31. Now you'll never see me cry, there's just no time to die (I)

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TW: Scene violente, abuso di sostanze e linguaggio scurrile.
Buona lettura, vi aspetto su TikTok e Ig: Chiasulfoglio 🦋


IAN

-Giuro su Dio che se non sei qui dentro i tuoi giorni sono finiti, Holland.- urlo sbattendo la porta del magazzino.

Nessuno sa che sono qui, sono uscito subito dopo Alexandra da casa sua, è tutta la mattina che aspetto questo momento e non potevo lasciare che qualcuno intralciasse i miei piani.

So che probabilmente dopo questo lei mi odierà anche di più, ma al momento non me ne frega un cazzo, voglio solo spaccare la faccia a quel coglione.

Jace è seduto comodo su una sedia, ha tra le mani il suo cellulare e una sigaretta fumante. Parish, invece, se ne sta immobile e legato di fronte a lui, senza emettere fiato.

-Non c'è bisogno di scaldarsi così tanto, Woods.- Jace mi risponde, senza però alzare la testa dal suo schermo del cazzo.

Mi avvicino a lui, poggiando una mia mano sulla sua spalla.

-Bravo, Holland, sono contento che tu ti stia impegnando per tenere al sicuro la tua famiglia.- gli sorrido falsamente e poi mi avvicino a Torres, che non ha ancora aperto bocca.

-Dimmi un po' Parish, com'è che vorresti soffrire?- mi abbasso alla sua altezza, poggiando le mani sulle mie ginocchia.

Sul suo volto si allarga un sorriso beffardo.

-Mitchell sa cosa stai facendo, Ian?- mi sfida con lo sguardo e col tono di voce, e quasi mi dispiace sul serio per lui perché non ha idea di ciò che gli farò a breve.

-Questo non ti riguarda, Torres.- gli sferro un pugno nello stomaco, sentendomi immediatamente meglio e provocando in lui un paio di colpi di tosse strozzati.

-Incredibile che tu stia facendo tutto questo per una puttanella come Alex.- la sua ironia non mi infastidisce perché non fa altro che aumentare la mia rabbia e questo vuol dire che sarò ancora più concentrato nell'impedirgli di parlare per il resto della sua vita.

Gli piazzo un altro destro, stavolta sul naso.

-Lo sai Parish? Ho sempre creduto che tu ti stessi nascondendo dagli sbirri per tutto questo tempo, sono un po' deluso dal fatto che la tua paura dipendesse da una donna.- mi accendo una sigaretta e faccio cenno a Jace di lasciarmi la sua sedia.

Il biondo obbedisce, sa che non gli conviene contrariami o, semplicemente, lamentarsi.

-Sarà anche una puttana, ma io e te sappiamo cosa è capace di fare...o forse tu non hai ancora avuto l'onore di vederla all'azione?- ancora una volta mi sorride sarcastico.

In effetti non ho mai visto Alex fare qualcosa di esagerato, nonostante le cose siano degenerate circa due settimane fa, lei oltre che chiamare la polizia e tenere testa a Mitchell non ha fatto molto.

-Non avrà bisogno di sforzarsi con te, ti servirò a lei già con un piede dentro la fossa.- mi appoggio comodamente alla spalliera della sedia malandata su cui ho poggiato il culo poco fa.

-Credi che abbia paura di morire, Ian?-

-In verità non me ne frega proprio un cazzo.- faccio un tiro dalla mia sigaretta, senza distogliere lo sguardo dal suo corpo.

Vederlo legato e debole aumenta il mio ego e mi fa sentire tremendamente potente, perciò non ho intenzione di ucciderlo immediatamente, voglio divertirmi un po'.

-Jace perché non fai capire a Torres che non me ne frega un cazzo?- Jace alza gli occhi al cielo, preferirebbe essere sicuramente altrove ma si trova costretto ad annuire. Prende una spranga di ferro che fin ora era poggiata ai piedi del tavolo e si avvicina a Parish.

High-over the limits.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora