7. Deontologicamente scorretto

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IAN

-Va bene Ian, ho parlato con un paio di persone, Ryan è stato qui ultimamente per questo è quasi impossibile che torni prima di qualche giorno, odia questo posto e cerca di passarci quanto meno tempo possibile.- annuisco e guardo la mora interessato. Willow è un vero idiota, uno di quelli che se sbatti il piede per terra si piscia addosso per la paura, la sua fortuna è quella di essere nato ricco, il che gli permette di comportarsi come diavolo vuole perché è risaputo che con i soldi si può ottenere qualsiasi cosa.

-Nel suo ufficio ci sono le telecamere, ma di questo se ne occuperà Ethan. L'unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci è che ogni mattina, dopo la conta, nell'ufficio di Ryan entra una segretaria che raccoglie gli ultimi file e fax arrivati, è quello è proprio l'unico momento in cui noi possiamo spostarci dalle nostre celle. Dovremmo saltare la colazione il che causerebbe non pochi sospetti e in più corriamo il rischio che questa tizia ci colga in fragrante.-

-Okay, sarò semplice e coinciso. Suona la campana, c'è la conta e poi scendiamo in mensa, mangiamo giusto una mezza fetta biscottata, o quello che è, e ci alziamo, uno alla volta o è palese che stiamo architettando qualcosa. Sarebbe meglio se andassimo in pochi, e i più agili.- mi giro verso Ollio che sta mangiando il suo stufato.

-Sarò più che felice di aspettarvi in mensa.- afferma lui, sentendosi preso in causa.

-Non ci pensare nemmeno, il tuo compito è quello di allontanare tutti i sospetti su di noi, appena noterai qualche strano movimento correrai ad avvisarci. Mike, l'ufficio di Ryan è qui dietro, spero che non dovrai costringermi a romperti il culo.- Joe lo minaccia e lui deglutisce scuotendo la testa.

-Bene, siamo tutti d'accordo.- i quattro annuiscono in simbiosi.

-Louise si alzerà insieme a me e usciremo dalla mensa, deve sembrare tutto naturale perciò dovrai fingere di ridere e cazzate simili- la guardo e lei mi osserva attenta- Ethan e Joe uscite subito dopo, allo stesso modo, noi intanto avremo scassinato la porta e saremo entrati nell'ufficio. Il resto devi farlo tu, Stanlio.- Ethan sorride e annuisce.

-Non fatevi venire strane idee o ripensamenti o sarò costretto a staccarvi la testa dal collo. Chiaro?- sputo.

-Io ho una sola domanda, Ian.- guardo Joe.

-Perché stai facendo tutto questo?- mi chiede, curioso.

E adesso? Perché lo sto facendo? Non ne ho idea, so solo che mi sta letteralmente fottendo il cervello sapere che lei nasconda qualcosa e io non sono una persona molto paziente e soprattutto, non mi piacciono le bugie, perciò se posso avere un asso nella manica contro di lei ben venga.

-Perché si.- rispondo semplicemente, schietto e sicuro.

-Preparatevi perché domani sarà una giornata impegnativa.- mi alzo dal tavolo e mi dirigo nella mia cella.

Mi serve un po' di pace.

Sono felicemente steso nel mio letto scomodo quando una guardia entra e mi avvisa del mio appuntamento con la psicologa.

-La dottoressa Riviera ti aspetta nel suo ufficio, Woods.- alzo gli occhi al cielo e lo vedo uscire a passo deciso dalla mia suite pregiata.

Mi incammino allo stesso modo verso lo studio di Alexandra; quando entro la trovo seduta a gambe incrociate sul divano, mangia una mela e legge un libro. Mi incanto per un po' a guardarla, cercando di scavare nei meandri della sua anima, come se potessi riuscire a scoprire i suoi segreti in questo modo.

Lei non si accorge di me e solo quando prorompo con un sonoro colpo di tosse alza gli occhi guardandomi da sopra gli occhiali.

-Ah ciao Ian, accomodati.- mi siedo senza proferire parola e faccio scorrere il mio sguardo sulle sue curve sinuose fin quando non si siede sulla sua poltrona in pelle.

High-over the limits.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora