6. Idee stupide e pacchetti vuoti

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IAN

-Mike, stai mangiando come un maiale!-

-Cristo, Ethan, mi lasci in pace?- questi teatrini nella banda dei bassotti mi iniziano ad annoiare.

Sono passati due giorni dalla mia ultima seduta con Alexandra ed io non smetto di pensare come un coglione alle sue labbra.

Ok, ok forse il punto focale dei miei pensieri è il suo culo ma anche le labbra sono carine.

Sto aspettando che Joe mi dia qualche informazione in più su di lei ma il bastardo biondo mi ha detto che non riesce a trovare nulla di rilevante.

Nella nostra ultima conversazione Alexandra mi ha detto che al mondo ci sono persone che possono correre veloci quanto me. Ma lei non mi ha mai visto correre, non sa quello che ho fatto, né quello che potrei fare; ho una persona nella mia testa che non è tra le più raccomandabili, comanda lei la maggior parte del tempo ed io la lascio fare.

-Ian, ehi Ian amico, ho delle novità!- Joe arriva correndo vicino al nostro tavolo e si siede come un bufalo sulla panca.

-Ha 24 anni, non ha mai finito la scuola pubblica, ha studiato in casa, viveva col padre e il fratello a Liberty City.- si ferma.

Liberty City.

Improvvisamente mi ricordo di quando l'ho accusata di essere una principessina che non ha idea di cosa siano le situazioni di degrado, lei si è inviperita e mi ha minacciato proprio come avrebbe fatto chiunque nel mio quartiere.

E in effetti ogni suo atteggiamento richiama quello di una persona che non è cresciuta nei quartieri alti di Miami, nella sua posizione sarebbe dovuta essere quanto meno una fighetta montata, tutta dollari e lustrini, invece è sempre apparsa umile, una persona comune con un lavoro comune.

-E poi, c'è qualcosa di strano in lei.- Joe mi riporta sulla terra con la sua affermazione sommessa, io lo guardo con un sopracciglio alzato invitandolo a continuare.

-Dai suoi vent'anni ad ora non c'è assolutamente niente, sappiamo solo che si è laureata due anni fa e poi è subito entrata a lavorare qui dentro. E' come se qualcuno cercasse di nascondere parti della sua vita.- emetto un sospiro rassegnato, non ho mai pensato che sarebbe stato facile scoprire qualcosa su di lei, ma il buio più totale non me lo aspettavo.

-Beh, magari non ha fatto niente di eclatante.- si intromette Louise.

-Il mio contatto mi ha detto che ci sono dei database che non riesce a decodificare, sono bloccati e protetti in ogni modo, per questo motivo credo che qualcuno stia coprendo le sue tracce.- spiega Joe.

-Il tuo contatto è un deficiente, procuratemi un computer e vi trovo pure la vera vita di Hannah Montana- esclama Ethan, che nel frattempo sta addentando una brioche.

Ci voltiamo tutti verso di lui, guardandolo dubbiosi.

-Che c'è? Sono bravo!- allarga le braccia, con ancora la brioche fra i denti e la smorfia di delusione che appare sul suo volto mi fa quasi ridere.

-Nessuno lo mette in dubbio Ethan, ma dove cazzo lo prendiamo un computer qui dentro?- chiede Mike, ovvio. Credo che i due siano amici da molto prima di entrare in questo posto, non l'ho chiesto e non lo farò perché in realtà poco mi importa, ma il loro strano legame non sembra essersi creato qui dentro.

Improvvisamente nel mio cervello si accende una lampadina.

-Io un'idea ce l'avrei, ma non è la cosa più sicura da fare, soprattutto se non avete intenzione di macchiare la vostra condotta.- affermo guardandoli.

High-over the limits.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora