul collo. Il ragazzo sospirò pesantemente e lo interruppe.

- Non qui. – mormorò. – andiamo nella mia stanza? Non voglio andare nella stanza delle necessità è un posto troppo anonimo, voglio andare nella mia stanza. – disse lui.

Hermione annuì e cominciò a correre verso la sala comune dei Serpeverde, sfidandolo con gli occhi. In quel momento sentì un orologio che batteva le 8.00 di sera. Era ora di cena ed entrambi erano sicuri di trovare la sala comune deserta. Arrivarono nello stesso momento e Draco sussurrò la parola d'ordine, in modo che la riccia non lo sentisse. Appena entrati nella sala comune Draco non le diede nemmeno il tempo di parlare che le sue labbra premevano di nuovo contro quelle di Hermione. La spinse contro il divano, senza mai smettere di baciarla. Poi si staccò appena per riprendere fiato e ricominciò da dove aveva lasciato trascinato dalla passione. Questa volta fu Hermione a porre fine al bacio.

- Non dovremmo andare nella tua stanza? – bisbigliò come se qualcuno potesse sentirli.

- Un attimo soltanto. – ansimò Draco mentre le ricopriva il collo di baci. Le spostò le mani sulla sua camicia invitandola a sbottonarla, poi risalì verso le sue labbra e la baciò di nuovo sulle labbra. Nessuno dei due si accorse del leggero rumore causato dall'apertura del portale per entrare nella Sala comune, né tantomeno della figura che si era posizionata davanti all'entrata finchè questa non gli urlò contro.

- Tu! – tuonò. I due amanti si staccarono e una volta identificata la persona che aveva davanti Hermione credette di essere sul punto di svenire. Sia lei che Draco scattarono immediatamente in piedi e lui la spinse leggermente dietro di sé, come per proteggerla.

- Vengo a trovarti, a portarti un regalo e i saluti della tua famiglia, e ti trovo che tradisci il tuo stesso nome per colpa di questa babbana. –

- Te n'eri andato. – rispose Draco con voce talmente fredda che Hermione rabbrividì. – E io ho il diritto di fare quello che voglio con chi voglio. –

- Ero semplicemente andato ad Hogsmeade per fare un paio di piaceri a Dolores, ma davvero, ho fatto bene, altrimenti non ti avrei mai scoperto mentre infanghi il nome della nostra famiglia. –

- Io? Io ho infangato il nome della nostra famiglia? Non tu? Tu che ti sei unito a Voldemort, un essere capace di seminare solo distruzione e morte. Tu che non hai saputo fare di meglio, una volta sconfitto il tuo Signore, che leccare i piedi alle persone più in vista del Ministero, tu che non conosci l'onore e la giustizia. – urlò a sua volta Draco. Hermione sentì le lacrime pungerle gli occhi.

- Va' via Herm. – Le disse Draco percependo il suo turbamento. – Non è la tua guerra questa. –

Hermione fece per protestare ma capì che sarebbe stato vano. Gli strinse la mano per infondergli la forza che non aveva e uscì dalla Sala. Una volta fuori non si sforzò nemmeno un pochino di fermare le lacrime che sgorgavano.


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