9. Angelita

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ALEX

-Sei pronta?- sento Tia urlare dal piano inferiore.

-Quasi!- urlo di rimando per farmi sentire.

Mi guardo per l'ultima volta allo specchio; la coda alta in cui ho racchiuso i capelli aiuta a mostrare al meglio le forme del mio viso. Al momento non sono nel mio periodo migliore, due grandi occhiaie contornano i miei occhi e nemmeno il chilo di correttore che ho appena messo le copre del tutto. Sono sempre io, felpa, jeans e converse ai piedi, come quando avevo diciotto anni e giravo per le strade di Miami sentendomi forte e invincibile.

Tia è di sotto che mi aspetta per andare da Paul ed io non ho mai avuto così tanta ansia di recarmi in quella casa. Mi aspettano abbracci, battutine e le solite cose che i miei vecchi amici fanno quando mi vedono per caso.

Non so nemmeno cosa voglia, e non so se lo voglio davvero sapere, ma sono consapevole del fatto che se non vado da lui, se non lo assecondo, mi perseguiterà, letteralmente.

Prendo le ultime cose quali cellulare e chiavi di casa e scendo a passo svelto nel mio salotto.

La mia migliore amica mi aspetta stravaccata sul divano, sta fumando una sigaretta e osserva il suo telefono.

-Ehi, andiamo?- mi guarda per un istante e poi sorride.

-Sembra di essere tornate a due anni fa.- scuoto leggermente il capo e poi usciamo di casa.

-Sai di cosa mi vuole parlare Paul?- le chiedo quando entriamo nella sua auto.

-Non ne ho idea, dice a tutti che non possiamo aiutarlo e che quindi è inutile dircelo.- annuisco e mi chiudo nel mio silenzio.

La mia vecchia vita mi manca, mi manca il rischio e quella sensazione di adrenalina pura che mi scorre nelle vene, ma non butterò all'aria anni di impegno e sacrifici per un piccolo capriccio.

Quando arriviamo a casa di Paul è tutto come me lo ricordavo, alcuni ragazzi sono seduti sulle sedie da giardino che il mio ex capo ha sempre avuto nella parte anteriore della casa, fumano e bevono birre tranquilli, mentre parlano fra loro.

Sono visibilmente agitata, non dovrei per nessun motivo al mondo essere qui.

-Dai, Alex, non stai andando in guerra.- ingoio un po' di saliva e ci avviciniamo alla casa.

-Alex? Cazzo, dolcezza, sei in forma.- sorrido a Jace e lo saluto con un cenno della mano.

-Sei tornata a casa?- mi chiede.

-Abbiamo da fare JJ, ci vediamo dopo- Tia mi tira ed entriamo nell'appartamento.

Ripeto, è tutto come me lo ricordavo. Il vecchio divano di pelle marrone ospita ancora i ragazzi che bevono e si drogano, giocando alla play e guardando partite alla tv. La casa è in disordine ma è così ben arredata che non si ci fa caso.

-Buonasera stronzetti!- Tia urla ed io vorrei ucciderla. Mi sento come se non fossi mai entrata in questo posto, come se non ci avessi mai abitato.

-Ehi ragazzi, c'è Alex!- Lane e Giselle mi corrono incontro facendomi quasi finire per terra quando mi abbracciano.

-Per fortuna sei venuta, Paul sembrava un cazzo di cane con la rabbia quando Tia gli ha detto che non ne volevi sapere niente, ci ha perfino cacciati tutti una sera.- sorrido forzatamente a Lane.

-Non sono qui per accettare la proposta di Paul, solo per ascoltarla.- la bionda scrolla le spalle, tira su col naso e corre sul divano dove Wesley le impreca contro per avergli fatto male.

Rido e mi sembra di prendere un po' d'aria. Anche se in questa casa c'è più fumo che ossigeno.

Tutti iniziano a farmi domande su domande e ringrazio Dio quando Paul fa capolino nella sala.

High-over the limits.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora