25. Prendere posizione

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IAN

-Il camion sta per arrivare. Restate allerta, i Ravens potrebbero essere ovunque.- Mitchell ci squadra uno per uno.

Siamo io, Artem, Viola, una ragazzina niente male che Mitch ha prelevato in un centro di recupero per tossicodipendenti qualche anno fa, e quell'idiota di Cole, oltre ad una marea di gente nascosta dietro ai vari container, pronta ad intervenire in caso di disfatta.

Dopo ieri stavo quasi per ritirarmi, per mandare tutto all'aria e farmi i cazzi miei, ma nel nostro mondo questo non può succedere, accetti un compito e ti prendi responsabilità e conseguenze, senza scappatoie.

Perciò eccomi qui, con un magone abissale nello stomaco, pronto a qualsiasi cosa stia per succedere.

Io ed Artem ci guardiamo e non c'è bisogno di proferire parola, riesco a capire che anche lui, come me, ha un brutto presentimento.

-Eccolo- Mitchell ci indica due fari accecanti in lontananza.

Tutto intorno a noi è buio, c'è un solo lampione ad illuminare l'entrata del magazzino, il cui portone è già aperto, pronto per accogliere il camion.

A pochi metri da noi, però, l'enorme vettura inizia a sbandare, come se l'autista ne avesse perso il controllo.

-C'è qualcosa che non va.- Viola parla per tutti noi.

-Vado a controllare.- Artem afferra la sua pistola e fa un passo avanti ma viene bloccato da un braccio di Mitchell.

-Se Paul c'entra qualcosa che tu vada a controllare è esattamente ciò che vuole.- il mio amico annuisce e torna al suo posto.

-State pronti!- Mitchell urla, assicurandosi che anche il suo esercito di tiratori ascolti.

Il fischio delle ruote sull'asfalto mi fa accapponare la pelle, qualcuno ha bucato le gomme e il camion si ferma di botto.

La portiera del guidatore si apre e, subito dopo, un corpo che sembra essere senza vita cade con un tonfo sull'asfalto dall'alto dell' autocarro.

-Ma che cazzo..- non ho tempo di finire la frase che uno sparo mi costringe ad afferrare la mia glock.

-Fratello, non so perché ma ho l'impressione di morire stanotte.- Artem cerca di ironizzare a modo suo, ma la sua affermazione non fa altro che far bollire il mio sangue.

-Sta zitto, coglione e coprimi.- cammino cautamente verso il camion, con Artem alle mie spalle. Mi avvicino al corpo sanguinante per terra, prendo un fazzoletto per evitare di lasciare impronte e poggio due dita sul collo del pover uomo mandato da chissà chi a perdere la vita.

-Morto.- il silenzio attorno a noi è così assordante che mi fa venire il vomito.

Apro di scatto la portiera ma nella cabina di guida non c'è nessuno.

-Qualcuno deve averlo colpito a distanza- affermo, scrutando con cautela l'abitacolo.

Artem si abbassa vicino al corpo inerme del tizio, lo sposta leggermente e tira fuori una pallottola dal suo addome senza curarsi di provocargli dolore, tanto è morto.

-M40A3 Sniper Black A Molla Rinforzata con silenziatore, è un'arma da usare da altezze particolari, tipo un grattacielo o...Ian, sta giu!- Artem urla l'ultima frase e ci accasciamo entrambi per terra, giusto in tempo perché un colpo rimbalza sul camion.

-...o una gru.- il mio amico termina la sua frase e guarda dritto verso di lui, dove un'enorme gru gialla si alza sui container. Ed effettivamente qualcuno è lì sopra, non si vede un cazzo col buio, ma il luccichio proveniente dal fucile di precisione è del tutto riconoscibile per uno come Artem.

High-over the limits.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora