32. Now you'll nevere see me cry, there's just no time to die (II)

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ALEX

Quando ho chiamato Tia lei ha voluto che le spiegassi ogni minimo particolare. A casa sua mi ha persino implorato più volte di permetterle di andare ad uccidere Ian, sembrava quasi più incazzata di me con lui.

Non avevo intenzione di andarmene in giro per locali a ballare, soprattutto se il locale in questione è l'Hub. Avrei preferito ubriacarmi con lei in uno squallido pub e tornamene a casa strisciando nelle mie lacrime del cazzo.

Ma Tia ha esordito con "se non ti vuole nella sua vita significa che non hai bisogno di lui" e mi ha trascinata in questo posto tanto affollato di gente quanto di ricordi.

Non che ne avessi molti in verità, la maggior parte del tempo passato qui dentro ero ubriaca, o fatta...o entrambe. Ho provato a ribellarmi alla malsana idea della mia migliore amica ma, come ogni volta che lei prende una decisione, ho fallito.

Però c'è da dire che il mio obiettivo della serata è stato raggiunto: sono ubriaca marcia.

Non so quanto io abbia bevuto in nemmeno un'ora, ma sono certa di aver ingerito una quantità d'alcool utile a distrarmi. Non abbiamo preso un tavolo, essendo solo in due, ma abbiamo approfittato del fatto che siamo donne per farci offrire la qualunque e devo dire che forse un po' mi mancava divertirmi così con lei.

Il tipo che ho dietro e che stringe i miei fianchi balla piuttosto bene, inoltre un cenno di Tia, di fronte a me, mi ha fatto intendere che non sia affatto brutto. Abbiamo sempre avuto un modo tutto nostro di comunicare nei locali; ci mettiamo una di fronte all'altra in modo da valutare chiunque si accosti alle mie o alle sue spalle.

Più volte ci siamo salvate a vicenda da viscidi ragazzi in cerca di qualcuno disposto a scopare, affidandosi al fatto che fossimo piene di alcool fin sopra i capelli. Peccato che io e Tia siamo un'ottima squadra e che buttarci a terra non è più così semplice.

Il nostro corpo è evidentemente assuefatto a tutto ciò che esiste di nocivo, droghe, alcool, ce ne serve un barile intero per perdere del tutto lucidità. Di fatti, sebbene io inizi a vedere le cose leggermente sfocate, credo di avere ancora un po' di controllo sul mio cervello.

Mi muovo sulle note di un remix di Tamo loco to e i miei problemi non sembrano così grandi al momento. Guardo negli occhi la mia migliore amica e ringrazio chiunque ci sia li su per avermela mandata.

-Vuoi bere qualcosa?- la voce roca alle mie spalle si insinua nelle mie orecchie, non dico niente e mi limito ad annuire. Afferro la sua mano e lo seguo fino al bancone. Deve conoscere qualcuno all'interno del locale perché riusciamo a superare la fila, ricevendo qualche imprecazione dalla povera gente in attesa.

-Che prendi?- il tipo, che è effettivamente carino, alza la voce per farsi sentire.

-Quello che prendi tu.- gli sorrido lasciva felice di aver ottenuto il mio ennesimo drink gratis.

Non che io abbia problemi nel pagarmi da bere, ma perché dovrei rifiutare di ubriacarmi senza svuotare il mio portafogli?

Non riesco a capire cosa il ragazzo ordini al barman ma quando il liquido mi finisce nella trachea capisco che non è niente di leggero. Senza dire altro, lo trascino di nuovo in pista, dove Tia sembra aver trovato qualcun altro con cui divertirsi.

Non voglio immaginare la faccia che farebbe Artem se fosse qui, adesso.

Stanno solo ballando, ma l'elettricità tra loro è evidente e non sarò io a fare l'amica responsabile e noiosa, non stavolta.

Mi accosto a lei, intrecciando le nostre gambe e facendoci così finire in una sorta di quartetto danzante.

Mi sento come se tutto quello che mi fosse successo non abbia importanza, come se non avessi appena interrotto una relazione mai iniziata, come se non avessi mandato all'aria la mia vita due settimane fa e come se non fossi una cazzo di infiltrata nella mia vecchia gang.

High-over the limits.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora