"Came up to meet you, tell you I'm sorry you don't know how lovely you are."
Il peso che aveva sullo stomaco non accennava a scomparire. Si stava sforzando con tutto sè stesso per trattenere le lacrime. Non poteva piangere. I suoi cari avrebbero pagato per la sua debolezza. Era sempre così, fingeva di essere felice, di essere tornato il solito arrogante, dava l'aria che non gli importasse di nulla. Fingeva bene, era un ottimo attore. Fingeva per esperienza, perché capiva il personaggio. Fingeva a lungo, riusciva a portare avanti la sua recita per l'intero arco della giornata, senza un solo attimo di pausa. Traguardi impressionanti per un attore appena dilettante. Lasciò scorrere lo sguardo per la stanza, finché non si fermò sotto il letto a bracchino. Si intravedeva una copertina di cuoio intatta segno che il libro che racchiudeva non era stato usato. Draco si avvicinò al baldacchino con la sua solita baldanza e il suo passo elegante. Come un commediante che abbia dimenticato di essere dietro le quinte. Afferrò il libro e, nonostante la confusione regnasse sovrana nella sua vita, sorrise. Fu il primo sorriso vero dei precedenti tre mesi. Era il gemello del diario che aveva regalato ad Hermione la sera che si erano messi insieme. Il simbolo della loro unione, ancora intatto e immutato, esattamente come i suoi sentimenti verso la Grifondoro. Poi si ricordò che erano collegati, uniti dal loro amore, e pensò che se le avesse scritto qualcosa nessuno lo avrebbe saputo fatta eccezione per loro due. 'Noi' pensò Draco. Prese una penna e questa cominciò a muoversi da sola.
Herm, amore mio, tesoro, Granger, riccia, Grifa, Mezzosangue... Non so neanche più come devo chiamarti. Non merito neanche la tua attenzione, dopo tutto quello che è successo. Invece, quello che meriti tu, è una spiegazione. Dopo che sei uscita dalla nostra Sala Comune, le mie difese sono crollate, come se la mia forza ti avesse seguita. Poi ho realizzato, che semplicemente tu eri diventata la mia forza, e dopo essertene andata di me non restavano che misere macerie. Mio padre ha cominciato ad urlare, e io non riuscivo a reagire. Poi si è accorto che lo fissavo e basta, ha pensato di essere riuscito a convincermi di aver sbagliato e ha cominciato ad usare un tono più condiscendente, come se parlasse a un bambino. Mi ha detto che non era successo niente in fondo. Che siamo giovani, che era stato solo un colpo di ormoni. Che tu non saresti significata niente per me e io niente per te. Che ai Malfoy piacciono sempre le più intelligenti. Che il mio futuro era già spianato e l'accaduto non l'alterava in alcun modo. E poi ha fatto il grande annuncio. Lui aveva deciso di parlarmi, per capire se ero degno o meno di diventatare uno dei suoi servitori. Voldemort voleva che entrassi a far parte del suo piccolo esercito. Un onore e un onere, come mi disse mio padre. Io ho annuito. Lui mi ha detto che dovevo tornare normale prima però. Non c'era bisogno di parlarti, dovevo ritornare il Draco che ero prima di te. E l'ho fatto. Ho recitato quella parte, nonostante ogni volta che ti vedevo tutto quello che avevo voglia di fare era stringerti a me, baciarti sulle labbra, sul collo, sulle guance, mordicchiarti, accarezzarti, guardarti, sentirti canticchiare e sentire le tue stupide spiegazione da sapientona. Quando è finita la scuola, dopo l'Attacco al Ministero, Voldemort e mio padre (anche se sospetto ci fosse lo zampino di mia zia) di comune accordo, hanno deciso che i tempi erano maturi. Voldemort mi ha convocato da solo. Ha finto di farmi un discorso incoraggiante ma si è accorto dopo poco che stava solo perdendo tempo. Quindi ha cambiato tono. Mi ha minacciato, mi ha detto che avrebbe ucciso e torturato i miei genitori, mia zia, i miei amici. E poi ha sganciato la bomba, ha detto che avrebbe fatto del male a te, che ti avrebbe riservato il trattamento peggiore, che avresti sofferto e che nella tua sofferenza mi avresti creduto colpevole. Sono crollato, e ho ceduto. Ora porto il segno della mia debolezza sulla pelle: il marchio nero. Mi ha anche affidato una missione impossibile, sembra fatta su misura per perderci la vita. Pensa un po'? Dovrei uccidere Silente. Io, dovrei uccidere Silente. Mi sono trattenuto dallo scoppiare a ridergli in faccia lo ha annunciato davanti a tutti i suoi seguaci. Lo ha fatto sembrare un grande onore. In pochi sono riusciti a capire che in realtà era una missione suicida, e mi hanno guardato compassionevoli, probabilmente consapevoli che la prossima potrebbe toccare a loro. Ovviamente ci sono anche gli stolti che hanno cominciato a guardarmi in cagnesco, oltraggiati che il loro padrone non avesse affidato loro un compito di tale importanza. Sai, ho attribuito a lungo la colpa a Voldemort di tutto quello che è successo. Poi mi sono reso conto che tutto ciò che aveva fatto era stato guardarmi e scovare le mie debolezze. Ma ero stato io a portarle a galla in modo che tutti potessero vederle. E ne andavo pure fiero. Ora l'odio che covavo dentro si è raddoppiato, la prima metà è sempre rivolta verso di lui, quel l'essere senza cuore e senza scrupoli che è Voldemort. Ma l'altra metà la riservo per me. C'è così tanto odio nel mio corpo che certe volte riesco a stento a respirare. Mi hai parlato spesso della tua ansia costante per il rendimento scolastico, bene a quanto pare l'effetto è simile. Mi sta divorando dentro, credo che mi ucciderà. Poco male, sarei morto nel giro di pochi mesi a prescindere. E poi non voglio vivere in un mondo in cui non posso starti accanto. Perché io ti amo, Herm. Ti amo tanto. Ti amo veramente, pazzamente e profondamente. Certe volte mi spaventa sapere quanto ti amo. E mi manchi altrettanto. Spero di mancarti anche io. Vorrei solo prendermi a pugni in faccia dopo averti abbandonata in quel modo. Ti chiedo scusa. Scusa, scusa, scusa, per tutto quello che ho fatto fin da quando ci siamo conosciuti. Potrei chiedertelo mille volte ma non sarebbe mai abbastanza. Spero solo che tu vada avanti con la tua vita, che sia felice. È tutto quello che chiedo. Pazienza se io non sarò parte della tua felicità. Sei troppo per me, evidentemente, ma in fondo l'abbiamo sempre saputo entrambi. Mi manchi, amore mio.
Per sempre tuo, Draco
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Choice~Dramione
FanfictionSono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità.