chapter two

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Era arrivato l'indomani e la giovane era rimasta sveglia tutta la notte ad allenarsi al tiro dell'arco e con le armi da fuoco, battaglia corpo a corpo. Il Generale Ardmore le aveva dato delle chiavette spiegandole che all'interno c'erano dei video che l'avrebbero aiutata a capire meglio la propria identità, infatti quella stessa sera si era messa per vederli tutti. C'era una persona sullo schermo che parlava ed era proprio sua madre. Le parlò un po' di come era quando ancora era in vita e le raccontò molti ricordi iniziando dalla nascita fino al momento di morte, non si ricordava di come era morta però era su un letto d'ospedale quando fece i suoi ultimi respiri. Avrebbe tanto voluto consolare la madre dove in quel video piangeva incolpandosi di non aver avuto abbastanza soldi per poterle pagare l'operazione. La giovane avatar era decisa e voleva portare al suo termine quella missione, non sapeva a cosa sarebbe andata incontro ma aveva un obiettivo e lo avrebbe raggiunto. Il Generale le aveva spiegato che il Colonnello Quaritch mancava da due anni e non avevano notizie di lui dall'ultima volta che era andato in missione. Salì sull'elicottero pronta di ciò avrebbe affrontato e dopo aver salutato il Generale il mezzo iniziò a salire e la direzione verso la foresta di Pandora era giunto.

Dall'altra parte era in atto una discussione fra Lo'ak e il padre. A quanto pare il figlio aveva fatto a botte con Aonung perché lui aveva di nuovo preso in giro la sorella, Kiri. Nonostante quei due anni dentro il clan, c'erano ancora delle incomprensioni.

«Padre devi capire che non ho iniziato io!» esclamò con tono alto dalla rabbia Lo'ak contro il padre che subito lo mise in riga.

«Lo'ak non alzare la voce con me, sono tuo padre e devi portare rispetto capito?» disse con tono autoritario. «Sono passati due anni e tu ancora fai a botte col figlio di Tonowari? Quando la smetterai? Non posso più tollerarlo» continuò a parlare Jake abbastanza arrabbiato col figlio.

«Ma devi capire che lui prende in giro Kiri» rispose il ragazzo guardando poi la sorella. «Io non posso stare fermo a guardare devono capire qual è il loro posto»

«No Lo'ak se continui così ci cacceranno ed è l'ultima cosa che voglio okay? Ora vai a chiedere scusa a Aonung»

«Ma non ho fatt-» venne fermato subito dalla voce del padre.

«Niente storie, vai e scusati» disse l'adulto con serietà guardando il figlio. «E dopo ti voglio subito qua»

Lo'ak annuì senza dire più nulla, tanto sapeva che era inutile ribattere anche se l'aveva fatto per proteggere sua sorella. Andò da Aonung e si scusò proprio come gli disse il padre e dopo tornò alla capanna dalla sua famiglia. Odiava quando il padre faceva in quel modo perché lo sapeva benissimo che gli altri del clan a volte li prendevano ancora in giro perché erano diversi da loro. Si sedette in un punto indefinito della capanna che porgeva come vista il mare cristallino, davvero molto bello d'ammirare. A un certo punto spuntò Tsireya che gli fece con la mano di venire da lei. Lo'ak senza farsi vedere sgattaiolò fuori dalla capanna raggiungendo la ragazza per poi seguirla al solito posto in cui stavano.

«Sono stufo di mio padre» parlò il ragazzo solo quando arrivarono alla loro destinazione. «Ti giuro non ne posso più»

«Lo'ak devi avere pazienza lo so che lo fai solo per tua sorella, sì mio fratello è una testa di cazzo, ma devi anche capire le conseguenze che potrebbero portare le tue azioni» disse Tsireya prendendogli la mano. «Io ti vedo Lo'ak e sei un'anima forte»

Lo'ak le sorrise col cuore che gli batteva a mille, ogni volta che vedeva o stava con Tsireya provava una forte sensazione che non sapeva neanche come descrivere.

«Grazie Tsireya» sussurrò Lo'ak e la giovane fece un dolce sorriso stringendogli in modo delicato la mano.

E nel mentre i due giovani stavano insieme, alla capanna c'era Neteyam che stava con la sorellina Tuktirey e la stava tenendo in braccio mentre essa dormiva. Loro due erano molto legati soprattutto la piccolina che dopo l'incidente si era avvicinata molto di più rispetto di quanto già lo fossero. Neteyam rimaneva in disparte la maggior parte del tempo e non prendeva spesso a fare attività con la famiglia o col clan solo qualche volta perché era Kiri, la sorella adottiva, che lo costringeva. Dopo l'infortunio Neteyam non si sentiva più se stesso, come se una parte di lui fosse morta veramente e fosse rimasta in quel momento. Aveva spesso incubi e teneva coperta la cicatrice che aveva lungo tutto il fianco sinistro, gli ricordava l'accaduto e lui lo voleva proprio dimenticare.

«Neteyam-»

«Shh che sta dormendo» sussurrò guardando verso la figura che lo aveva chiamato mentre indicava Tuktirey che dormiva con la testa appoggiata sulla sua spalla.

«Oddio scusa» sussurrò a sua volta Kiri, la sorella, avvicinandosi a lui e sedendosi al lato del fratello. «Come ti senti oggi?» chiese volendo sapere le sue condizioni.

«Sto bene Kiri non devi preoccuparti» rispose Neteyam alla sua domanda guardandola per un secondo per poi spostare l'attenzione altrove.

La sorella non disse nulla non volendo andare oltre i limiti del fratello. Rimasero in silenzio guardando il bellissimo paesaggio dalla capanna col suono dell'acqua e degli animali marini in sottofondo. Era tutto così tranquillo ed era così che passava le giornate Neteyam, però col terrore che ciò che gli era successo potesse accadere di nuovo.

Nella foresta di Pandora aveva fatto il suo arrivo la giovane avatar che si era messa subito all'azione, esplorando i dintorni. Rimase affascinata dalla natura alquanto meravigliosa quanto pericolosa. Aveva visitato buona parte della foresta per trovare qualche indizio sul Colonnello Quaritch però tutto era invano. La giovane si abbassò per un momento per poi sentire dei rumori, infatti si mise subito sull'attenti peccato però che fu circondata da alcuni Na'vi che evidentemente erano in quella zona. La ragazza avatar non oppose resistenza e si fece trascinare così nel loro luogo, sperando di trovare qualche indizio. La giovane fu scortata nella loro hometree e presentata subito al capo del clan. Essa si guardò intorno vedendo tanti Na'vi che le soffiavano contro e subito iniziò ad allarmarsi ma cercò di mantenere la calma. Il capo del clan, chiamatosi Toruk Makto, vedendo la giovane avatar volle ucciderla in seduta stante ma fece il suo intervento Mo'at, la madre di Neytiri. Scrutò scettica la ragazza sapendo che fosse un avatar ma decise che si sarebbe presa cura di lei e che le avrebbe insegnato le loro usanze. Era un gesto strano da parte sua però si ricordò che il loro clan, gli Omaticaya, avevano accolto Jake Sully e voleva fare lo stesso con quella ragazza.

ɴᴏʙᴏᴅʏ ᴋɴᴏᴡꜱDove le storie prendono vita. Scoprilo ora